La Polonia ha iniziato a costruire un muro anti-migranti al confine con la Bielorussia. La recinzione, alta due metri e mezzo e sarà simile a quella costruita dall’Ungheria al confine con la Serbia nel 2015. Lo ha annunciato il ministro della difesa polacco, Mariusz Blaszczak. L’obiettivo è quello di fermare i profughi provenienti dall’Afghanistan. Un buon numero di loro è da tempo bloccato tra Polonia e Bielorussia, a conferma che chi si sta tanto preoccupando dei “poveri” afghani lo fa un po’ in ritardo, giacché dal paese asiatico se ne stanno scappando da un pezzo. Adesso, le preoccupazioni aumentano perché si prevedono arrivi ben più consistenti dopo le note vicende di Kabul.

Stando a quello che fa sapere Dunja Mijatovic, Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, moltissimi afghani sono finiti a cavallo della frontiera tra Polonia e Bielorussia senza riuscire ad andare da una parte o dall’altra. La Bielorussia è accusata di utilizzare i profughi nel corso del braccio di ferro intrapreso con l’Unione europea e l’Occidente dopo aver di fatto dirottato un aereo greco che trasportava un noto dissidente. Varsavia facendosi forte di questo ha deciso di costruire il muro e di non prendersi i profughi nonostante i ripetuti appelli della Mijatovic.

Il paradosso è che pure la Polonia ha partecipato alle operazioni di trasferimento da Kabul fino allo scorso 26 agosto. Tra le persone fatte volare via dalla capitale dell’Afghanistan, circa 1300,  c’erano molti afghani anche se si è trattato di collaboratori delle forze militari e dell’ambasciata polacca.

Intanto, la Chiesa in Polonia celebrerà la “Giornata della solidarietà con gli afgani” domenica 5 settembre. Ne ha dato notizia l’arcivescovo Stanisław Gądecki, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca, rivolgendo un appello per la preghiera e per l’impegno a fornire aiuto materiale agli afgani.

Come ricorda Acistampa ( CLICCA QUI ), i vescovi, riuniti il 25 agosto scorso a Jasna Góra, durante il Consiglio dei Vescovi Diocesani, hanno sostenuto all’unanimità l’idea di una colletta nazionale in favore degli afgani  e i fondi raccolti saranno destinati al sostegno a lungo termine delle attività della Caritas per i migranti e i rifugiati, sia in Polonia che all’estero.

L’Arcivescovo Gądecki ha sottolineato anche che in Polonia sono già attivi Centri per Migranti e Rifugiati gestiti da Caritas Polska e dalle Caritas diocesane coinvolti in un programma nazionale di sostegno per i rifugiati in Polonia che va dall’assistenza spirituale, psicologica e sociale, all’assistenza linguistica, legale e medica, alla consulenza professionale, al sostegno interculturale e al sostegno al volontariato parrocchiale e alla comunicazione con i media.

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