Joseph Kennedy, un allenatore della squadra di football del liceo di Bremerton, dello Stato di Washington, ha l’abitudine di raccogliersi in una preghiera di ringraziamento dopo le partite dei suoi ragazzi. Il consiglio scolastico, però, gli ha detto di smettere di mescolare calcio e fede. Egli ha dovuto lasciare il lavoro e rivolgersi ai tribunali fino a giungere alla Corte Suprema che domani affronterà il caso giacché Kennedy, viste respinte le sue ragioni finora in tutti i casi di giudizio, intende veder riconosciuti i suoi diritti previsti dal Primo Emendamento che, tra le altre cose, assicura la libertà di culto.

Il consiglio scolastico sostiene che la natura pubblica delle sue preghiere e la sua statura di leader e modello portava gli studenti a sentirsi obbligati a partecipare alla preghiera, qualunque fosse la loro religione e che lo volessero o meno. Però i residenti di Bremerton sono in gran parte d’accordo con Kennedy e anche quelli che dissentono riconoscono che egli è sempre stato profondamente impegnato nei propri doveri e che ha fatto addirittura da “padre surrogato” per molti adolescenti in difficoltà.

I contrari, comunque, parlano di una “costrizione” implicita che l’atteggiamento di Kennedy implica costituendo così una forzatura nei confronti dei giovani che si sentono in obbligo di mettersi a pregare o, comunque, in raccoglimento a fine partita.

La parola passa ora alla Corte di Washington che è già intervenuta nel corso degli anni passati vietando la preghiera obbligatoria nelle scuole pubbliche o le preghiere organizzate in occasione dello svolgimento delle partite di football delle scuole superiori perché violavano il divieto del Primo Emendamento di fissare un’obbligatorietà.

Gli avvocati di Kennedy sostengono che, in ogni caso, questi precedenti non sono rilevanti perché riguardano il diritto alla libertà di parola e al libero esercizio della religione da parte di ciascuno sul proprio posto di lavoro.

Sulla sua pagina Facebook Joseph Kennedy invita a pregare per lui, un licenziato per le sue preghiere.

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