(Introduzione)

In primo luogo il Papa dichiara che la presente Enciclica è ispirata anzitutto dal pensiero di San Francesco per il quale la fraternità è aperta all’amore per ogni persona, sia vicina che lontana, perché nell’amore di Dio Padre siamo tutti fratelli, sia cristiani che non cristiani.

Infatti con la sua visita al Sultano Malik-al Kamil da lui compiuta in periodo di crociate, San Francesco raccomanda la fraternità anche nei confronti di coloro che non condividono la nostra fede.

Nell’Enciclica il Papa vuole raccogliere, con dovuti approfondimenti, tutti i cenni e i pensieri che Egli stesso ha già espresso sulla fraternità e sull’amicizia sociale in varie circostanze.

Oltre a San Francesco, il Papa si richiama anche a due personaggi attuali che Egli ha visitato e con i quali ha condiviso gli stessi temi in documenti sottoscritti.

Il primo è il Patriarca ortodosso Bartolomeo il quale, avendo proposto con molta forza la cura del creato, ha contribuito all’ispirazione dell’enciclica Laudato sì.

Il secondo è il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, da lui incontrato ad Abu Dabi, col quale ha sottoscritto il principio comune che Dio ha creato gli esseri umani uguali nei diritti e nella dignità e li ha chiamati a convivere come fratelli.

Quindi l’amore fraterno che ha dimensioni universali è aperto a tutti e questo sogno di fraternità e amicizia sociale, che si ispira alla convinzione cristiana, è aperto al dialogo con tutte le persone di buona volontà.

Il Papa aggiunge che l’irruzione sul piano mondiale del covid 19, ha messo in luce, con tutte le nostre false sicurezze, anche l’incapacità di agire insieme e quindi la frammentazione che rende difficile risolvere insieme i problemi che toccano tutti.

I sistemi e le regole oggi esistenti non riescono a risolvere i problemi di tutti: è necessaria un’aspirazione mondiale alla fraternità.

Dobbiamo sognare un’umanità unica fatta della stessa carne, dove ciascuno con la ricchezza della propria fede o delle proprie convinzioni riconosca che siamo tutti fratelli!

Capitolo primo : LE OMBRE DI UN MONDO CHIUSO

 (Il Papa presenta una serie di 14 capoversi che rappresentano tante realtà che di fatto impediscono la fratellanza e l’amicizia sociale.)

 Sogni che vanno in frantumi. Molti sogni di pace e fratellanza si stanno sfaldando. Per esempio il movimento di integrazione europea, come pure quello, ancora in fase iniziale, di integrazione latino americana.

Sembra che la storia stia andando all’indietro: si riaccendono conflitti, i livelli di bene non si raggiungono una volta per sempre. L’apertura praticata dal mondo dell’economia e della finanza verso un’economia globale tende a un modello culturale unico, favorisce l’identità dei più forti e dei poteri economici trasnazionali, ma indebolisce la capacità della politica di sviluppare un’esistenza comunitaria.

 La fine della coscienza storica

Le ideologie di diversi colori tendono a misconoscere i valori costruiti sulla storia, a partire da zero, per far dominare il proprio pensiero e il proprio profitto.

E’ la colonizzazione culturale che dissolve la coscienza storica, il pensiero critico, l’impegno per la giustizia e i percorsi di integrazione.

Le parole democrazia, libertà, giustizia sono manipolate e utilizzate solo come strumenti di dominio.

Senza un progetto per tutti

La politica non è più una sana discussione sui progetti a lungo termine per lo sviluppo del bene comune, ma una manipolazione del dibattito per negare agli altri il diritto di pensare. E’ uno scontro di tutti contro tutti, dove vincere equivale a distruggere, così che il cammino duro e lento verso un mondo più giusto arretra drasticamente.

Stiamo producendo una cultura vuota, priva di un progetto comune, protesa solo verso l’immediato.

Lo scarto mondiale

La persona umana non è più sentita come un valore da rispettare e tutelare, ma si agisce operando una selezione umana per favorire il privilegio, il vantaggio del più forte, con lo scarto dei più deboli, giungendo persino allo scarto alimentare.

Sono segni di scarto la mancanza di figli, l’abbandono degli anziani che impoverisce le famiglie e priva i giovani del necessario contatto con la loro saggezza.

L’ossessione di ridurre i costi del lavoro produce disoccupazione e povertà.

Lo scarto umano produce persino il razzismo che sembra nascondersi e riappare sempre.

