Il Convegno internazionale dei giovani economisti, che avrebbe dovuto svolgersi ad Assisi il 18 marzo scorso avrebbe certamente contribuito a rimarcare una più incisiva presenza dei cattolici nella realtà contemporanea. Tra i vari tentativi posti finora in essere per concretizzare tale presenza ve ne sono alcuni per cui si è ritenuto che la via migliore, la più risolutiva, fosse quella di un diretto interessamento dei cattolici nella vita politica , creando un soggetto che assumesse le caratteristiche di un movimento politico che riunisse le forze sparse dei cattolici, in sostanza un vero e proprio partito.
Proposte in tal senso furono già avanzate a Todi ma i risultati furono alquanto modesti, forse perché i tempi non erano ancora maturi. Tentativi di far rinascere la vecchia Democrazia Cristiana sono stati compiuti da più parti anche in questi ultimi tempi ma gli esiti finora non sono stati all’altezza delle aspettative
Una recente iniziativa di notevole importanza è quella di Politica Insieme, che tra i fondatori vede il prof. Stefano Zamagni, e che ha pubblicato un Manifesto che mira a riunire le forze cattoliche che dovrebbero essere pronte a intervenire anche sul concreto terreno della politica.
La proposta Zamagni è stata accolta da molte personalità del mondo cattolico, che hanno firmato il Manifesto e si sono dette disponibili ad appoggiare il progetto. Certo se le adesioni al Manifesto continuassero fino a raggiungere un numero elevato le prospettive non potrebbero che essere positive. Peraltro, sono ormai molti anni che la Democrazia Cristiana è stata sciolta e quindi i cattolici hanno preso, quasi nella loro totalità, altre strade per cui non sarà facile dare vita ad un nuovo soggetto politico in grado di riunire persone che da tempo militano o comunque hanno dato la loro preferenza a partiti ”laici” della più varia estrazione.
In ogni caso, il Manifesto, qualunque siano gli esiti che da esso potranno scaturire, ha comunque il grande merito di costituire una sorta di chiamata alle armi del mondo cattolico che finora, pur potendo contare su di un gran numero di associazioni ed enti, non ha saputo dare vita a progetti unitari. Le singole forze sono rimaste sparse, variamente impegnate in diversi settori sociali, in generale senza nessuna forma di raccordo o di coordinamento. La conclusione è che, sul piano sociale e politico tali forze sono state condannate all’irrilevanza.
Se questa è la situazione, cosa è opportuno fare? Un’iniziativa da attuare fin da subito, oltre all’appoggio all’iniziativa di Politica Insieme, potrebbe essere, sul piano cultuale, quella della ricerca di una qualche forma di collegamento dei cattolici, singoli, associazioni ed enti, una iniziativa che dovrebbe partire dal basso.
Le varie forze della galassia cattolica, se non vogliono sentirsi condannate ad una posizione del tutto marginale dovrebbero avvertire la necessità di rompere il cerchio dell’isolamento in cui ora esse sembrano essere ridotte.
Occorrerebbe mettere in atto varie iniziative che solo l’azione in comune potrebbe rendere possibili. C’è tutta una serie di associazioni, centri studi, fondazioni, che attualmente operano separatamente senza nemmeno conoscere cosa viene fatto da altri nello stesso settore in cui i singoli operano.
Occorre mettere subito in chiaro che, in un ambito più largo di quello del partito, ai singoli enti e associazioni non si richiederebbe di rinunciare alla loro autonomia e alla loro indipendenza ma solo di prendere contatto con associazioni simili e di attuare una sorta di collegamento in vista dell’attuazione di alcune specifiche iniziative che sarebbero meglio attuate da un gruppo di associazioni anziché dai singoli.
