Il sovranismo è proprio una moneta falsa. Ne abbiamo già avuto tante dimostrazioni recenti. E nonostante la storia del secolo scorso, in gran parte fatta di sovranismi di ogni genere e da un male interpretato sentimento nazionale, abbia visto riempire i cimiteri di guerra e, purtroppo, tante, troppe fosse comuni. Dà lo stesso suono di un vaso fesso che raccoglie solo intrugli di pensieri impossibilitati a sostenere la verifica della verità – visto come si devono nutrire di disinformazione e distorsioni della realtà- e soprattutto non regge all’esame della coerenza.
L’ultimo esempio ci è venuto da Matteo Salvini su Zelensky. Al “ruspante” agli occhi di Berlusconi, che si pavoneggia in tutte le assisi mondiali in cui si riuniscono i fanatici più infrequentabili della destra xenofoba e razzista, non va proprio bene che gli ucraini difendano la loro terra e la loro libertà. ” Zelensky si sieda al tavolo con Putin, non faccia il permaloso”, sentenzia quello che è l’erede dell’anelito “alla libertà del Nord”.
Salvini punta sulla “congiunzione astrale” di due stelle che lui crede possano davvero cambiare il mondo così come piacerebbe a lui fosse cambiato. Non è un caso se ha imbarcato Vannacci, il teorizzatore del “mondo al contrario”.
Un tempo, Umberto Bossi dispiegò una rete di relazioni a livello mondiale con tutti i gruppi che, in Europa e fuori, lottavano per l’autonomia rispetto ai governi centrali dei loro paesi. Discutibili che fossero, quei rapporti avevano una loro dignità nonostante che a qualcuno potessero apparire surreali in un mondo che si stava sempre più integrando. Comunque, uno dei tanti aspetti di quella postura popolare della Lega, qualcuno preferirà chiamarla populistica, che poco ha in ogni caso a che fare con la mancanza di rispetto di un anelito alla libertà da riconoscere agli ucraini come a tutti gli altri popoli.
A meno che la trasformazione della Lega con Salvini non l’abbia ridotta solo al livello dei meeting all’Hotel Metropol di Mosca … e alla ricerca di affari petroliferi e non solo.