Molto interessante e importante la discussione in atto per dare un’identità a Politica insieme (futuro partito). Particolarmente significativa la riflessione di Mario Rossi di domenica scorsa nel riproporre la lezione di Papa Giovanni Paolo II.
Il dibattito fa emergere in maniera chiara che c’è un vuoto nell’offerta politica che si protrae ormai da un quarto di secolo.
Un vuoto causato dall’assenza di un movimento o partito che possa essere un punto di riferimento, non certo una casa obbligata, per i cattolici che desiderano impegnarsi in politica avendo come guida la Dottrina sociale della Chiesa.
Tuttavia, in diversi interventi pare emergere, sia pure involontariamente, quasi un senso di soggezione psicologica, per doversi giustificare di essere eredi o non eredi di questo o quest’altro.
Questo è stato un limite che in qualche modo ha sminuito il centenario “Ai liberi e forti” perché inevitabilmente il discorso andava a finire se era opportuno o meno ricostituire il partito dei cattolici.
Ogni stagione politica richiede mezzi e forme appropriate di partecipazione politica, il movimento (futuro partito) Politica insieme può avere un futuro solo se sa essere figlio del proprio tempo, di questo tempo.
Politica insieme non potrà essere erede di niente e nessuno, ma soltanto inserirsi nella storia del movimento cattolico che ha scritto importanti pagine nei primi 150 anni di storia unitaria del Paese. Un movimento cattolico che ha saputo dare al Paese autentici statisti. Un movimento cattolico che non si misura con i sondaggi, ma con la qualità della proposta politica e delle persone che la interpretano.
Politica insieme deve saper dare un segnale di speranza a una società disorientata e stordita dove prevalgono egoismo e individualismo; dove in tanti casi i diritti sono negati e in molti altri sono diventati privilegi; dove il lavoro prende sempre più le forme dello sfruttamento e spesso sconfina nello schiavismo. E’ anche una società dove la solidarietà non viene meno, il volontariato è ancora forte, il senso del dovere è profondamente radicato in larghi strati della società anche quando la gente si sente sfiduciata e talvolta tradita dalle istituzioni. Un contesto sociale con non poche contraddizioni.
Non mancano i casi, ormai non più rari, di lavoratori che, grazie alla liquidazione e ai propri risparmi, prelevano l’azienda in crisi e la rilanciano: quasi una rivincita del pensiero di Giuseppe Toniolo, autorevole esponente del movimento cattolico, purtroppo poco ascoltato; ma è anche un chiaro segnale che il sogno di Adriano Olivetti non era pura utopia.
Politica insieme può svolgere fin da subito un ruolo da protagonista se avrà il coraggio e la forza di aprire una stagione di riforme, profonde e in certi casi radicali. Come ha osservato nei giorni scorsi Stefano Zamagni: “la classe dirigente attuale si dimostra sempre più incapace di mettere a sistema le straordinarie risorse umane, imprenditoriali, artistiche che fanno dell’Italia un luogo ad altissima attrattività”.
Una di queste riforme è senza dubbio il sistema elettorale per ridare dignità al parlamento e ai parlamentari, per ridare un senso al voto dei cittadini, per avere eletti autentici portavoce dei propri elettori e che ad essi devono rendere conto prima che al partito.
La grande storia del movimento cattolico insegna prima di tutto che la presenza dei cattolici in politica ha un senso se sa essere il sale della politica: ed è un’impresa o un impegno dall’esito non scontato.
Luigi Ingegneri