Un passo verso la santità per uno dei Padri dell’Unione Europea. Nell’infornata di nuovi “santi e beati” approvati da Papa Francesco il 19 maggio, c’è anche Robert Schuman (1886 – 1963), colui che con la sua dichiarazione del 9 maggio 1950 diede l’ispirazione per quella che sarebbe stata l’Unione Europea. Tra i nuovi beati, anche dieci suore polacche brutalmente uccise dall’Armata Rossa al termine della Seconda Guerra Mondiale; e uno straordinario missionario gesuita tedesco del XVII secolo.

È dunque venerabile Robert Schuman. Una dichiarazione attesa, per colui che, conoscendo sia il mondo tedesco che quello francese avendo vissuto tra l’uno e l’altro, diede il via alla riconciliazione europea e alla creazione di una unione che, prima economica, divenne soprattutto politica.

“Avrei potuto diventare sacerdote. In questo caso, durante la guerra, sarei stato cappellano. Alla fine, però, ho deciso di aiutare gli atei a vivere in modo fraterno anziché aiutare i cristiani a morire”: era così che Schuman descriveva la sua missione.

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