Si è rivelato di notevole interesse il dibattito su “Autonomia, governance e amministrazione delle scuole: analisi e prospettive” promosso da Anquap (Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche) e svoltosi a Roma il 20 giugno 2019, al quale è intervenuto anche il Coordinatore del comitato scientifico di Tuttoscuola Alfonso Rubinacci.

L’Anquap ha raccolto in un Manifesto programmatico le molte analisi e proposte di riforma e rilancio della qualità della scuola avanzate nel tempo, in particolare negli ultimi anni sotto la presidenza di Giorgio Germani, tra cui l’apertura delle scuole, come centri di vita educativa e sociale per il territorio di riferimento, per “tutto l’anno e tutto il giorno”.

Un’altra proposta avanzata riguarda la governance gestionale delle scuole affidata a un board (Consiglio di Amministrazione) diretto dal Dirigente scolastico, affiancato da un ‘Middle management’ costituito dal DSGA e da tre docenti per ogni scuola. I docenti che acquisiscono il ruolo di professional lo mantengono per tutta la carriera, non svolgendo più attività di insegnamento, con un orario di lavoro uguale a quello del DSGA e vengono retribuiti con un compenso più elevato.

Al dibattito è intervenuto anche il presidente territoriale dell’ANCODIS (Associazione Nazionale Collaboratori Dirigenti Scolastici) di Palermo, Rosolino Cicero, che ha sottolineato la necessità di procedere al riconoscimento giuridico e contrattuale dei Collaboratori dei DS da parte del MIUR e dei sindacati.

Cicero ha ribadito che “l’attuale governance di un’autonoma Istituzione scolastica è ancorata ad una visione vecchia che non tiene conto della complessità di una scuola e dei compiti assegnati in relazione agli aspetti organizzativi, amministrativi e didattici”, la cui responsabilità è affidata alle competenze di “Collaboratori i quali, insieme ai DS ed ai DSGA, si adoperano quotidianamente ed in ciascuna scuola al funzionamento ed all’organizzazione del servizio scolastico”. Si tratta di figure professionali intermedie per le quali però non esiste alcun riconoscimento contrattuale.

Il rappresentante dell’ANCODIS ha perciò chiesto che nel prossimo CCNL “si ponga in primo piano la visione di una scuola fondata sul merito e sul lavoro di quanti – oltre l’attività di docenza – si impegnano intensamente e quotidianamente per garantire il migliore servizio possibile per alunni e famiglie” infrangendo “l’ideologica, ipocrita ed arcaica visione professionale che ci rende tutti uguali nel lavoro, nelle mansioni, nei risultati, nella carriera e ci distingue solo nell’anzianità”. La richiesta dell’Associazione è che nella prossima contrattazione venga istituita una “terza Area” che si occupi di queste figure intermedie, da riconoscere come “quadri” della scuola italiana.

Si tratta di una proposta antica, che si è sempre scontrata con la storica avversione dei sindacati italiani per qualunque formula che mettesse in discussione il tabù dell’unicità della funzione docente. Per fare un esempio, una dettagliata proposta di riarticolazione delle figure docenti fu avanzata agli inizi degli anni ottanta dalla rivista ‘Scuola democratica’ in un articolo a firma dell’allora direttore responsabile Orazio Niceforo (“Alla ricerca della professionalità docente”, aprile-giugno 1982). Altre proposte del genere furono avanzate nel tempo, più recentemente anche da Tuttoscuola, ma non se ne è fatto finora mai nulla. Ora ci riprovano anche l’Anquap e ANCODIS: non sarà facile, anche se la diffusione e il rafforzamento del middle management nella scuola resta un nodo cruciale e indispensabile.

Alfonso Rubinacci

Già pubblicato su TuttoscuolA.com

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