Molte cancellerie e molti analisti sono preoccupati del clima da “guerra fredda” che si respira in particolare tra Usa e Cina. Cosa che, inevitabilmente, si ripercuote su Russia, di fatto la principale alleata di Pechino e già in rotta di collisione con gli Stati Uniti in altre aree mondiali, e tira in ballo l’Europa.

Quello che non accade con le armi, e speriamo che non accada mai nel futuro, si sviluppa però su altri piani. In particolare, per quanto riguarda le relazioni economiche e  l’occupazione di posizioni di potere nel Pacifico, in Africa e nel Mediterraneo.

Un terreno di scontro più diretto, di vera e propria guerra, è quello della cibernetica dove già c’è da registrare fatti concreti. Come quelli denunciati da Regno Unito, da Stati Uniti e dall’UE che hanno appena accusato la Cina per un grave attacco informatico risalente all’inizio di quest’anno che avrebbe preso di mira i server di Microsoft Exchange e creando problemi ad almeno 30.000 organizzazioni ed enti.

Secondo quanto ha diffuso la Bbc, il Regno Unito ha sostenuto che i responsabili sono sostenuti dallo stato cinese, mentre l’UE ha affermato che l’attacco è arrivato dal “territorio della Cina”.

Gli hacker avrebbero sfruttato una vulnerabilità di Microsoft Exchange alimentando il sospetto che siano in grado di avviare uno spionaggio su larga scala.

“L’attacco informatico a Microsoft Exchange Server da parte di gruppi sostenuti dallo stato cinese è stato un modello di comportamento spericolato”, ha affermato il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab prima di aggiungere: “Il governo cinese deve porre fine a questo sistematico cyber-sabotaggio e può aspettarsi di essere chiamato a rispondere in caso contrario”.

In una dichiarazione, la Casa Bianca ha affermato di essere “profondamente preoccupata” che la Cina abbia “promosso un’impresa di intelligence che include hacker a contratto che conducono anche operazioni informatiche non autorizzate in tutto il mondo, anche per il proprio profitto personale”.

Nonostante le dichiarazioni forti, non ci sono segnali dell’avvio di sanzioni contro la Cina. Alla Russia sono state invece imposte nuove sanzioni per la recente campagna SolarWinds che molti esperti ritengono meno grave della campagna Microsoft Exchange legata alla Cina.

 

About Author