È crisi profonda per il sostegno agli alunni con disabilità: non solo perché il 59% dei ragazzi con disabilità si troverà quest’anno con un docente di sostegno sconosciuto (come evidenziato dall’inchiesta di Tuttoscuola ( CLICCA QUI ), e non solo perché il settore avrà ancora il maggior tasso di precarietà tra tutti i settori e le classi di concorso (45% posti di sostegno in deroga e 56% di docenti di sostegno supplenti).
In questo difficile avvio del nuovo anno scolastico c’è dell’altro.
Nella prima settimana di scuola il ritardo di nomina dei supplenti ha penalizzato soprattutto migliaia di alunni con disabilità per i quali il docente di sostegno deve tuttora essere reperito tra i supplenti annuali (circa 19mila) e i supplenti su posti in deroga (circa 84mila).
Mentre si attendono per le prossime ore (o giorni) le nomine di oltre 100 mila supplenti su posti di sostegno, circa 158 mila alunni con disabilità, ben oltre la metà dei 285 mila previsti quest’anno, dovranno ancora attendere, rimanendo a casa (come sembra abbiano deciso molti genitori degli alunni con disabilità più grave) o stando in classe, affidati agli altri docenti della classe e aiutati dai compagni.
Eppure la ministra Azzolina, che pur ha intrattenuto nei mesi scorsi rapporti con le associazioni dei ragazzi disabili, ha ottenuto un incremento di oltre mille posti stabili per il sostegno e ha definito le nuove linee guida per l’inclusione, aveva parlato di priorità per i disabili.
Ci vuole ben altro per cercare di dare soluzione ai problemi di questo delicato settore, a cominciare dalla continuità didattica, ancora una volta e più di prima tradita dalle norme e procedure attuali.
Sarebbe comunque sbagliato ritenere che questa crisi sia congiunturale, acuita soltanto dall’emergenza sanitaria e organizzativa in corso.
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