Si è levata con forza stamani la preghiera del Papa, alla Messa a Casa Santa Marta, per chi ha responsabilità di governo. Perché “il loro lavoro non è facile”, ha detto auspicando che, quando ci sono differenze, capiscano che “nei momenti di crisi, devono essere molto uniti per il bene del popolo, perché l’unità è superiore al conflitto”.
Sono tre gli aspetti centrali di questa preghiera che, nell’intervista, evidenzia Lucia Fronza Crepaz, già presidente del Movimento Politico per l’Unità dei Focolari e formatrice in una Scuola di Politica per giovani:
Decisiva la bussola del bene comune…
R. – Oggi la nostra società è complessa e così la situazione che dobbiamo affrontare. Non è possibile che uno sguardo solo l’affronti. C’è bisogno di una complessità di sguardi diversi in dialogo e mi sembra che questo sia non solo un appello a un valore, ma una strada pratica: o ci mettiamo insieme o non ne usciamo. Ci vuole “l’estremismo del dialogo”, cioè la condizione per fare oggi bene la politica è l’ascolto.
Anche il conflitto costruttivo?
R. – I politologi parlano di “intelligenza incrementale” quando nel dialogo fra posizioni diverse, anche in conflitto, ci si mette insieme e si cerca e ci si piega insieme sul bisogno del popolo, succede che vengono fuori idee che prima non c’erano. Anche perché ogni politico in fondo ha avuto una vocazione verso il bene comune e allora se tu, con il tuo sguardo, richiami nell’altro la vocazione ad essere rappresentanti del popolo, secondo me ci sono “chilometri” da fare assieme.
La lezione del Secondo Dopoguerra – che portò fra l’altro al cosiddetto miracolo economico per l’Italia e pensiamo anche per l’Europa al 9 maggio del 1950, con la storica dichiarazione di Schuman – è stata fondamentale. Pensiamo alle grandi personalità del mondo politico di allora: De Gasperi, Adenauer e Schuman… E’ importante confrontarsi con questi modelli, per affrontare bene anche la crisi di oggi, non solo sanitaria ma anche economica e sociale?
R. – Sì. Un popolo che ha memoria del suo passato, costruisce il futuro. Metterei in luce due cose: la prima è il patto costituzionale, ricordiamoci la Costituzione per cui l’idea liberale, l’idea socialista e l’idea cattolica si mettono insieme e scrivono le regole e il futuro. Questo è qualcosa che va riscoperto. E poi che questi tre uomini politici hanno avuto la capacità di una visione. De Gasperi aveva da ricostruire le case, le strade, le scuole… Quindi, cosa ha lanciato come idea? L’Europa unita. Per assicurarsi la pace. È importante ricostruire tutti i problemi quotidiani perché la politica risponde anche ai problemi quotidiani ma deve nutrirsi di grandi idee e qui i cristiani hanno qualcosa di grande da dire, anche nella responsabilità di questa visione. Mi pare anche che ci sia da riscoprire questa idea che la politica non è solo per i politici ma la politica è qualcosa che attraversa tutte le nostre vite: se c’è una sensibilità che il bene comune passa anche attraverso di me, che la democrazia mi dà in mano un filo che devo tessere, è una responsabilità di preghiera, di idee, di petizioni…Questa responsabilità della politica vissuta nella quotidianità, pregando anche per i politici.
Intervista di Debora Donnini pubblicata su Vatican News ( CLICCA QUI )