Aumenta la ricchezza, ma non lo sviluppo umano integrale e per contro aumenta la povertà, intesa anche nel contesto storico concreto.

Diritti umani non sufficientemente universali

La dignità dell’uomo non viene rispettata e i suoi diritti non sono riconosciuti e garantiti, mentre permangono nel mondo visioni antropologiche riduttive e modelli economici fondati sul profitto che non esitano a sfruttare, scartare e persino a uccidere l’uomo. C’è da una parte l’opulenza e dall’altra la dignità umana disprezzata e calpestata.

Le società in tutto il mondo non riconoscono che la donna ha la stessa dignità e gli stessi diritti dell’uomo: le donne sono doppiamente povere.

Anche la schiavitù è ancora diffusa nel mondo e milioni di persone di ogni età vengono private della libertà in forma assimilabile alla schiavitù, la persona è considerata solo come oggetto, come mezzo e non come fine.

Il Papa cita poi come atti aberranti la violenza sulle donne, costrette poi ad abortire e come atti abominevoli il sequestro di persone per la vendita dei loro organi.

Contro le organizzazioni criminali globali occorre uno sforzo altrettanto globale da parte dei diversi attori della società.

 Conflitto e paura

 Le situazioni di violenza, di persecuzioni razziali e religiose, di soprusi contro la dignità umana che si moltiplicano nel mondo assumono le fattezze di “una terza guerra mondiale a pezzi”.

La stabilità della pace si garantisce sulla base della paura e della sfiducia.

Sussiste la paura che ciò che proviene fuori dal nostro ambiente, gli uomini che non sono del “mio mondo” non sono considerati esseri umani pari a noi; si alzano muri del cuore e della terra per impedire incontri con altre culture.

Le persone abbandonate dal sistema sono terreno fertile per le mafie che si impongono come protettrici dei dimenticati, formano un falso spirito comunitario e creano dipendenza e subordinazione.

Globalizzazione e progresso senza una rotta comune

Con il grande Imam Ahmad Al-Tayyed riconosciamo che nei paesi sviluppati ci sono molti aspetti positivi, ma insieme si verifica il deterioramento dell’etica, l’indebolimento dei valori spirituali e del senso di responsabilità. Ciò contribuisce a diffondere focolai di tensione, paura del futuro, ingiustizia, crisi politiche e una distribuzione iniqua delle risorse naturali.

Muoiono di fame milioni di bambini su cui regna il silenzio internazionale. Viene meno il senso di appartenenza alla stessa umanità, si dimentica che siamo sulla stessa barca, si crea isolamento e chiusura in se stessi o nei propri interessi.

Isolamento no, sicurezza sì; cultura dello scontro no, cultura dell’incontro sì!

Si corre senza una rotta comune, si crea separazione tra il singolo e la comunità umana, alla crescita del progresso tecnico e scientifico non corrisponde la crescita dell’equità e dell’inclusione sociale, noi oggi sappiamo seguire le orbite dei pianeti lontani, ma ignoriamo i problemi dei fratelli e delle sorelle che ci orbitano intorno.

 Le pandemie e altri flagelli della storia

Dalla pandemia che colpisce la comunità internazionale ci si salva solo insieme, essa fa cadere le false sicurezze e conferma l’appartenenza all’intera umanità come fratelli. Ci fa ripensare le nostre relazioni e il senso della nostra esistenza.

C’è il rischio che poi dimentichiamo il senso della storia; se non recuperiamo il senso della solidarietà torneremo al tutti contro tutti che è peggio della pandemia.

 Senza dignità umana sulle frontiere (Le migrazioni)

Chi si oppone alle migrazioni non si rende conto che dietro ci sono tante vite lacerate.

Gli emigranti incontrano percorsi di violenze, sofferenze indicibili, separazioni dal proprio contesto culturale e religioso. Le comunità di origine, a loro volta, perdono gli elementi più vigorosi e intra- prendenti. Nei paesi di arrivo trovano xenofobia e non vengono considerati come persone con la stessa dignità: meno umani!

La legge dell’amore fraterno va verso ogni persona umana al di là dell’origine, del colore, della religione.

L’Europa col suo patrimonio culturale e religioso deve difendere la centralità della persona umana e trovare l’equilibrio tra i diritti dei propri cittadini e l’accoglienza dei migranti. I timori non impediscano l’apertura verso gli altri, non creino intolleranze chiuse e addirittura, senza accorgersene, forme di razzismo.

