Ad ottobre 2021 la situazione economica del paese Italia, inserito integralmente nel contesto economico europeo, alla vigilia della approvazione della prossima legge di bilancio per l’esercizio 2022, presenta tre aspetti importanti da esaminare:

  • rapporto debito pubblico /PIL e deficit/PIL:
  • arrivo di una notevole liquidità da investire sul mercato europeo;
  • attuale stato dell’inflazione.

 

  • RAPPORTO DEBITO PUBBLICO/PIL

Il rapporto debito pubblico/PIL, come descritto in un articolo a firma di Marco Rogari e Marco Trovati, pubblicato su “Il Sole 24 ore” di mercoledì 29 settembre 2021, era  alla fine del 2020 di 155,8% del PIL e il D E F presentato in aprile 2021 prevedeva un aumento a fine di anno di ben quattro punti percentuali, passando da 155,8% a 159,8%. Questa previsione dell’aprile 2021 veniva con la NADEF (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza) modificata passando dalla previsione di 159,8% a 154,00% circa del PIL, con un miglioramento di circa 5,8% della previsione del D E F e migliorando di 1,8% rispetto alla situazione di fine 2020. Lo stesso rapporto deficit/PIL (Rapporto tra entrate e uscite dello Stato e il suo PIL) è passato nella previsione 2021 da 11,8% del DEF al 9,5%del Nadef.

Perché tale miglioramento?

Il miglioramento dei conti pubblici è dovuto a quanto segue:

  1. Incremento delle entrate fiscali in misura maggiore di quanto atteso secondo le stime dell’Agenzia delle entrate e del MEF;
  2. entrate del Recovery Fund o PNRR per la parte che riguarda la quota sussidi o le entrate a fondo perduto;
  3. minori uscite per ridotti versamenti a fondo perduto alla imprese e riguardanti gli aiuti per la stagnazione economica dovuta alle conseguenze della pandemia da Covid 19;
  4. maggiori entrate per crescita economica dovuta al miglioramento del rapporto debito pubblico/PIL a causa di maggiori investimenti pubblici e privati;
  5. minori interessi pagati sul debito pubblico soprattutto a seguito degli interventi della BCE attraverso le seguenti operazioni:
  • il QE (Quantitative Easing) consistente in acquisti di titoli del debito pubblico contrassegnati dalla sigla PSPP (Public Sector Purchase Program);
  • il Recovery fund (Next Generation UE) o PNRR;
  • il SURE che è “fondo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in una emergenza”;
  • interventi della BEI (Banca europea per gli investimenti);
  • MES (meccanismo europeo di stabilità) o ESM che fa parte degli interventi ordinari che prevedono “Fondi sovranazionali di assistenza finanziaria”, non utilizzato.

Tali strumenti servono a dare liquidità al sistema economico dei Paesi dell’Eurogruppo al fine di ridurre la fase di recessione con disoccupazione crescente e bassa produttività.

Come gestire il miglioramento dei conti pubblici e pilotare la ripresa economica attraverso un’azione propulsiva del Governo indirizzata ad aumentare il PIL con interventi mirati alla crescita?

L’occasione è la prossima legge di Bilancio in cui l’azione di Governo dovrà tenere presenti i vincoli del PNRR e porre le basi per il varo di alcune riforme ed interventi vari, tra cui:

  • riforma fiscale attraverso i seguenti interventi: a) rimodulazione delle aliquote fiscali attraverso una minore tassazione del medio reddito troppo penalizzato negli ultimi anni; b) aumento della “no tax area”; c) riduzione del cuneo fiscale, modifica delle detrazioni fiscali, bonus vari, ecc…;
  • riforma delle pensioni. E’ prevista l’abolizione della quota 100 e il suo innalzamento a quota 102, a partire dal 2022;
  • interventi sul salario minimo e sul reddito di cittadinanza;
  • proroga per tutto il 2023 del super bonus edilizio del 110%.

Queste e altre misure sono previste nel progetto della legge di Bilancio presentato dal Governo Draghi ieri 28/10/2021 del valore di 30 miliardi all’anno per tre anni, sotto forma di manovra espansiva.

  • ARRIVO DI UNA NOTEVOLE LIQUIDITA’ DA INVESTIRE SUL MERCATO EUROPEO 

Dall’articolo de “Il Sole 24 Ore” del 24/10/2021 a firma di Carlo Festa, viene evidenziata la notizia di una immissione nel mercato degli investimenti e transazioni commerciali delle aziende europee di una forte liquidità. Si tratta di “miliardi di euro di liquidità” che “sono pronti a riversarsi tramite gli investitori internazionali sulle aziende europee, colpite dalla pandemia, ma ora pronte a cavalcare la ripresa”.

