“Perdonaci Satnam. Perdonaci di esserci girati dall’altra parte quando ti abbiamo visto lavorare per pochi soldi, senza tutele e né diritti; perdonaci per non aver gridato con te quando la logica del profitto ha preso il sopravvento sull’umanità e sulla dignità della tua persona; perdonaci per non esserti stato accanto quando abbiamo sentito la tua sofferenza, il tuo dolore, la tua speranza di cambiamento.”
Così in una nota le Acli provinciali di Latina esprimono solidarietà e vicinanza alla famiglia di Satnam Singh. “Non si può ancora morire di lavoro, qui si tratta di schiavitù e di sfruttamento delle vite umane – dichiara la Presidente Alessandra Bonifazi – Non possiamo parlare di “leggerezza” o di “incidente”; il lavoro in nero, e in violazione delle norme sulla sicurezza, è una piaga della nostra comunità che fino ad ora non ha trovato soluzioni dalle Istituzioni, ma che invece richiederebbe maggiori risorse umane, più cultura della prevenzione, a partire dalla scuola, maggiori controlli, più formazione e norme più stringenti. E’ innegabile che diventi urgente altresì una legge sull’omicidio sul lavoro, per fermare le morti bianche e contrastare il sommerso. Nel 2024 i dati dell’ Inail mostrano un preoccupante aumento degli infortuni e delle morti sul lavoro nel Lazio, con decessi raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2023; dati che richiedono un intervento immediato e unitario delle Istituzioni e delle Parti sociali e datoriali affinché le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici siano più eque e dignitose”