La conversione in legge del decreto che ha bloccato la possibilità di utilizzare la cessione dei crediti fiscali e gli sconti in fattura offre alcune vie di uscita ai committenti che hanno avviato le ristrutturazioni abitative sulla base delle regole, che sono state successivamente modificate, con l’utilizzo di deroghe per i tempi di completamento e di rendicontazione per accedere ai crediti d’imposta e con la possibilità di recuperare gli incentivi statali con le detrazioni fiscali diluite su 10 anni.

Ma i contraccolpi della bolla speculativa, la perdita di fiducia dei cittadini, e l’aumento del debito pubblico co-generati dalla sciagurata scelta sciagurata di mettere a carico dello stato oneri superiori ai costi delle ristrutturazioni peseranno in modo negativo sul settore delle costruzioni e sull’economia. Un utilizzo più mirato dei crediti di imposta, infatti, e degli sconti in fattura combinati con il concorso delle famiglie ai costi delle ristrutturazioni risulta necessario per ristrutturare un patrimonio abitativo per la riqualificazione energetica di gran lunga superiore ai fabbisogni della popolazione residente. Peraltro aggravati dagli obblighi imposti in modo irragionevole dalle Istituzioni della UE.

I contenuti della legge approvata e le implicazioni di breve e medio periodo sul settore delle costruzioni sono l’oggetto di un articolo pubblicato in data odierna sul Sussidiario.net da Natale Forlani (CLICCA QUI)

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