 L’illusione della comunicazione (digitale)

La comunicazione digitale elimina il rispetto verso l’altro, da una parte lo ignora, dall’altra invade la sua vita senza rispetto e senza pudore.

I media digitali producono isolamento e ostacolano relazioni interpersonali autentiche, hanno l’apparenza della socievolezza ma amplificano l’individualismo, la xenofobia, il disprezzo dei deboli non gettano ponti, non misurano l’umanità.

 Aggressività senza pudore

Molte piattaforme digitali uniscono coloro che la pensano allo stesso modo, ostacolano il confronto tra le differenze. I media (compresi quelli cattolici) tollerano diffamazione e calunnia, sembrano escludere l’etica e non contribuiscono alla fraternità che il Padre comune ci propone

 Informazione senza saggezza

L’ansia di produrre, di dissimulare, di modificare induce a separare e a escludere ciò che non è gradito. Similmente si escludono e si eliminano persone o situazioni sgradevoli e creiamo un circolo vizioso che ci isola dalla realtà.

Il mondo umano oggi non accoglie l’altro, è sordo, non sa ascoltare. La saggia comunicazione umana è a rischio, si esclude ciò che è profondo o complesso, si impedisce la saggezza comune.

Dobbiamo cercare la verità nel dialogo, la saggezza non si fabbrica con la ricerca di informazioni in internet, non si ricerca ciò che è essenziale per dare un senso all’esistenza.

La via della fraternità locale e universale esige spiriti liberi e disposti a incontri reali e non superficiali.

 Sottomissioni e disprezzo di sé

I Paesi economicamente forti si presentano come modelli culturali ai Paesi poco sviluppati, invece ogni Paese deve coltivare e sviluppare i propri valori, deve creare, non copiare e soprattutto non deve demolire la propria autostima.

I media tendono a omogeneizzare il mondo e favoriscono il vantaggio dei più forti, dei potenti e degli sfruttatori.

Ogni popolo deve integrare le proprie generazioni e le proprie comunità.

 Speranza

La pandemia ha permesso di apprezzare chi ha operato per il bene di tutti, anche col sacrificio della propria vita. Dio continua a seminare i semi del bene.

Questa enciclica vuole dare voce alla speranza per indicare i grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa.

 Capitolo secondo: UN ESTRANEO SULLA STRADA

 In questo capitolo il Papa prima di impostare le sue linee di azione, presenta e approfondisce la parabola del Buon Samaritano.

Poi ricorda l’omicidio di Caino e la domanda di Dio che chiede a lui di suo fratello e richiama quindi il concetto di “prossimo”.

Presso gli Ebrei l’amore verso il prossimo si limitava ai membri della stessa nazione, mentre nel Nuovo Testamento l’appello diventa universale; San Paolo e Giovanni chiedono di amare tutti come fratelli, anche gli stranieri.

Il Samaritano ha dedicato tempo e cure all’uomo ferito lungo la strada mentre le persone importanti nella società l’avevano trascurato. Molti oggi fanno come questi (anche negli incidenti stradali). Il buon Samaritano ha mostrato che noi siamo legati agli altri e che la vita “non è tempo che passa, ma tempo di incontro”.

Davanti a tanto dolore nel mondo dobbiamo essere come il Samaritano, altrimenti siamo dalla parte dei briganti o di chi non conosce il prossimo. “ Noi siamo fatti per la pienezza che raggiunge solo con l’amore”.

L’inclusione o l’esclusione di chi soffre definisce tutti i progetti economici, politici, sociali o religiosi.

Noi stessi ogni giorno abbiamo da scegliere se essere buoni samaritani oppure viandanti indifferenti. Questa è la sfida attuale di cui non dobbiamo avere paura. Gesù con questa parabola mostra fiducia nella parte migliore dello spirito umano perché costruisca una società degna di questo nome.

I briganti oggi sono quelli che abbandonano, che usano violenza per interessi di potere, di accumulazione.

Quelli che passano sono gli indifferenti, (persone o Stati), che disprezzano i poveri. Nella Parabola erano addirittura persone religiose: un sacerdote e un levita. Il paradosso è che talvolta coloro che non credono in Dio vivono la sua volontà meglio dei credenti.

