La famosa frase pronunciata nel “Gattopardo”, lo storico romanzo di Tomasi di Lampedusa, comunemente più nota come “tutto cambia, perché tutto resti come prima”, mi induce a qualche riflessione su un tema che mi accingo a proporvi, sperando che sia alquanto suggestivo e originale: tutto ciò che resiste, indelebile, alla pandemia.

Andrà tutto bene  è stata la più diffusa affermazione/auspicio di un generale sentimento di sopravvivenza e di un modus vivendi maggiormente uniforme tra chi crede in Dio; a distanza di un anno c’è stato un certo ripensamento su tale, un po’ ostentato ottimismo, visto e considerato che ci avviamo alla cifra impressionante di 100.000 vittime, soprattutto della terza e quarta età. C’è stata, altresì, una cospicua letteratura sul punto in argomento, tra cui menzionerei  gli “Appunti per una riscossa civica – Ci salveremo”, a cura di Ferruccio de Bortoli, sempre attento scrittore e politologo, che ha posto l’accento su pubbliche virtù (non molte, invero) e vizi privati (questi tantissimi) del popolo italiano.

Come osservatore privilegiato dell’orizzonte politico e sociale del nostro Paese – sarebbe bello e sanamente nazionalista se i politici e opinionisti la smettessero di dire “questo paese”- non soltanto per esser stato un civil servant dell’apparato di governo, per 33 anni e mezzo, bensì per il fatto che mi nutro, appunto da lunghissimo tempo, dell’informazione a tutto campo grazie alla rassegna stampa, quotidiana, periodica e locale, vengo perciò ad elencare una serie di costanti negative del nostro sistema, cui il presidente Draghi e la sua disarticolata o squilibrata squadra di governo dovranno riservare una particolare attenzione nel tentativo di condurci fuori dal tunnel:

