Giuseppe Conte resta Presidente del Consiglio dei ministri. Senza lasciare Palazzo Chigi, formerà  un nuovo Governo sulla base di un’alleanza parlamentare  diversa da quella nata poco più di un anno fa a seguito della stipula del Contratto per il Governo del cambiamento da parte dei 5 Stelle e Lega. Caso unico nella storia italiana.

Adesso,  si apre la fase della ricostruzione dell’esecutivo. Vedremo come Conte, Di Maio ( il cui peso e ruolo dovrà essere valutato in seguito al fallimento dell’accordo con Salvini) e Zingaretti riusciranno a risolvere tutti i problemi di equilibrio che devono essere superati e quanto le loro indicazioni sulla squadra di governo  coincideranno con le determinazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Rapporti con l’Europa e schieramento italiano nel quadro delle tradizionali alleanze internazionali. Legge elettorale. Rigenerazione dell’apparato istituzionale, burocratico e della Giustizia. Conti pubblici da mettere in ordine. Cuneo fiscale e riforma fiscale. Politiche espansive ed investimenti adeguati a rispondere ai livelli raggiunti da una economia che non cresce e, quindi, non è in grado di rispondere ad una disoccupazione restata importante in termini di numeri e di qualità. Divari sociali e divari geografici. Immigrazione. Revisione di alcuni dei provvedimenti più controversi partoriti dal Governo Conte, Di Maio, Salvini e sui quali il Presidente Mattarella non ha fatto mancare osservazioni critiche e rilievi.Queste le questioni principali del Paese.

In relazione a come saranno affrontate e risolte dal secondo governo Conte noi esprimeremo giudizi e valutazioni, ferma restando la posizione critica sui due partiti che daranno vita alla coalizione. Ne abbiamo già scritto abbondantemente e basta scorrere le nostre posizioni al riguardo su www.politicainsieme,com per averne un’ idea.

Prendiamo atto di quanto il quadro politico sia modificato rispetto a solo pochi giorni fa.

Non c’è solo la novità rappresentata dalla realizzazione di un Governo tra 5 Stelle Pd, riuscita al terzo dopo grazie a Matteo Salvini. Deve essere pure registrata la crescente presa di distanza di Silvio Berlusconi e di Forza Italia dalla destra sovranista più estrema.

Oggi, visto che le elezioni  anticipate si allontanano, si precisano meglio le posizioni anche tra centro destra e destra estrema. Prima, non affioravano pienamente perché si sarebbe potuti andare a una competizione elettorale anticipata e sarebbe stato più comodo presentarsi tutti uniti. Berlusconi, così, con più forza di prima, riscopre di far parte del Ppe e della nuova maggioranza costituitasi a Bruxelles, cui hanno portato un contribuito pure il Pd e i 5 Stelle.

Dalla scelta dei nomi dei ministri scopriremo quanto il nuovo esecutivo, su cui deve giungere il voto del popolo “ grillino” attraverso la piattaforma Rousseau, sarà capace di sottrarsi alle logiche interne strette degli apparati e delle correnti dei due partiti e provare a volare più alto. Lo ha auspicato anche Beppe Grillo.

Vedremo, allora, se si proverà davvero a scegliere tra eminenti rappresentanti della società civile e se sarà possibile far emergere tutte quelle capacità finora tenuta sotto traccia dai partiti, da tutti i partiti, sempre prigionieri della logica che fa prevalere le ragioni di equilibrio interno rispetto a  tutto il resto.

Vedremo ancora, ad esempio, se anche attraverso il coinvolgimento di competenze  consolidate, molte sono interne pure al mondo cattolico, si punterà ad avviare nuove politiche economiche, a favorire lo sviluppo dell’economia civile e circolare, della sostenibilità che non è un qualcosa di vago, bensì un impegno reale per introdurre quelle trasformazioni della struttura produttiva e della vita civile nel segno  della difesa e valorizzazione dell’ambiente  e della lotta a tutte le povertà.

Giancarlo Infante

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