In un contesto scolastico, contrassegnato da fluidità e incertezze, può essere utile soffermarsi su alcuni aspetti importanti e problematici. Sembra opportuno riflettere con l’occhio rivolto non tanto ai contenuti specifici (o ai ‘tecnicismi’) della normativa, quanto alla sostanza della quotidianità vissuta nell’ambito della formazione – educazione – istruzione. Con tale spirito, si rappresentano alcuni aspetti di un diffuso malessere nella scuola italiana, ma presente in molti Paesi che investono:

  • incapacità di comprendere la necessità delle innovazioni e fatica nell’afferrarne i contenuti,
  • sensazione di una carenza di guida e di coordinamento a livello di sistema nazionale e regionale,
  • sconcerto anche per i continui mutamenti di direzione rispetto alle innovazioni promosse,
  • perplessità, difficoltà di relazioni sia verticali che orizzontali,
  • scoraggiamento, percezione dolorosa del crollo del prestigio sociale della funzione docente,
  • senso di inutilità del proprio lavoro.

Per cercare di attenuare il malessere, che incide sul buon funzionamento ordinario della scuola italiana e, in ultima analisi, sull’efficacia dell’insegnamento-apprendimento, nella prospettiva di un intervento di riorganizzazione organico del sistema educativo, si possono prefigurare alcune proposte.

Maggiore coordinamento.

In un momento così fluido, emerge con forza particolare l’esigenza di un incremento sensibile della presenza coordinata del Ministero sul territorio, per assicurare quanto meno chiarezza negli intenti e nelle linee direttive. Appare evidente che nel contesto dell’odierno sistema di autonomia è necessario porre in essere un nuovo modello organizzativo che valorizzi le sinergie radicate sul territorio. Ciò al fine di stimolare la partecipazione propositiva e costruttiva alle innovazioni introdotte e, nel contempo, gestire il cambiamento promosso anche nel campo delle politiche scolastiche nazionali ed europee, in assonanza con le particolarità del territorio.

Snellimento e semplificazione.

Non sfugge l’urgenza di uno snellimento e  di una semplificazione effettiva delle procedure nel loro complesso: sia quelle prettamente amministrative sia quelle a supporto della didattica. Solo in tal modo si potranno realizzare processi efficaci, oltre che efficienti: occorre una  gestione amministrativa anche dei processi legati all’apprendimento-insegnamento (con particolare riguardo alla presentazione e preparazione della documentazione) che vada oltre la mera gestione degli adempimenti. Tale semplificazione permetterebbe a tutto il personale (soprattutto a dirigenti, direttori dei servizi generali e amministrativi, docenti) di approfondire con un’adeguata riflessione i temi propri delle rispettive funzioni.

Sostegno e potenziamento dell’autonomia

Appare di particolare rilevanza un sostegno reale all’autonomia delle istituzioni scolastiche, che postula da parte del Ministero una fattiva alleanza con esse. Da ciò è ipotizzabile che possa derivare un recupero – attraverso azioni mirate a tal fine – della perduta autorevolezza della scuola come istituzione, ma anche dei suoi dirigenti e docenti. Così da accrescere in primo luogo – anche tramite opportune campagne informative e mediatiche – la percezione positiva da parte dell’opinione pubblica del ruolo essenziale svolto  dalla scuola e dai suoi operatori nella società. Il che dovrebbe andare di pari passo con la valorizzazione delle professionalità presenti nella comunità scolastica autonoma, che non si trasformerà in comunità autarchica grazie, per esempio, agli strumenti della valutazione e della documentazione connessa,  miranti al miglioramento della qualità dell’insegnamento – apprendimento  e del servizio complessivamente erogato oltre che alla diffusione delle buone pratiche.

Proprio per affiancare e sostenere il miglioramento della qualità del servizio scolastico, è necessario allacciare rapporti solidi e stabili con partner strategici come le Università, gli enti di ricerca e il mondo del lavoro, così da promuovere reti operative in grado sul territorio di stimolare le attività di ricerca e formazione.

Alfonso Rubinacci

 

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