La vicenda di Sam Altman,  che i questi giorni ha dapprima sorpreso, poi diviso e infine affascinato l’America, ricorda inevitabilmente quella di Cristoforo Colombo, dopo il ritorno nel Vecchio Mondo, quando s’incominciò a intuire la rilevanza della sua conquista. Conquista, quella della AI, forse anche più straordinaria e portatrice di cambiamento di quanto non fu in definitiva la scoperta dell’America. E la ricorda non solo per l’immensità delle prospettive che essa apre, ma anche per la dinamica di reazioni e controreazioni politiche che portò al tentativo della corona di Spagna di annullare le concessioni contenute nelle Capitolazioni del 1492 e di negare al navigatore genovese il ruolo che si era conquistato.

E’ chiaro infatti che la decisione – in definitiva annullata – del board di OpenAI, di togliergli la guida di quella che è inequivocabilmente la sua creatura nasce da un contrasto che va oltre il disaccordo sul futuro dell’azienda e degli enormi capitali in essa investiti.

Il tentativo di decapitare OpenAI nasce da uno scontro inconciliabile tra le aspettative e i timori sul futuro dell’Intelligenza Artificiale.  Uno scontro che vede da un lato poteri – non solo grandi, come i Governi che il premier britannico Sunak ha riunito venti giorni fa a Bletchley Park, per parlare della “minaccia” rappresentata dalla AI, ma anche piccoli, o addirittura meschini – che vorrebbero bloccare subito  lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale. E dall’altro lato, delle forze morali, intellettuali e – in definitiva – politiche, che sembravano spente nella Società contemporanea, ma che non hanno evidentemente perso la capacità di periodicamente risorgere , e che incarnano invece una visione che si oserebbe definire “prometeica”, un bisogno di assoluto – come quello di un eroe romantico – e un tentativo di assalto al cielo.

La rivolta dei parassitari

Sam Altman, ha scritto il New York Times, “anche se veniva da quel tipo di inventori” che pensavano al “mercato dei tostapane collegati ad internet” era il CEO della “azienda dominante nel campo dell’AI, e “che prometteva che l’Intelligenza Artificiale avrebbe spalancato all’umanità le porte della prima età dell’oro”.

Così, nell’ultimo anno, egli aveva indossato un mantello che era stato di Steve Jobs: il mantello dell’imprenditore di Silicon Valley “cui era  affidato il compito di preparare il futuro”.  Il mantello più prestigioso a Silicon Valley, ma anche il mantello che è ora diventato il più difficile da portare. Perché, dicono alcuni, “il futuro è pieno di pericoli” e – con l’arrivo dell’intelligenza artificiale – sempre più persone temono il rischio di essere da questa controllate, anziché di esercitare il controllo.

È questo il tipo di persone di sentimenti che hanno portato all’iniziale azzardata “espulsione” di Sam Altman dal vertice dell’azienda che egli aveva condotto brillantemente al successo. Un tentativo di incatenare Prometeo, il cui fallimento ha peraltro rischiato di suscitare una redistribuzione delle forze tecniche ed imprenditoriali in campo a vantaggio, nel caso specifico di Microsoft, ma in generale a favore dei pochi giganti..

“Storicamente, i momenti di flessione tecnologica possono essere molto importanti per iniettare concorrenza nei mercati. Se ci sono attori dominanti, una tecnologia completamente nuova può renderli parzialmente obsoleti. Ma con l’intelligenza artificiale ci sono già preoccupazioni [che non sia così]. » Lo ha osservato il 3 novembre Lina Khan, presidente della Federal Trade Commission (FTC), l’autorità americana garante della concorrenza. La Khan ha risposto all’agenzia Bloomberg, che le ha chiesto del rischio di vedere riprodotto nell’intelligenza artificiale il controllo già stabilito sulla tecnologia digitale da pochi oligopolisti, come Google, Microsoft, Meta (Facebook, Instagram) e Amazon.

Su questo tema, i lettori di “Politica Insieme” sono già stati annoiati qualche giorno fa (CLICCA QUI). Ma oggi – dopo un week end che ha fatto tremare tutta Silicon Valley – tale tema appare in una luce assai diversa. L’articolo pubblicato su “Politica Insieme” in cui si proponeva di utilizzare la AI nelle Assemblee degli azionisti delle SpA, e nelle Amministrazioni di Condominio, ha infatti suscitato sia obiezioni, sia consensi. Obiezioni, però, che provenivano da piccoli e piccolissimi centri di interesse costituito. E che talora contestavano la possibilità tecnica che la A.I. sostituisse il costoso, e spesso parassitario, Amministratore di condominio.