  1. La tendenza innata, a volte sfrenata, alla trasgressione potrebbe anche accentuarsi nel periodo pandemico, specialmente tra i giovani/ssimi e quindi va letta in positivo la nomina di un Sottosegretario alla sicurezza che riesca a dirigere, vigilare e coordinare gli organi di polizia preposti all’osservanza delle misure del distanziamento et cetera;
  2. L’inefficienza e la protervia di certi rami della P.A. centrale e locale, degli enti pubblici in genere è preoccupante, se non disarmante in relazione alla proclamata esigenza dell’ammodernamento della macchina amministrativa dello Stato, cui sono destinate somme ingenti. Praticamente, potrebbe succedere un fenomeno del tipo : sotto il vestito nulla… in linea con il gattopardismo di sempre. Mi riferisco al fatto che, ad esempio, un onesto cittadino, romano, non ha oggi il diritto sostanziale di ricevere una risposta, a norma della legge n. 241/90, da un ente come l’INPS o un’amministrazione locale. E addirittura l’AMA, una delle più imponenti e potenti aziende municipalizzate a livello europeo, non ci concede il “lusso” di utilizzare la PEC per trasmetterle la debita documentazione, ma siamo ancora obbligati a pagare per una raccomandata o per un invio di un fax!
  3. Il potere delle lobbies dell’industria farmaceutica, inverosimilmente arrogante in un momento così drammatico, ha influenzato non poco l’operato degli organi decisionali della Comunità europea in modo da ripercuotersi, pesantemente, sul crono-programma delle vaccinazioni per età della popolazione a causa del ritardo nella fornitura dei vaccini. Sebbene, sotto il profilo contrattuale non ci sia abbastanza potere per reagire, sembra però che Mario Draghi si sia fatto sentire dalla presidente Von der Layen: staremo a vedere.
  4. L’ineguaglianza sistemica tra il nord e il sud d’Italia (e del mondo) è una costante ormai consolidata che, indubbiamente, ha agevolato l’ex presidente Conte nell’ottenere un finanziamento complessivo dall’UE di gran lunga superiore a quello destinato agli altri Paesi-membri. Sul problema della diseguaglianza o ingiustizia che colpisce la quasi totalità degli Stati africani ricordo che Papa Francesco si è speso molto, proprio richiamando la necessità di aiutare a vaccinare le popolazioni svantaggiate economicamente. La pandemia, ricordo, è un “affare” di tutti noi, sulla stessa barca…
  5. I fenomeni del bullismo, del “femminicidio” (mi risulta in crescita) e le violenze sui vecchi ospiti delle case di riposo, tutti intollerabili ed esecrabili, richiedono un piano di azioni di prevenzione e dure sentenze di condanna in tempi “ragionevoli”.
  6. La scarsa coscienza ecologista e l’ignoranza, alquanto generalizzata, in tema di resilienza e sostenibilità si confermano un “handicap” serio di sistema, che mi pare difficilmente superabile se non a medio/lungo termine, attraverso un programma educativo e di sensibilizzazione sociale con incentivi economici e fiscali; nonché maggiori controlli come, ad esempio, sul processo di raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti urbani, tossici e industriali, sulle ipotesi di reato ambientale ed anche del rispetto del divieto dei motori accesi delle autovetture nei centri urbani.
  7. Il riformismo apparente, soltanto teoricamente disponibile alla modernizzazione del sistema del lavoro, sia pubblico che privato, ha inoltre un ruolo ben riconoscibile, se si pensa che la riforma della pubblica amministrazione è stata affidata ad un economista come l’on. Brunetta, il quale ha composto – in fretta e furia – una commissione di studio che non brilla per competenze ed esperienze nel settore della funzione pubblica, confermando che si tratta di un’operazione marginale e secondaria, mentre viene pubblicamente professato che sarebbe essenziale dotare il paese di un apparato amministrativo (e di una giustizia) finalmente in grado di dare risposte concrete, immediate ed efficaci. A proposito della semplificazione e digitalizzazione del processo, civile e penale, ha colpito la nomina del Sottosegretario F.P. Sisto, quasi a guardia nell’interesse del “capo”, Silvio…
  8. La perigliosa ed esuberante dinamicità del popolo lombardo e nel contempo il comportamento sregolato di buona parte di quello meridionale riproducono una mappa geopolitica del rischio da contagio che caratterizza una nazione, spesso disunita e difficile da governare (ricordiamo la definizione del presidente britannico W. Churchill: “l’Italia non è difficile, ma impossibile governarla!”).
  9. L’ostinata illusione di credere ad una politica astratta o ideologica di un tempo, con veri schieramenti di destra e di sinistra, porta a guardare con i paraocchi e non ai contenuti, senza avere la capacità di verificare e riflettere sui reali programmi che le distinte parti propongono e sostengono, coerentemente o meno, nelle aule parlamentari, nazionali, europee e regionali. Il risultato vero è l’ovvia e ripetitiva separazione della “gente comune” secondo il principio romano che fa comodo a chi comanda: divide et impera!
  10. La ricerca scientifica e tecnologica resta la “cenerentola della famiglia Italia”, Paese che investe una percentuale irrisoria e bassissima per un settore così nevralgico e fondamentale che ci vede alla pari degli Stati che non possono permettersela, mentre siamo uno dei c.d. “G7”, essendo ora costretti ad attendere il “favore” che i laboratori stranieri producano dei vaccini, regolarmente brevettati altrove, per cui l’industria farmaceutica italiana resta con le mani legate!

Infine, mi richiamo ad un recentissimo articolo, “antidoti contro la lentezza”, a firma di Paola Peduzzi (su Il foglio) che riguardava le vaccinazioni anti-Covid ’19. Purtroppo è un male endemico e grave che ci tocca quotidianamente, visitando i siti istituzionali di regioni ed enti locali, molto spesso non aggiornati, ovvero di ritardi (e mancate risposte), non che scarsa trasparenza da parte dell’INPS e degli uffici territoriali del Governo, anche se il cittadino scrive loro via PEC (riconosciuta a tutti gli effetti di legge).

Michele Marino

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