“Il tema della laicità e quello della libertà religiosa determinano ancora conflitti e interpretazioni errate. C’è chi pensa che promuovere iniziative di ispirazione cristiana leda la libera maturazione delle coscienze dei non cristiani. Ancor oggi non manca chi considera inappropriato costituire un partito di ispirazione cristiana e militare in esso. La concezione dualistica tesa a separare il Vangelo dalla cultura e l’ispirazione cristiana dalle opere (quindi anche dalla politica) ha contribuito a svilire la capacità dei cattolici di essere sale della terra. Inoltre, molti credenti impegnati in politica hanno smarrito il richiamo a vivere il proprio impegno come servizio finalizzato al bene comune, quindi per il bene di ogni uomo, a cominciare dal più povero e indifeso. Negli ultimi quattro decenni si è diffusa la mentalità che in politica tutto sia lecito, che non esistano più principi e valori non negoziabili”.

Così, Mario Rossi ha dato il là all’appuntamento di giovedì scorso, 18 marzo, dell’APERITIVO INSIEME su un tema intrigante: il rapporto tra Fede e Politica.

A parlarne sono stati il prof. Alessandro Beghini di Doctor Humanitatis – Sez. di Verona Società Internazionale Tommaso d’Aquino, il padre gesuita Carlo Manunza, Docente Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale Presidente e mons Gastone Simone, Vescovo emerito di Prato e tra i più convinti sollecitatori della nascita di una presenza politica nuova dei cattolici in politica.

Il concetto del Bene comune , lo spirito di servizio e il significato di una rinnovata presenza dei cattolici interessati alla cosa pubblica sono i temi che hanno fatto da filo conduttore di un dibattito vivo e interessante.

Lo riproponiamo nella sua interezza con i due collegamenti che seguono:

 

 

 

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