In un momento di pandemia, parlare di contabilità potrebbe sembrare fuori luogo, ma la situazione amministrativa del nostro paese ha anche questi risvolti, che possono sembrare marginali, che in realtà hanno un’incidenza profonda nel tessuto sociale.

Gli attori in questione sono due soggetti di primordine e si chiamano MEF (Ministero dell’economia e delle finanze) e Corte dei conti: l’uno che fa e l’altro che controlla.

Orbene nel 2011 viene promulgato un D.Lgs. dal numero 118 in tema di armonizzazione contabile degli enti pubblici , nel quale si sostiene quello che Vi invito a leggere attentamente: “Il  pareggio  finanziario  nel  bilancio  di  previsione  infatti comporta anche la corretta applicazione di tutti gli altri  equilibri finanziari, economici e patrimoniali che sono da verificare non  solo in  sede  di  previsione,  ma  anche  durante  la  gestione  in  modo concomitante con lo svolgersi delle operazioni di esercizio, e quindi nei  risultati  complessivi  dell’esercizio  che  si  riflettono  nei documenti contabili di rendicontazione…”.

Consiglio di rileggere attentamente, perché su quanto asserito sono tutti d’accordo, una volta tanto. I documenti previsti dal summenzionato D.Lgs. devono, inoltre, essere pubblicati nel sito internet  di ogni ente denominato amministrazione trasparente.

Quali finalità, in sostanza, aveva il D.Lgs. con l’armonizzazione contabile, per farci capire anche dai non addetti ai lavori? Era quello di affiancare al metodo contabile in vigore, cioé la contabilità finanziaria, lo stesso metodo contabile che si usa in qualunque azienda in partita doppia, dunque quello economico – patrimoniale.

In questo modo, gli stessi fatti gestionali venivano misurati con la stessa moneta e “pesati” con due “bilance fornite”, quella del MEF e quella “tarata” dalla Corte dei conti per una maggior trasparenza e pubblicità nell’informazione.

A questo punto, anno 2020, siamo tutti curiosi di conoscere il responso del peso misurato dalle due bilance e sapete quale è?

Dopo aver indicato principi intoccabili, quali la prudenza e l’equilibrio gestionale di un ente pubblico, dobbiamo prendere atto che un sistema contabile adottato con una bilancia dà una risposta molto diversa rispetto all’altra.

Questa mancata trasparenza nel vestito contabile degli enti locali non è che si riscontri soltanto nelle piccole realtà municipali, ma anche in comuni che si fregiano di una griffe di sicura valenza internazionale, come è nel caso del comune di Monza per il conto economico del 2017 e per quello di Verona del 2018.

A questo punto ci si domanda se questa diversità sostanziale di giudizio sia frutto di una casualità o se non sia voluta.

Perché per un addetto ai lavori come chi scrive, quando gira questa pagina del “libro” della politica e legge la realtà sociale espressa attraverso dei numeri, si imbatte in termini poco simpatici come compromesso, consociativismo, corruzione e via dicendo.

E’ bene ricordare che i nostri padri costituenti non erano onesti solo perché tenevano le mani in tasca, ma perché avevano tutti una capacità tecnica all’altezza della situazione storica.

Ed almeno in questo campo il lavoro non manca.

Dino Manzolini

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