Nel corso del dibattito parlamentare sulla riforma del Mes è intervenuto anche l’on. Gianluca Rospi della componente Popolo Protagonista del Gruppo misto che, come ha fatto Insieme ( CLICCA QUI ), ha indicato i punti deboli nella formulazione su cui si focalizzerà il vertice del Consiglio europeo organizzato oggi e domani a Bruxelles.
L’on Rospi, pur condividendo la parte relativa all’introduzione anticipata al 2022 del sostegno comune al Fondo di risoluzione unico per le banche, sinteticamente detto common backstop, ha giudicato ” più complessa invece la vicenda che riguarda le modifiche delle clausole di azione collettiva e la revisione delle linee di credito” a proposito delle quali, a suo avviso, ci sono ancora dubbi da risolvere.
“Così come approvate in Eurogruppo – ha detto il parlamentare- queste modifiche sono negative per il nostro Paese, soprattutto quelle riguardanti i requisiti di accesso al MES come la reintroduzione dei parametri di stabilità e crescita e il fiscal compact. Approvando la riforma così come è scritta si ridarebbe lustro, a mio avviso, a parametri obsoleti e si accetterebbe la configurazione del MES come strumento che interviene solo a favore degli Stati che di fatto non ne avrebbero bisogno, penalizzando Paesi, come l’Italia, con un debito elevato”
In sede di dichiarazione di voto, l’on Rospi ha poi constatato che ” la sterile polemica pro e contro il MES scatenata in questi ultimi giorni presenta, ancora una volta, agli occhi dei cittadini italiani una classe politica che continua ad anteporre gli interessi individuali a quelli collettivi: una classe politica che privilegia lo slogan, l’urlo preistorico ai contenuti”.
Secondo il parlamentare di Popolo Protagonista “gli argomenti oggetto del prossimo Consiglio europeo necessitavano di una più approfondita discussione parlamentare, al fine di ottenere il più ampio consenso; invece, ancora una volta, il Parlamento viene usato per ratificare decisioni già prese dal Governo”. Rivolgendosi al Presidente del Consiglio. Giuseppe Conte, Rospi ha ribadito ancora una volta la necessità di dare corso a ” un maggiore coinvolgimento di tutte le forze politiche. Doveva farlo durante la gestione dell’emergenza sanitaria, doveva farlo nella gestione delle scuole, chiuse senza criterio, nella predisposizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza: tutti appelli, questi, che sono rimasti privi di risposte. Se vogliamo dare risposte, a mio avviso concrete, ai cittadini, Presidente, non servono supertecnici o task force, ma una condivisione dei rischi politici tra tutti noi.
Tornando al tema MES, per noi il MES è uno strumento vecchio, superato, occorre guardare oltre. Invece, riteniamo validi gli strumenti messi in campo dall’Europa durante questa emergenza, misure che guardano al futuro dei nostri figli europei”.