Mi accingo a fare una modesta analisi delle elezioni di domenica, conscio di aver pochi dati e di non essere un addetto ai lavori, ma desidererei essere, per me stesso innanzitutto, più attento alla politica per quella responsabilità civica, da tempo assopita in noi Italiani.
Vorrei concentrarmi nella comparazione tra le due regioni, perché si presentano come estremi della realtà italiana, perché uno dei più gravi problemi sociali e politici italiani è proprio la forbice tra Sud e Nord
Una considerazione è sui dati certi dell’affluenza alle urne: l’Emilia ha aumentato decisamente la percentuale arrivando al 67,67 %, con un incremento del 30% rispetto alle regionali del 2014, ma ritornando esattamente a quelle del 2010.
Cosa può significare? quel 30% sono gli elettori, che si erano disamorati nel 2014 e si erano aggiunti ai “disamorati cronici” facendo aumentare il maggior partito italiano, che è quello degli assenteisti, ma hanno sentito la loro responsabilità civica e sono tornati al voto, ma turandosi il naso…
Per altro questa decisione la hanno presa nell’ultimi giorni stando ai sondaggi, perché lì c’è stata una novità, che gli ha fatto una chiamata in correo: le Sardine. Di loro ho già parlato su questo giornale, ma adeso va fatta un’ulteriore considerazione. Questo movimento ha voluto ribadire la necessità di avere il metodo democratico, come elemento principe della politica. Dichiaravano, altresì, la loro antiteticità alla destra di Salvini, ma erano attenti a non confondersi con il PD, anzi, dimostravano una alternatività verso una sinistra, ingombrante e saccente.
Questa differenza del 30%, a parere mio, sono elettori non più fidelizzati al PD e, forse, a questa alternativa netta destra-sinistra. Lo strappo, che si è avuto nel 2014, permane. Sono molto critici, sono pronti a ritornare nell’ombra dell’astensionismo, non si trovano più a loro agio in esso!
Se il PD rimane fermo ed autoreferenziale li perde definitivamente: questa è la realtà, non viva sugli allori. Ci vogliono novità vere e uomini nuovi!
In Calabria non è successo nulla, era tutto scontato, come dicono i media? Non sembra!
È vero che le percentuali sono le stesse delle precedenti e terribilmente basse (44,32%), ma comunque vi è stato un cambiamento politico. Losi potrebbe considerare come un “normale” avvicendamento, come favorisce il maggioritario, ma non è così.
In Calabria non c’è stata nessuna novità, da parte della sinistra, nemmeno nel metodo di scegliere il candidato-governatore, imprenditore stimabile, col vizietto di girovagare, da quel che si dice sui media, tra vari partiti (PD-AN-M5S-PD). Non c’è stata nessuna discontinuità, probabilmente la conservazione in Calabria impera anche nella sinistra.
Qualcuno avverta il PD di non cullarsi nella vittoria emiliana e darsi una scossa, non pensi che una fagocitosi strisciante del M5S possa salvarlo da una deriva pericolosa, perché gli elettori di questo movimento erano, in gran parte, i sui delusi: si creeranno altri partiti, che giustamente vorranno intercettare questi elettori, in una situazione proporzionalistica. Io voglio non credere nell’indifferenza degli Italiani (si veda ciò che hanno ottenuto le Sardine), ma è imperante una grande diffidenza verso gli attuali Partiti ed io mi iscrivo ad essa amaramente.
Questi elettori in libertà sono moderati, democratici convinti, molti sono di ispirazione cristiana-cattolica, ma sono arrabbiati, perché delusi e preoccupati di non trovare più un partito, che li corrisponda e delusi, delusissimi dell’attuale andazzo. Sono ancora quelli dell’appello del 1976 di Montanelli, quelli, figli del maggioritario degli anni ’90, e quelli, più giovani ancora, insofferenti dell’autorefenzialità e dell’immobilismo attuale e a tutti riecheggia il “turarsi il naso e votare di controvoglia”, di mezzo secolo addietro, come un fato ineluttabile. Non lo vogliono fare più: votare di controvoglia! Sono elettori, che di certo guardano a sinistra, ma hanno bisogno di essere riconosciuti, nelle loro esigenze ideali e morali.
Il PD li ha delusi, perché non è riuscito a cogliere la ricchezza nel fare sintesi vissuta delle culture marxiste, cristiano-cattoliche e socialista.
E a maggio si va a votare, puranco, da noi…
Alfonso Barbarisi
Pubblicato su La Repubblica il 29 gennaio 2020