“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”, così recita l’art. 54 della Costituzione. Ma onore e disciplina non sono requisiti scontati, sono una conseguenza di esempi, educazione e cultura di una società. Una forma mentis che nasce nell’educazione familiare, scolastica e nella convivenza quotidiana . E più alto è il livello di responsabilità maggiore dovrebbe essere la coscienziosità nel dire e fare.
Nel nostro paese assistiamo costantemente ad un degrado di comportamenti da parte di rappresentanti di funzione pubbliche , l’elenco è lunghissimo, da casi eclatanti di truffa alle ruberie spicciola, e non si salva nessuno. Si invoca una minor burocrazia obesa di controlli ma certo rimane difficile attuarla dinnanzi a tali eccessi di maneggiamenti e corruzioni.
Questo disgusto ha alimentato la protesta contro la “casta politica” che vellicando le pance ha prodotto tuttavia proposte politiche che invece di aumentare il livello qualitativo ha peggiorato la situazione portando in parlamento tanti bislacchi del tutto inadeguati all’alto compito. In tempi recenti il Card. Martini ammoniva che se la politica è l’unica professione per cui non è richiesta una adeguata formazione, i risultati sono conseguenti.
Un quadro desolante e nauseante. Ma se così è, occorre che tutto il paese si interroghi seriamente sulle cause senza cercare la scorciatoia di qualche nuovo strambo pifferaio. Sarà tempo di prendere atto di quel che già dovremmo sapere e cioè che ogni popolo ha i politici che si merita, come ben spiegato da tanti saggi filosofi, Hegel tanto per citarne uno. Quest’estate ho sentito un vicino di spiaggia che, criticando il malaffare dei politici, concludeva che quindi si faceva gli affari suoi come meglio gli conveniva.
Ecco questa è la logica stolta che non ci renderà mai migliori e che produce classi dirigenti sempre peggiori. O assumiamo la consapevolezza e la determinazione che il cambiamento nasce dai nostri comportamenti individuali che uniti insieme fanno la qualità di tutta la società, o altrimenti sprofonderemo sempre più nel baratro della rozza decadenza. Decenni di maleducazione ove abbiamo elevato ad esempio la “furbizia” anziché educare ad essere persone perbene hanno prodotto un nauseante brodo di cultura.
È tempo di invertire la rotta e recuperare la consapevolezza che il primo requisito per generare benessere è il senso civico . Onore e disciplina sono frutti che scaturiscono dai nostri esempi quotidiani. Tutto il resto è conseguenza.
Alberto Mattioli
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