Molte frasi celebri potrebbero essere richiamate alla mente nel momento in cui si guarda a cosa sta accadendo tra i repubblicani alla Camera dei rappresentanti di Washington strappata ai democratici dopo tanto tempo e che ha ridotto la “bestia nera” di Trump, Nancy Pelosi, a ridiscendere dallo scranno più alto e a rimettersi nell’emiciclo come una parlamentare qualsiasi. C’è quella di Pietro Nenni: “un puro trova sempre uno più puro che lo epurato”. O quella che risale al 1890, a Federico de Roberto secondo il quale al “peggio non c’è fine”, e questo, ovviamente, politicamente parlando, dipende dai punti di vista.

Appena tornati a controllare la Camera bassa, i repubblicani stanno creando tra le proprie fila una situazione incredibile, i cui precedenti risalgono a prima della Guerra civile, nel pieno del secondo anniversario dell’assalto degli estremisti “trumpiani” al Campidoglio. A proposito del quale sono già giunte le prime condanne per la manovalanza mentre l’inchiesta sta sempre più prendendo d’assedio il circolo stretto di Donald Trump e, persino, egli stesso.

Al capogruppo uscente repubblicano (CLICCA QUI)  Kevin McCarthy sono state necessarie 15 votazioni per ottenere il numero necessario a tornare alla guida della maggioranza della Camera. 2o riottosi hanno continuato ostentatamente a non votarlo. Volevano far pagare a McCarthy il fatto che due anni fa non si dichiarò con la loro stessa veemenza convinto del fatto che le elezioni del novembre precedente fossero state “rubate”.

I venti ribelli fanno quasi tutti parte, o ne sono collegati, ad un gruppo di estrema destra emanazione del famoso “Tea party” di cui Donald Trump ha saputo sfruttare la scia, andando persino oltre le tesi fortemente conservatrici della ex governatrice dell’Alaska Sarah Palin. Se non fosse una cosa seria, visto che il voto elettorale, con oltre sette milioni di differenza, ha chiaramente segnato la vittoria di Joe Biden, si potrebbe equiparare la pattuglia dei 20 un po’ ai cosiddetti “terrapiattisti” o a chi crede negli ufo e all’arrivo degli alieni.

E’ evidente che a loro interessa di più dimostrare che in America ci sono una voce, un sentimento persino più radicale di quelli espressi dal loro leader Donald Trump.

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