Abbiamo recentemente parlato del proliferare dei B&B in città come Roma e di come in questo recente tumultuoso loro sviluppo si siano annidati fenomeni di illegalità e di distorsione del mercato (CLICCA QUI). La politica del “fare, fare”, ma che non ricorda l’esistenza delle regole e del libero mercato in cui operano tanti operatori rispettosi delle norme.
“Ci troviamo di fronte ad una totale liberalizzazione in controtendenza con quanto fatto da Parigi, Barcellona, New York”, così Francesco Gatti, presidente Roma e vice presidente nazionale Assohotel Confesercenti, il quale denuncia i condomini costretti a subire presenze di tutti i tipi senza nessun controllo; la mancanza di alcun richiamo agli obblighi sui regolamenti di condominio e senza far definire le responsabilità per la proprietà; il trascurare tutti i problemi relativi alla sicurezza e l’assenza di controlli in presenza degli ospiti; l’inesistenza di un obbligo di presidio della struttura per verificare il reale numero degli ospiti e le loro attività più o meno legali, inclusa quella potenziale dell’esercizio della prostituzione.
E nulla viene detto in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, degli obblighi antincendio che fanno riferimento ad alloggi residenziali e non a quelli previsti nel caso di attività come quelli degli hotel e dei residence. Così come non si affronta il problema del regime fiscale di vantaggio e non allineato con quelli delle altre attività turistiche.
Francesco Gatti ricorda anche il non allineamento a tutte le norme ed al trattamento fiscale con quelle delle altre attività di accoglienza che siano hotel, extralberghiero, residence ecc. con evidente distorsione del mercato; la mancata applicazione dei contratti nazionali di lavoro permettendo di limitarsi al rispetto del contratto di lavoro domestico. Ma non è finita qui perché l’attenzione è posta anche sul mancato rispetto dei diritti regionali e comunali di indirizzo e controllo sul territorio, sul piano regolatore totalmente ignorato sulla destinazione d’uso, sull’applicazione fiscale disattesa in materia di addizionali comunali e regionali sulle attività turistiche che nel caso delle locazioni brevi non verrebbero applicate, infine, sull’impossibilità del comune e della regione di regolare , sulla base delle esigenze del territorio, l’equilibrio tra le attività di accoglienza, commerciali e quelle residenziali ecc.
In questo contesto, secondo Francesco Gatti, il provvedimento recentemente varato “non porta nessun sostanziale correttivo all’attuale situazione nel settore dell’accoglienza, anzi, addirittura, la peggiora; non ha effetti sulle attività turistiche già riscontrabili oggi quali quelle presenti su piattaforme varie a scapito di tutta la filiera e a vantaggio di imprese estere che non pagano le tasse in Italia”.
Inoltre, il caos creato nel settore finisce per avere un’influenza negativa sugli investimenti e sulle riaperture nel settore alberghiero 3/4 stelle che ha pagato l’epidemia Covid ( basti dire che le strutture alberghiere a Roma presenti sul mercato nel 2019 erano più di 1200 mentre oggi sono ridotte a meno di 800). Così come ce l’ha per ciò che riguarda l’occupazione perché diminuiscono le possibilità di impiego di personale qualificato e finiscono per penalizzare gli studenti degli istituti alberghieri.
Gatti, infine, sottolinea che si verifica un’oggettiva impossibilita di programmazione sia per gli imprenditori, sia per le istituzioni, quali comune e regione, nella gestione dei flussi turistici.
CV