In audizione alla Commissione istruzione del Senato, circa una settimana fa, la ministra dell’istruzione Azzolina ha annunciato la costituzione di uno strumento agile ed efficace per consentire alle scuole di conoscere con immediatezza – come nei test di gravidanza – lo stato interessante dell’aula, se, cioè, ha o meno la capienza regolare per accogliere la classe rispettando i parametri di distanziamento.

“È stato costituito un cruscotto informativo” ha dichiarato il ministro, che “consentirà di poter definire il distanziamento e di rendere evidente i casi in cui gli spazi non risultino sufficienti”.

Si tratta di uno strumento, ha spiegato, che “restituisce dati di dettaglio relativi a regione, provincia, comune e singola istituzione scolastica, che consentiranno nei vari livelli istituzionali coinvolti, di operare a favore di soluzioni esperibili e tempestive. Di agire per priorità di intervento”.

“In questa maniera – ha sottolineato la ministra – sarà possibile rispondere in modo mirato, anche attraverso idonei atti convenzionali, a specifiche richieste allo scopo di supportare le scuole nella identificazione di spazi alternativi, per far fronte a carenze non superabili con misure”.

Sembra tutto facile: basterebbe un semplice clik e il capo d’istituto sarebbe in grado per ogni aula di conoscerne la capienza massima, capire se può accogliere l’intera scolaresca e, in caso negativo, se ha bisogno che l’Ente Locale si metta alla ricerca di spazi alternativi oppure sia costretto a organizzare turnazioni o riduzione d’orario.

Ma le scuola hanno avuto accesso al cruscotto? Una rapida verifica di Tuttoscuola ha consentito di rilevare che non sono poche le istituzioni che non hanno ricevuto nessuna comunicazione di dati per attivare il cruscotto. Come ha denunciato l’ANP, l’Associazione dei Presidi, vi sono Uffici tecnici comunali che stanno richiedendo i dati per mappare le aule, nonostante fin dal 2012-13 le istituzioni vi abbiano già provveduto tramite il proprio RSPP, Rappresentante del Servizio di Protezione e Prevenzione.

È grave che ad oggi non vi sia la mappatura delle 370 mila aule delle scuole statali, che le scuole non sappiano se a settembre dovranno svolgere lezione ospitati in nuovi locali esterni oppure dovranno rivedere l’intera organizzazione dei servizi.

La variabile tempo è quanto mai decisiva. Settembre è dietro l’angolo con tutte le incognite di una ripartenza incerta. Rischiamo di avere situazioni a velocità diverse, con scambio di responsabilità per i ritardi di comunicazione. In mezzo le scuole a farne le spese.

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