Sul sito Agenda Digitale(CLICCAQUI) è riportata un’analisi dello stato dell’arte dell’attuazione e/o implementazione della tecnologia digitale per la sanità.

Da professionista lombardo della sanità, non posso che guardare alla cosa dalla mia prospettiva, senza per questo perdere il quadro generale a livello nazionale. E a questo proposito, ho alcune perplessità sul fatto che Aria S.p.A, la società totalmente controllata da Regione Lombardia, sia stata indicata come la stazione appaltante per il mega-appalto a cui hanno aderito tutte le regioni italiane tranne Valle D’Aosta, la Provincia Autonoma di Bolzano e la Basilicata.

La cronistoria ha visto Aria S.p.A. durante la pandemia da Sars-Cov-2 non essere brillante nelle operazioni di acquisti e appalti (D.p.i., piattaforma di prenotazione vaccinale e altro).

Spero che alla Guardia di Finanza non tocchi l’ennesimo compito di vigilare e, se del caso, indagare su queste operazioni miliardarie. Il rischio di vedere ancora opere incompiute o bloccate da eventuali indagini giudiziarie, è alto come da tradizione in questi casi.

Avendo iniziato a lavorare nella sanità lombarda dall’epoca “formigoniana” in poi, a fronte di continue riforme e grandi manovre di capitali, appalti e altro, mi pare che la salute del servizio sanitario regionale lombardo sia un poco cagionevole, visti i risultati organizzativi non eccellenti (Riforma Asst e Ats, riforma Emergenza Urgenza, prevenzione e salute pubblica, agende di prenotazione, ecc.), con tutte le conseguenti ricadute sui cittadini. Se la salute e la sanità lombarda sopravvivono, è dovuto alla ancora presenza di professionisti sanitari che credono nei principi e, quindi, alloro stare lontani da mere logiche d’interesse.

Un altro fattore che lascia perplessi è la mancata attuazione e implementazione del Fascicolo Sanitario Elettronico a livello nazionale per quanto riguarda la fornitura dell’assistenza sanitaria attraverso l’uso delle nuove tecnologie.

Da anni non è ancora fruibile la funzione di delega per i familiari di persone anziane o impossibilitate per diversi motivi a essere autonome dal punto di vista digitale; l’Inps solo di recente ha attivato la delega in una modalità più semplificata.

E’ ben scritto che la sfida è l’integrazione e l’interoperabilità dei dati: a fronte della presenza della Carta d’Identità Elettronica, della Tessera Sanitaria, dello Spid e della Patente di guida che potrebbero essere sostituiti da un unico documento fisico comprendente l’anagrafe civile, fiscale, sanitaria, catastale e altro ancora per assicurare un’identificazione digitale unica e sicura: il cammino per una unificazione dei sistemi è in salita come lo è quello del Fascicolo Sanitario Elettronico.

C’è anche da considerare che per ciò che riguarda le strutture fisiche e il personale necessario ad assicurare i servizi sanitari e garantire la salute territoriale, si parla già di aggiornare i vari decreti, e questo ancora prima che abbiano iniziato a essere attuati.

Se il risultato dovesse mostrarsi monco perché il sistema digitale e il sistema fisico non saranno in equilibrio, avverrà un crollo ulteriore dell’assistenza sanitaria.

Spero che tali interventi siano in grado di rispondere allo spopolamento delle aree interne, tema su cui si è intervenuti recentemente anche su queste pagine ricordando l’autorevole intervento della Cei, riunita a Benevento (CLICCA QUI). Se, invece, si pongono ostacoli anziché facilitazioni nei servizi essenziali, i territori più lontani o dimenticati rischiano di sparire definitivamente. Si può anche essere d’accordo che piccoli o piccolissimi comuni forse non hanno più ragione di esserci: ma quei territori, anche se non contraddistinti da una insegna comunale, vanno preservati da organizzazioni amministrative vicine più consolidate.

 Marco Torriani

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