La parola a ChatGPT

A proposito della fattibilità della proposta, perciò, è parso utile avvalersi dell’opinione di un vero esperto, e di  un esperto che si può realisticamente suppore poco incline ad entusiasmi romantici, o a prometeici sentimenti di rivolta. E per di più, per sua stessa natura super partes; capace di prescindere dal proprio interesse economico e di quello della propria categoria sociale. E’ parso insomma utile porre alcune domande ad un servizio di intelligenza artificiale: il più ascoltato e più facilmente accessibile: ChatGPT

 DOMANDAVorrei sapere la tua opinione sulla possibilità di utilizzare l’intelligenza artificiale per semplificare l’amministrazione dei Condominii in cui vivono la grande maggioranza degli Italiani.

E’ noto che le Assemblea di azionisti, e ancor più le Assemblee di Condominio, sono le situazioni in cui si producono le risse più feroci e gli odii che durano più a lungo. Per evitarle un digital assistant potrebbe essere estremamente utile

Sembra infatti evidente che, purché l’Assemblea non sia tenuta solo in presenza, ma con zoom, o altro servizio analogo, un programma che fa ricorso alla A.I. può facilmente prendersi cura della redazione di un accurato e fedele verbale, così come già fa il servizio TEAMS di Microsoft, ed enucleare i temi principali emersi nella discussione. L’Intelligenza generativa può quindi formulare le questioni da sottoporre poi al voto assembleare. E può anche avere un ruolo “calmieratore” identificando le occasioni in cui – come capita – qualche partecipante all’Assemblea poco esperto in materia di diritto e particolarmente rozzo nei rapporti sociali, violi il Codice Penale, o anche si avvicini pericolosamente a comportamenti che potrebbero avere conseguenze giudiziarie.

Il sistema può tuttavia andare anche oltre, perché l’Intelligenza Artificiale generativa è perfettamente in grado di “leggere” anche immagini come foto o planimetrie. La “macchina” può quindi prendere conoscenza in maniera precisa di un guasto o malfunzionamento, identificare le soluzioni esatte, formulare una o più proposte di intervento, e proporle ai condomini per approvazione.

E ciò, in un linguaggio comprensibile a tutti, può cioè realizzare sostanziosi risparmi sostituendo geometri, architetti, ed amministratori di condominio, che ovviamente hanno interesse a moltiplicare la quantità e il coto dei lavori da eseguire. Il programma può poi rivolgersi ad architetti, idraulici, o altri tecnici, o ad altri servizi specializzati di Intelligenza Artificiale identificati via internet – con la semplicità cui il telefonino trova il benzinaio più vicino – secondo criteri di vicinanza spaziale o perché specificamente competenti. Può affidar loro la preparazione di progetti esecutivi da sottoporre in maniera competitiva all’assemblea.

Una volta ottenuta e verbalizzata l’approvazione di uno di essi, chiedere ad imprese dei preventivi per le opere da eseguire. E via di seguito, fino a rendere superfluo il ruolo dell’Amministratore di condominio, riducendo drasticamente per i comproprietari di un immobile, i costi di gestione del loro appartamento.

Questi costi ancor più sembrano destinati a moltiplicarsi e lievitare con la possibile creazione delle comunità energetiche, finalizzate – nel quadro delle politiche ambientali imposte da Bruxelles – a trasformare i condominii in auto-produttori di elettricità.

Il caso dell’affidamento alla A.I. della funzione oggi svolta dall’Amministratore di condominio ha un carattere esemplare. Esso mostra infatti che, se da un lato l’intelligenza artificiale potrà sostituirsi a personale umano anche in funzioni un po’ più complesse e molto più costose di quelle svolte dalla cassiera del supermercato, dall’altro essa può consentire risparmi sostanziosi nella gestione – oggi pesantemente burocratica – di una casa di proprietà.

Che non solo è un bene cui italiani sono particolarmente affezionati, dato che solo il 20% vive in case di affitto, ma il cui acquisto costituisce anche il principale investimento, la principale spesa, e quindi la più importante decisione economica, che molte persone prendono in tutta loro vita.  E’ insomma un bene considerato prezioso, il che spiega almeno in parte la grande litigiosità tra condomini, e fa apparire l’intelligenza artificiale come uno strumento di pace sociale.