Tale liquidità, si parla di 3.000,00 miliardi di euro, è formata essenzialmente da “liquidità pura, venture capital, fondi infrastrutturali, e “growth fund” (fondi per la crescita) dei quali 1.000,00 miliardi in buyout (“operazione di investimento in base alla quale un’azienda viene acquisita da un gruppo di manager/imprenditori”) e SPAC (Special purpose Acquisition Company), formato da società che investono i capitali raccolti  in operazioni di fusioni con altre società che sono attive e funzionanti sul mercato.

Sicuramente una parte, anche se non rilevante, di questa liquidità si riverserà in Italia e si assisterà a progetti di fusioni, ad acquisizioni di aziende e a consistenti investimenti. La liquidità che si prevede che sarà immessa nel 2021 sul mercato Italiano sarà costituita da circa 100,00 miliardi e a pandemia conclusa si prevede un forte incremento di immissione di liquidità nel nostro Paese.

  • INFLAZIONE

Nell’articolo di Ferruccio De Bortoli sul Corriere della sera del 18/10/2021 viene fuori il problema del pericolo di una crescita non controllata dell’inflazione. Infatti negli USA si rileva una crescita dell’inflazione che attualmente ha un valore del 5,4% e che potrebbe portare ad un intervento calmierante della Federal Reserve attraverso una riduzione della politica monetaria espansiva. Tale manovra andrebbe a contenere l’inflazione e per conseguenza andrebbe a ridurre l’andamento al rialzo dei prezzi, in un momento in cui dovrebbe essere preferita una politica monetaria tendente a difendere il livello attuale di crescita sia dell’attività economica e sia dell’occupazione.

C’è da dire che una inflazione moderata permette all’economia di svilupparsi e di costituire un motivo importante per la ripresa e la crescita economica, specialmente in periodo di crisi. Ai fini di creare un lieve ma incisivo incremento del tasso di inflazione e per accelerare e permettere la ripresa e la crescita economica dell’Eurozona, si è mossa da tempo, già con M. Draghi Presidente, la BCE con gli interventi di Q.E. (Quantitative Easing) e simili e poi la Commissione europea con il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Quindi bisognerà, per il Paese Italia, essere attenti ad una eventuale ripresa non controllata dell’inflazione con aumento dei prezzi al di sopra del tasso di crescita e di produttività degli investimenti pubblici e privati.

Andamento del debito pubblico e suo controllo e graduale rientro; liquidità proveniente da investitori istituzionali, sotto forma di private e/o “public equity” o di altro tipo; controllo del tasso di inflazione da contenere nei limiti del tasso di crescita del sistema economico sono gli elementi da tenere e da valutare in sede di approvazione della prossima Legge di Bilancio.

Prossima legge, che dovrà tener presente le istanze a livello politico e coordinarle con i mezzi a disposizione, senza fermare la crescita economica che è in atto e in previsione. Crescita inoltre aiutata in modo rilevante dalla manovra della BCE con la sua politica di sostegno nell’acquisto di titoli del debito italiano, i cui interessi rientreranno per almeno ¼,” “sotto forma di dividendi al tesoro”, da parte dalla Banca d’Italia (che ormai rappresenta il principale creditore dello Stato, avendo comprato quei titoli per conto della BCE)”. Federico Fubini articolo “Crescere (ma senza errori) – Corriere della Sera del 18/10/2021.

  • PNRR   (Qualità dei progetti e vincoli da rispettare)

Sul PNRR ho già parlato in un mio articolo pubblicato su politica insieme in giugno 2021 dal titolo “RECOVERY PLAN DA NGEU E PROGETTO DEFINITIVO DEL PNRR GOVERNO DRAGHI” e da quale riporto quanto segue:

“Nel PNRR i progetti presentati dal Governo di Mario Draghi e inseriti nelle sei missioni,…., sono stati costruiti tenendo presenti due aspetti fondamentali: a) l’alto profilo economico-sociale, ecologico e digitale dei progetti che devono essere di alta utilità economico-produttiva con creazione di ricchezza e flussi di ricchezza reali; b) l’elevato tasso di rendimento sociale (così come definito da Mario Draghi in una intervista al giornalista del Corriere della Sera Federico Fubini).