I vantaggi di tale modo di procedere sarebbero molteplici. Innanzi tutto il mettere insieme le competenze consentirebbe di affrontare i problemi con maggiore rigore ed efficacia. Le spese per i singoli progetti, per le ricerche da compiere, potrebbero essere ridotte potendo essere ripartite su più soggetti. Ma c’è soprattutto un vantaggio fondamentale che è quello del maggior risalto che potrebbero avere all’esterno le conclusioni di certi convegni, di certe iniziative se fossero portate all’attenzione dell’opinione pubblica non come le proposte di una singola associazione ma come le conclusioni di un più ampio numero di soggetti del mondo cattolico.
Le proposte che abbiamo sopra avanzate, non sono il frutto di pii desideri o di mere utopie. Si tratta di un percorso che, seppure su scala ridotta è già stato sperimentato, con buoni risultati. La Fondazione Nazionale di Studi Tonioliani, insieme ad altre realtà del mondo cattolico, l ’Unione Imprenditori e Dirigenti (UCID) e la Diocesi di Assisi, hanno organizzato in questi ultimi anni alcuni Convegni Nazionali nel quadro delle “Giornate del Nuovo Umanesimo” .
Ad uno di questi Convegni, sul tema “Lavoro e partecipazione “ organizzato due anni fa ad Assisi, con l’intervento del Vescovo, Mons. Domenico Sorrentino, che svolse un’interessante intervento, partecipò come relatore, l’allora segretario generale della CEI, Mons. Nunzio Galantino. Gli esiti del Convegno, che fu seguito da un gran numero di persone, furono positivi. Certo che se questo evento, come altri del genere, fosse stato organizzato da un numero ben maggiore di Associazioni il risalto e l’incidenza che esso avrebbe potuto avere all’esterno sarebbero stati ben maggiori.
Questa unione di forze tra enti ed associazioni cattoliche su singoli progetti porterebbe indubbi benefici in quanto faciliterebbe i contatti all’interno del mondo cattolico e soprattutto assicurerebbe visibilità all’esterno conferendo rilevanza alle varie proposte che potessero essere avanzate .
Anche se il progetto di Politica Insieme e del prof. Zamagni potesse realizzarsi quanto prima, lo svolgimento di un’ attività culturale in comune di diversi soggetti del mondo cattolico, risulterebbe comunque oltremodo opportuna. Ecco, questa attività culturale potrebbe, anche da subito, contribuire a rivestire un ruolo unificante all’interno del mondo cattolico. In quest’ottica, l’incontro di Assisi, che ci auguriamo possa tenersi quanto prima, potrebbe offrire lo spunto per l’inizio di nuovi rapporti tra enti e istituzioni cattoliche. Nelle giornate di Assisi potrebbero eventualmente essere presi opportuni contatti tra i dirigenti delle varie associazioni, in vista di future collaborazioni. Con ciò si potrebbe realizzare quanto è contenuto nel detto evangelico “ut unum sint”.
Una volta che ci si rendesse conto che il sistema dei collegamenti e delle alleanze tra enti e istituzioni cattoliche, anche se limitate soltanto a singoli progetti, risulta di grande utilità, ci sarebbero le condizioni per proseguire su questa via anche nel futuro.
In conclusione, con l’attuazione di quanto proposto sopra, le singole Associazioni cattoliche manterrebbero in tutto la loro autonomia e indipendenza. Si attuerebbe una sorta di alleanza per singole iniziative, da attuare, anche distanziate nel tempo, il che garantirebbe vari vantaggi, tra cui, lo ripetiamo, una maggiore visibilità all’esterno per cui le conclusioni dei convegni e delle altre iniziative che si intendesse organizzare, come studi e ricerche su certi temi, venendo presentati da più entità riceverebbero una più marcata attenzione sui vari organi di informazione. In tal modo il pensiero sociale cattolico, anziché restare confinato all’interno di piccole realtà locali e risultare di scarso rilievo, potrebbe costituire un fermento vivo per la società.
I collegamenti auspicati sul piano culturale tra organismi cattolici potrebbero costituire un utile sopporto all’iniziativa di Politica Insieme, contribuendo a rafforzarne le basi e ad arricchirla di contenuti.
Romano Molesti
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