Riceviamo e volentieri pubblichiamo il contributo dell’amico Mario Chieregato che avanza delle proprie personali proposte per il “nuovo soggetto politico” che noi siamo impegnati a costruire. Si tratta di uno dei tanti esempi di partecipazione alla riflessione avviata. Purtroppo, visto i numerosi contributi che ci giungono con una certa continuità, non tutti riusciamo a pubblicarli come vorremmo e chiediamo così agli amici la comprensione necessaria, soprattutto se non riusciamo ad essere solleciti con la loro diffusione.
Sono convinto anch’io che sia necessaria una nuova aggregazione politica, un nuovo “partito”. E dovrebbe essere un partito “nuovo” sia nelle persone, sia nella struttura e nella modalità di agire politicamente.
Provo ad esprimere alcune idee personali che possono suggerire queste “novità”.
Le persone nuove
Volendo essere “autonomo” il partito dovrebbe, a mio parere, presentarsi, come primo momento con persone “nuove”, nel senso che non si siano mai state candidate con altri partiti o in altri schieramenti.
Questo è un sacrificio che si chiederà a tutte quelle brave ed oneste persone che finora hanno fatto politica in partiti diversi e che si sono dedicati a realizzare la costituzione e la dottrina sociale della chiesa all’interno di aggregazioni composite sia di destra che di sinistra.
Queste persone, parlamentari o consiglieri regionali, sindaci o assessori e consiglieri comunali, saranno accolti a pieno titolo nel nuovo partito, se chiederanno di aderirvi, e saranno molto utili nella formazione dell’agenda politica; ma, per i primi anni si chiederà a loro di agire in secondo piano, di supporto alle nuove persone che saranno esposte come candidate.
D’altra parte ritengo che sarà molto dura e difficile superare il primo impatto sia per la difficoltà di farci conoscere a livello mediatico, sia per l’apatia che regna nell’elettorato che ha subito in questi decenni una mala formazione politica, fatta di slogan e di discredito contro la casta.
Accoglienza verso tutti
Nel nuovo partito ritengo possano far parte tutti coloro che ne condividano il programma, sempre in costruzione, ma basato su due pilastri: la dottrina sociale della Chiesa e la prima parte della Costituzione Italiana. Si potrebbe anche aggiungere la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo proclamata nel dicembre 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Cosa significa “tutti”? Significa proprio tutti, senza preclusione. Anche coloro che hanno avuto incarichi importanti in altri partiti o hanno fatto parte nelle istituzioni come espressione di altri partiti.
Costoro, data la loro esperienza, sarebbe opportuno, a mio parere, inserirli nei Comitati di Esperti che supporteranno, a livello nazionale e regionale gli eventuali eletti nelle varie istituzioni locali o nazionali.
Mentre sarebbe da evitare che possano ricoprire, almeno per un certo periodo, cariche interne al partito o essere candidati a rappresentarlo, per non creare confusione nell’elettorato.
Le nuove segreterie
Un secondo argomento è senz’altro quello della struttura interna del nuovo partito.
Abbiamo visto, purtroppo, come nei vecchi partiti e nei nuovi movimenti, le segreterie soprattutto centrali, ma anche provinciali e regionali, abbiano avuto un peso eccessivo nelle candidature.
A mio parere, correrà pensare a delle regole rigide per impedire che ciò accada anche nel nostro nuovo partito.
Provo ad accennare alcune di queste “possibili” regole, chiedendo ai lettori di commentarle, e così poter magari scegliere insieme quelle più adatte e scartare quelle che saranno ritenute dannose o non ancora attuabili.
1) La segreteria plurima a tutti i livelli. Non più un segretario unico, ma almeno 3 persone di entrambi i generi, che gestiscano le varie segreterie a tutti i livelli.
2) Il veloce ricambio delle cariche interne.
3) La distinzione netta tra cariche interne e incarichi esterni ed istituzionali.
4) La non candidabilità “subitanea” delle persone che hanno cariche all’interno del partito. Mi spiego: negli anni in cui le liste erano bloccate e gli elettori erano stati privati di esprimere la loro preferenza, molti segretari provinciali di partito sono diventati deputati o senatori inserendosi nei primi posti delle liste. Non sarebbe, a mio avviso, il nostro stile di “servizio” in politica.
Mario Chieregato