Dell’importanza della Politica, in questa sede, ritengo sia superfluo parlare. Occorrerà farlo invece con quelle persone, e sono tante e in continua crescita, che non vanno più a votare, perché deluse dal modo di fare politica, dal modo in cui nei media si parla di politica. Tra tutte queste persone, i frequentanti la messa domenicale sono in percentuale più alta, segno che molti di loro non si sentono rappresentati dai partiti attuali.

Ma oggi vorrei tralasciare questo argomento, che merita una trattazione a parte, ed affrontare con voi, amici lettori già consapevoli dell’importanza e della necessità di una “migliore politica”, le difficoltà che incontrerà il nuovo partito di ispirazione cristiana.

Tutti noi siamo convinti che la politica sia necessaria e che questa debba essere buona. E, per noi cattolici, la “buona” o “la migliore politica” significa rifarsi alla Dottrina sociale della Chiesa come appare nei suoi documenti: dal Compendio alle Encicliche dei Papi. I contenuti che ci propone questa “Dottrina” dovrebbero “spingerci” tutti insieme in un “luogo comune” in cui si rispetti la vita dal concepimento alla morte, si previlegi la famiglia come fondamento della società, ci si prenda cura di tutti gli ultimi: poveri, soli, immigrati, ecc., si custodisca l’ambiente naturale ed il creato. Infatti, a mio parere, che mi sembra condiviso da molti altri, nessuno dei partiti tradizionali ha nel proprio DNA tutti e quattro questi cardini della politica nuova.

Allora dovrebbe essere quasi spontaneo ritrovarci “insieme” in un’unica barca, in un “partito nuovo” in cui cerchiamo, aiutandoci gli uni gli altri, di individuare i passi sostenibili che ci accompagnino verso una società “trasformata” dall’amore che Cristo ci dona. I primi passi sono sempre i più duri, poiché, per fortuna nostra, nei vari partiti attuali ci sono alcuni cattolici e alcune brave persone non legate al mondo cattolico, che cercano di proporre leggi o emendamenti che sono orientati ad uno dei quattro punti cardinali di cui sopra.

Ma torniamo alle difficoltà. La prima grossa difficoltà ve la presento con una storiella, quasi verosimile, naturalmente con nomi fittizi. Io ho due amiche, ottime “cristiane”, che chiameremo Cristiana A e Cristiana B.

Cristiana A da anni appartiene al PD e crede molto al dialogo interno al Centrosinistra;  Cristiana B potrebbe appartenere ad uno dei partiti che formano l’attuale centro destra oppure ad uno dei partitini minori che hanno bisogno di entrare in una coalizione più ampia nella speranza di poter eleggere qualche suo rappresentante.

Entrambe, dicevo prima, sono “cristiane” e desiderano portare avanti una politica ispirata alla Dottrina Sociale della Chiesa. Si trovano forse un po’ a disagio quando i loro “deputati” e “senatori” votano il disegno di legge Zan sull’omofobia, quando si vota il divorzio breve, o quando all’interno dei loro attuali partiti ci sono molte persone che condividono le battaglie dell’aborto, delle comunità LGBT, od ancora persone che disprezzano i fratelli immigrati e rifiutano di pensare modalità di inclusione sostenibili. Però ormai hanno consolidato rapporti di amicizia interni ai loro partiti e in parte anche con la base elettorale che forse molto difficilmente si sentono di “rompere” per aderire ad una nuova aggregazione politica. Se lo faranno, certamente si porteranno dietro alcuni loro sostenitori, ma non tutti.

Una seconda grande difficoltà che sta già incontrando la nuova aggregazione è l’esistenza di tanti gruppi di ispirazione cristiana che si sono formati già da alcuni anni o che stanno nascendo in questi ultimi tempi. mi riferisco per esempio, al Popolo della Famiglia, a DemoS, a Base Italia, ecc. In politica contano i numeri e le percentuali di consenso. Se non si riesce a trovare una forma di unione tra queste varie sigle e gruppi, gli elettori saranno disorientati e divisi e non si inciderà per nulla negli indirizzi e nelle scelte di trasformazione della società. Avremo tanti partitini dello zero virgola … percento.

Una terza “pseudo-difficoltà” potrebbe essere rappresentata dal fatto che quasi tutti i grandi partiti stanno prestando attenzione al mondo cattolico anche con l’istituzione di appositi uffici di collegamento con questa parte di elettorato, forse in vista di soffocare i tentativi di rinascere di tale “mondo”. “Pseudo-difficoltà”, dicevo, poiché per noi non è tanto importante “chi” fa le cose, quanto che esse vengano fatte. Un esempio: il governo gialloverde, con i ministri Fontana prima e Locatelli poi, non è riuscito a mettere a bilancio l’assegno unico per i figli, cosa che invece sta riuscendo, anche se parzialmente, al governo giallorosso, con la ministra Bonetti.

Sarà dura, ma non impossibile. Noi sappiamo che, facendo la nostra parte, contribuiamo a quella trasformazione del mondo predetta e voluta dal Signore della Storia.

Mario Chieregato

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