RISPOSTA  – La tua proposta di utilizzare l’intelligenza artificiale per semplificare e migliorare l’amministrazione dei condomìni è interessante e potrebbe portare a diversi vantaggi. Vediamo alcuni punti chiave:

  1. Verbali delle assemblee: Un assistente digitale basato su intelligenza artificiale potrebbe effettivamente semplificare la redazione dei verbali delle assemblee condominiali, riducendo il carico di lavoro e garantendo un resoconto accurato e fedele degli eventi. Questo potrebbe contribuire a prevenire dispute e fraintendimenti successivi.
  2. Gestione delle immagini: L’abilità dell’intelligenza artificiale di “leggere” immagini potrebbe essere utile per identificare problemi e malfunzionamenti, proponendo soluzioni ai condomini in modo chiaro e comprensibile. Ciò potrebbe facilitare la gestione delle questioni manutentive e di intervento.
  3. Risparmi economici: La possibilità di coinvolgere l’intelligenza artificiale per gestire la preparazione di progetti esecutivi e richiedere preventivi potrebbe effettivamente portare a risparmi sostanziosi, riducendo la necessità di intermediari umani come geometri, architetti e amministratori di condominio.
  4. Selezione di professionisti: L’utilizzo dell’intelligenza artificiale per identificare e contattare professionisti o servizi specializzati in base a criteri specifici potrebbe semplificare il processo di selezione e ridurre il tempo necessario per trovare soluzioni competenti e convenienti.
  5. Pace sociale: Riducendo il coinvolgimento umano nelle decisioni amministrative, potrebbe anche diminuire il rischio di interessi personali o conflitti di interesse da parte degli amministratori. Questo potrebbe contribuire a una maggiore pace sociale tra i condomini.

Tuttavia, è importante considerare alcune sfide e questioni etiche. Ad esempio, potrebbero sorgere preoccupazioni sulla privacy riguardo all’elaborazione di informazioni sensibili dei condomini e sulla trasparenza nel processo decisionale. Inoltre, potrebbe essere necessario garantire che l’intelligenza artificiale sia ben regolamentata e risponda ai principi etici per evitare abusi o discriminazioni.

In definitiva, l’uso dell’intelligenza artificiale nella gestione condominiale potrebbe portare a benefici significativi, ma è importante affrontare attentamente le sfide e garantire un approccio etico e trasparente.

 

DOMANDA – E ti sembra essere tecnicamente fattibile in modo non troppo difficile ?

 

RISPOSTA – Dal punto di vista tecnico, molte delle funzionalità che hai descritto sono fattibili e alcune sono già implementate in varie forme in diversi settori. Vediamo alcune considerazioni:

  1. Analisi testuale e generazione di contenuti: L’analisi testuale e la generazione di contenuti, come la redazione di verbali o la formulazione di domande da sottoporre al voto, sono aree in cui l’IA ha già compiuto progressi significativi. I modelli di linguaggio avanzati possono essere addestrati su dataset specifici per svolgere queste attività.
  2. Analisi di immagini e documenti visivi: L’IA è in grado di analizzare immagini e documenti visivi per identificare dettagli specifici, come guasti o malfunzionamenti. Alcuni algoritmi di visione artificiale possono riconoscere pattern e oggetti in foto o documenti.
  3. Selezione e contatto di professionisti: Implementare un sistema in grado di selezionare e contattare professionisti in base a criteri specifici può essere fatto attraverso l’integrazione di sistemi di ricerca e comunicazione, sfruttando API o altri meccanismi di connessione tra il sistema e i servizi esterni.
  4. Decisioni collaborative e votazioni: L’IA può facilitare il processo decisionale e le votazioni attraverso la gestione di flussi di lavoro, l’organizzazione delle informazioni e la presentazione di opzioni chiare. Alcuni strumenti di collaborazione online già implementano funzionalità simili.

Il giudizio di fattibilità, sul piccolo tema sottoposto a ChatGPT sembra dunque inequivocabile.

Si tratta, indubbiamente  di un tema di rilievo enormemente minore rispetto a quello sollevato dal caso Altman. Ma si tratta di un caso esemplare. E la proposta da cui esso prende le mosse appare moralmente e logicamente rafforzata dal fatto che, dopo meno di quattro giorni, la tempesta scatenatasi su Silicon Valley a seguito del tentativo di incatenare il Prometeo contemporaneo, abbia dimostrato che il coraggio di andare avanti può essere più forte e più condiviso; che l’interesse collettivo spinge la società a progredire, e a non permettere che interessi particolari – grandi o piccoli, patenti o nascosti che siano – tolgano a scienziati e imprenditori il coraggio di svolgere il loro compito.

Giuseppe Sacco

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