Non appena fu evidente la netta affermazione di Trump alle elezioni presidenziali del 5 novembre scorso, molti osservatori europei scrissero che aveva vinto l’ultradestra americana. E che finalmente avrebbe trionfato, anche negli Stati Uniti, il tridente Dio, Patria e Famiglia.
Poveri illusi! Sono bastate poche settimane perché anche i bambini capissero che nella politica americana, a mano a mano che il Presidente sfornava i suoi ordini esecutivi, non ci sarebbe alcuna stata alcuna traccia di questa pseudo ideologia, tanto cara ai populisti e ai demagoghi delle destre europee. Senza considerare, poi, che nella vita e nelle opere, sia di Trump che di Musk, non c’è mai stata alcuna traccia né del Dio di Abramo, né della madre patria, né della famiglia tradizionale.
Questo slogan “Dio, Patria e Famiglia” è stato per secoli il fondamento ideologico di molte forze conservatrici e reazionarie. In Italia, questo motto ha caratterizzato le destre nazionaliste, prima, nel ventennio fascista e, poi, nelle successive rielaborazioni del pensiero sovranista e populista.
Oggi, schieramenti politici come Fratelli d’Italia e la Lega ne fanno il pilastro della loro retorica, sebbene la loro prassi politica e la stessa biografia dei loro leader contraddicano profondamente questa narrazione. Se poi andiamo un po’ indietro nel tempo, scopriamo cose molto interessanti.
Questo slogan trova le sue origini nel pensiero conservatore europeo dell’Ottocento, tra il nazionalismo romantico e la reazione alla modernità illuminista e socialista. Fu poi assorbito dal fascismo, che lo trasformò in una parola d’ordine per giustificare la repressione di ogni istanza progressista. Nel dopoguerra, il motto è sopravvissuto nei circoli della destra cattolica e monarchica, per essere ripreso con forza dalla destra post-fascista italiana. Eppure, se guardiamo alla realtà contemporanea, il richiamo a questi valori appare più come un’operazione di marketing politico che un principio realmente perseguito.
La leadership sovranista internazionale, di cui Giorgia Meloni e Matteo Salvini sono alfieri in Europa, si riconosce piuttosto nelle figure di Donald Trump e in quella di Elon Musk. Due personaggi che, analizzati attraverso questa lente, si dimostrano tutto tranne che campioni di Dio, Patria e Famiglia.
Trump e Musk: icone del sovranismo, ma lontani dai valori tradizionali
Donald Trump è stato adottato come modello dalla destra sovranista italiana, nonostante la sua vita sia stata caratterizzata da un individualismo sfrenato, da una moralità flessibile e da un rapporto con la religione più strumentale che sincero. Sul piano familiare, il suo percorso è lontano dall’ideale tradizionale: tre matrimoni, scandali sessuali e una gestione patrimoniale fondata su interessi personali piuttosto che su un senso di comunità. Elon Musk, dal canto suo, incarna l’idea di una società iperliberista e tecnocratica, basata su un capitalismo senza frontiere e sulla dissoluzione dei concetti classici di Stato e di identità nazionale. Il suo modello è quello di una “governance” aziendale che esautora la politica e le istituzioni democratiche. Questi due personaggi sono i riferimenti della nuova destra che, con loro, ha sostituito la centralità del “popolo” con quella dell'”uomo solo al comando”, capovolgendo persino la retorica identità ria, in un culto del leader che risponde esclusivamente alla propria volontà.9
L’ipocrisia della destra sovranista
La destra italiana, mentre si appella ai valori tradizionali, sostiene modelli che sono l’esatto opposto. Il neoliberismo sfrenato di Musk e il cinismo politico di Trump sono incompatibili con il concetto di “Patria” come comunità di destino e con “Famiglia” come istituzione stabile. Inoltre, il loro rapporto con la religione è esclusivamente opportunistico: Trump ha usato l’evangelismo come strumento di consenso, mentre Musk si erge a profeta di una religione tecnologica, dove la scienza e il mercato sostituiscono la fede e la spiritualità. Se analizziamo la postura di Meloni e Salvini, emerge la stessa incoerenza. Da un lato, difendono la “Famiglia tradizionale”, ma senza politiche concrete di sostegno alla natalità o al welfare familiare. Dall’altro, invocano la “Patria”, ma abbracciano un modello economico che favorisce le multinazionali e penalizza il tessuto produttivo nazionale. Infine, si dichiarano paladini di “Dio”, ma il loro rapporto con la religione si riduce a slogan elettorali e attacchi contro minoranze.
Solo una retorica svuotata di senso
Alla luce di queste contraddizioni, è evidente che il richiamo a “Dio, Patria e Famiglia” da parte della destra sovranista sia solo uno strumento di mobilitazione identitaria, privo di una reale coerenza etica o politica. In Trump e Musk non vi è traccia di questi valori, e lo stesso vale per i loro epigoni italiani. Ciò che resta è una narrazione costruita per catturare il consenso di un elettorato in cerca di riferimenti certi, ma che nella realtà trova solo il trionfo dell’egoismo e dell’opportunismo politico.
Michele Rutigliano