Non si tratta sempre di cose illegali, ma nella maggior parte dei casi si scopre di tutti gli accorgimenti utilizzati da uomini, e donne, ricchi e potenti per nascondere le loro ricchezze dietro lo schermo di società che operano nei cosiddetti paradisi fiscali. Se non addirittura non le sottraggono alle regole che presiedono quei sistemi di tassazione di cui si sono fatti i paladini in casa loro per presentarsi come i campioni della lotta alla corruzione.
Dopo il caso 2013 dei Pandora papers, adesso siamo di fronte ad una documentazione ancora più ampia tirata fuori da circa 600 giornalisti investigativi che lavorano per testate di ogni tipo e di ogni paese. I loro articoli di presentazione sono usciti quasi in contemporanea ieri pomeriggio e, come ha fatto la Repubblica per l’espresso, e The Guardian di Londra annunciano clamorose rivelazioni nel corso dei prossimi giorni. I nostri telegiornali della sera, però, si sono tenuti a debita distanza dalla notizia.
Dell’inchiesta, per ora, sono stati dati solo degli assaggini su quanto trovato in oltre 11,9 milioni di file provenienti da società utilizzate da clienti facoltosi, capi di stato e di governo, politici, star del mondo dello spettacolo, ed altri “ricconi”, per creare società offshore e trust in paradisi fiscali come sono Panama, Dubai, il Principato di Monaco, la Svizzera e le Isole Cayman, ma anche stati americani come il South Dakota dove sembra che troverebbero rifugio miliardi di dollari appartenenti a personaggi accusati di gravi crimini finanziari.
Per adesso, l’indagine condotta dal International Consortium of Investigative Journalists di Washington ( CLICCA QUI ) fornisce un affresco generale sui segreti finanziari di 35 leader mondiali e di oltre 300 altri ministri di vari governi, giudici di diversi paesi, sindaci e capi militari di 90 differenti nazioni. Vi sono poi le cifre movimentate da oltre cento miliardari, celebrità, e dirigenti d’azienda.
Come sostiene The Guardian, i documenti di Pandora rivelano il funzionamento di un mondo finanziario “ombra” e aprono una finestra sulle operazioni nascoste proprie di un’economia “offshore” globale che consente ad alcune delle persone più ricche del mondo di nascondere la propria ricchezza e in alcuni casi di non pagare le tasse ( CLICCA QUI ).
Non è detto che in tutti i casi si tratti di comportamenti illegali, ma è certo che i paradisi fiscali si siano sempre dimostrati essere il ricettacolo di evasori, riciclatori e rappresentanti della criminalità organizzata. Ritrovare in questi elenchi di personaggi pubblici che, spesso, in casa loro si sono fatti paladini della lotta alla corruzione e all’evasione o all’elusione fiscale suona davvero strano. Tra i politici di questa fatta, da quel che si sa dalle prime anticipazioni, emergono i nomi del Presidente della Repubblica ceca, Andrej Babiš, e del rigoroso ministro dell’economia olandese, Wopke Hoekstra, sempre pronto ad alzare il ditino di rimprovero verso noi italiani.