Quelli che passano per la strada e guardano dall’altra parte sono, in pratica, segreti alleati dei briganti. Alimentano la mancanza di speranza e di solidarietà: così chi opera per interessi occulti, chi si è impadronito delle risorse opera la sua dittatura di sulle opinioni e sul pensiero.

Dobbiamo anche noi essere attivi nel sostegno delle società ferite, essere buoni samaritani e non fomentare odi o risentimenti.

Che altri pensino all’economia o alla politica per giochi di potere, noi mettiamoci al servizio del bene e di ciò che è buono.

Però non facciamolo da soli dobbiamo incontrarci in un NOI più forte delle individualità e della stessa somma delle individualità

Tutti abbiamo responsabilità verso quel ferito che è il popolo stesso e tutti i popoli della terra.

Ogni uomo, donna, bambino, anziano fragile ha bisogno del buon samaritano ed è il nostro “prossimo”.

Con questa parabola Gesù rovescia il significato di “prossimo” rispetto a quello allora conosciuto, di “chi è vicino” e invita noi “a farci vicini, prossimi”, come il samaritano che si è fatto prossimo del giudeo ferito.

Dobbiamo dare alla nostra capacità di amare una dimensione universale.

Cristo stesso ha versato il suo sangue per tutti e per ciascuno e anche la stessa Trinità è una comunità di tre persone. La teologia, quindi arricchisce la riflessione sulla verità dell’amore del prossimo.

La catechesi e la predicazione devono sostenere in modo diretto il senso sociale  dell’esistenza e la dimensione fraterna della spiritualità.

Capitolo terzo: PENSARE E GENERARE UN MONDO APERTO

Il Papa premette al capitolo il principio che l’uomo realizza pienamente se stesso solo nell’incontro con gli altri.

Al di là

La capacità di trascendere da se stessi non può limitarsi alla coppia, alla famiglia o al piccolo gruppo:

“I gruppi limitati al noi sono forme idealizzate di egoismo e di mera auto-protezione.”

Il valore unico dell’amore

Il dinamismo che realizza l’apertura dell’uomo verso le altre persone è la carità. Senza la carità tutte le virtù che rappresentano i valori sarebbero solo un’apparenza di virtù.

Al primo posto della statura spirituale dell’uomo c’è l’amore che pone l’attenzione verso l’altro, come se fosse se stesso, che è carità.

Il Papa definisce l’amore che ci spinge a cercare il meglio per la vita del prossimo come “amicizia sociale” che permette la fraternità aperta a tutti.

La progressiva apertura dell’amore

L’amore ci fa tendere verso la comunione universale, il senso pieno della reciproca appartenenza.

Gesù ci ha detto: “Voi siete tutti fratelli”.

Questo vale anche per le varie regioni e i vari Paesi. Le interconnessioni e le comunicazioni che legano tutto il mondo danno consapevolezza del comune destino tra le Nazioni della terra.

Società aperte che integrano tutti

L’apertura universale dell’amore deve dirigersi prima di tutto verso gli immigrati che sono vicini e intorno a noi, perché il razzismo è un virus sempre in agguato.

Anche le persone disabili sono esiliati occulti, senza una cittadinanza piena, non hanno bisogno solo di assistenza, ma più ancora di partecipazione alla vita civile ed ecclesiale e soprattutto di pari dignità. Lo stesso dicasi per gli anziani.

Comprensioni inadeguate di un amore universale

Quest’amore universale è ciò che il Papa chiama “amicizia sociale”, che vale non solo come apertura universale, ma anche come apertura verso il proprio popolo. E’ falso universalismo viaggiare per il mondo senza amare il proprio popolo.

L’universalismo sociale non è la globalizzazione che ha lo scopo di omogeneizzare e di dominare.

Il falso universalismo della globalizzazione distrugge la peculiarità di ciascun popolo: dobbiamo vivere in pace e armonia senza essere tutti uguali.

Andare oltre un mondo di soci

Riprendiamo la parabola del buon samaritano

Nel mondo di oggi, fatto di gruppi sociali separati, la parola “prossimo” insegnata dalla parabola perde ogni significato.

Libertà, eguaglianza e fraternità

La libertà e l’uguaglianza, che sono valori, non valgono senza la fraternità che offre loro molta positività: la volontà politica di sviluppare l’educazione al dialogo alla reciprocità al mutuo arricchimento dei valori. La definizione astratta che tutti gli uomini sono uguali non vale senza la fraternità consapevole.

L’individualismo è il virus più difficile da sconfiggere. ( Segue )

Delfino Tinelli

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