Un elevato Tasso di rendimento sociale” dei progetti permetterà di ottenere i finanziamenti UE, in quanto essi produrranno ricchezza reale e daranno inizio alla crescita economica della Eurozona. Pertanto il “tasso di rendimento sociale” dei progetti del PNRR dovrà essere elevato e aver superato i tests di ingresso previsti, così da permettere e giustificare gli investimenti pubblici e assicurare la ripresa economica e la prevista creazione di posti di lavoro. I progetti che si rileveranno utili permetteranno quindi di rendere sostenibile il debito pubblico con il loro tasso di rendimento sociale positivo e iniziare la conseguente crescita economica. (Dal mio articolo del 05/03/2021 Recovery Plan: dal Governo Conte 2 al Governo Draghi) Il rendimento di ogni progetto dovrà essere elevato e tale da superare i tests di approvazione in modo da soddisfare oltre alla variabile reddituale con tasso di profitto maggiore del tasso di interesse di mercato, anche quella sociale riguardante il passaggio del “massimo ofelimitario per la collettività in “massimo ofelimitario della collettività” di cui V. Pareto parla nei suoi scritti sociologici. (Vedi mio articolo del 04/02/2021 – Crisi politica e pandemia). In tal modo si permetterà il raggiungimento della sostenibilità del debito pubblico.

Aggiungo inoltre la seguente considerazione: la condizione minima del rendimento economico-sociale dei progetti, al fine di rendere sostenibile il debito pubblico, è che il tasso di profitto degli stessi, che di solito deve superare la condizione dell’impresa marginale, deve  comunque soddisfare, come condizione necessaria e sufficiente dell’equilibrio economico dell’impresa, la copertura da parte dei ricavi del costo economico-tecnico, concetto così come calcolato in  economia-aziendale e in ragioneria nella rappresentazione della configurazione dei costi (aggiungendo pertanto al costo complessivo, cui fa riferimento l’impresa marginale, i valori figurativi del tipo compenso all’imprenditore, gli interessi di computo, ecc…).”

DEBITO PUBBLICO

Inoltre sull’assorbimento del debito pubblico riporto quanto da me scritto nell’articolo “L’Italia si gioca tutto con il Recovery Fund”  ( CLICCA QUI ). “Per quanto riguarda la situazione del debito pubblico, formatosi in aggiunta a quello esistente, durante e post pandemia bisogna fare una doppia considerazione:

Una prima riguarda il debito pubblico formatosi e che si andrà a formare nel periodo della pandemia (a gennaio 2021 il debito pubblico era di 159 miliardi di euro circa e dovuto a ripetuti scostamenti di bilancio approvati dal Parlamento italiano nell’anno 2020 e nel 2021). Per rendere neutro tale tipo di debito, faccio propria la proposta del prof Carlo Cottarelli da me già citata in un mio articolo dal titolo “L’Italia si gioca tutto con il Recovery Fund” e di cui riporto quanto segue: “Tali debiti dovrebbero essere assorbiti dalla BCE e congelati in una riserva straordinaria, come suggerisce in un suo articolo l’economista Carlo Cottarelli. L’assorbimento dei debiti da sussidi pubblici, come i finanziamenti dalla BCE, eliminerebbero due problemi che sorgono ad ogni finanziamento e che sono:

  • il pagamento degli interessi;
  • la possibilità che alla scadenza il finanziatore (Banca e/o società o Ente) potrebbe, a richiesta, non rinnovare il debito creando seri problemi di liquidità.

CONSIDERAZIONI SUL MANTENIMENTO DELLA CRESCITA ECONOMICA

L’UE ai fini di ridurre gli effetti negativi della gestione dell’euro dovrebbe: 1) adottare una politica economica unitaria ed armonizzata con quelle dei singoli Stati appartenenti all’area dell’eurozona; 2) riforma del sistema bancario con il ritorno alla specializzazione delle banche (credito a breve, medio e lungo termine) e relativa scorporazione del “merchant banking” in modo che le banche possano finanziare gli investimenti delle imprese a seconda che siano investimenti di breve termine e di natura mercantile e/o di trasformazione tecnico-produttiva o di lungo termine. Il tutto controllato dalla BCE in armonizzazione con le Banche Centrali dell’eurozona; 3) ritorno agli investimenti pubblici in infrastrutture e opere pubbliche tali da  creare un effetto espansivo strutturale di crescita e di occupazione (rivisitazione di quanto detto dal Keynes); 4) riforma fiscale e lotta reale all’evasione tale da creare con l’incremento delle entrate il ritorno necessario alla copertura e alla neutralizzazione della spesa pubblica non corrente; 5) abbandono della politica di austerity e svalutazione interna; ecc…. .

Si avrebbe pertanto un doppio effetto: a) annullamento e sterilizzazione della maggiore spesa pubblica insieme all’intervento di acquisto dei titoli di Stato da parte della BCE; b) redistribuzione della ricchezza con miglioramento salariale delle fasce più deboli e ciò anche attraverso un’imposta che andrebbe a colpire i grossi patrimoni e le rendite di posizione che si sono avvantaggiate della recente crisi economica e degli effetti disastrosi della pandemia da Covid 19 ancora in atto.

Antonio Mascolo

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