Cinque miliardi di costi da tagliare a livello di sistema per restare nei prossimi anni almeno con la (scarsa) redditività attuale. Il doppio (10 miliardi) per mettersi in pari con la media del sistema in Europa. Ma soprattutto un ripensamento totale del business model: rivoluzionando gli attivi di bilancio, utilizzando gli advanced analytics nella gestione del credito e prendendo atto che l’industria non è più labour intensive e richiede meno personale almeno per metà da riqualificare in chiave digital.

È questa la ricetta che la società di consulenza internazionale Oliver Wyman evidenzia nel rapporto dal titolo «Banche italiane su un piano inclinato» che Il Sole24Ore anticipa in esclusiva.

La discontinuità industriale che, secondo Oliver Wyman, è necessaria e addirittura urgente parte da uno scenario macroeconomico prudente e “benevolo”, che ipotizza il perdurare dell’attuale bassa crescita e bassi tassi. In caso di nuove crisi finanziarie o di recessione, la ricetta potrebbe essere ben peggiore. «Senza nuove crisi, senza recessione,
senza aumenti di capitale significativi dovuti alla nuova regolamentazione – spiega Claudio Torcellan, partner di Oliver Wyman – la nostra ipotesi è che nei prossimi cinque anni la media delle banche italiane vedrà una riduzione dei ricavi, in termini di margine di intermediazione, del 10% con punte del 15% per quelle più esposte sul credito e sui titoli di stato».

Evoluzione Attesa Del Margine Di Intermediazione
Principali banche italiane. Var.% sul bilancio 2018. (Fonte: Resoconti
annuali di esercizio, analisi Oliver Wyman)

A pesare saranno i tassi d’interessi zero della Bce con la compressione
della redditività degli impieghi, già scesi quest’anno di 30 punti base
per i mutui e di 80 punti per i prestiti alle imprese. Con la conseguenza
di una riduzione media dello spread tassi attivi-passivi di 20 punti
base. Sempre l’effetto tassi comprimerà i ritorni sui titoli di debito, con
una riduzione del margine di interesse del 5% rispetto ai livelli attuali.
I rimedi possibili arriveranno dalla crescita delle commissioni? «Tranne
alcuni casi di successo – spiega Torcellan – in media i ricavi
commissionali non saranno di aiuto a compensare il calo del margine
d’interesse: sono già su livelli più elevati rispetto alle banche europee e
la regolamentazione tenderà sempre più a favorire la concorrenza
mettendo sotto pressione la marginalità». E allora come farà l’industria
bancaria a sopravvivere al crollo dei ricavi? Servono una serie di
interventi radicali di cambiamento del modello di business, osservano
da Oliver Wyman, da realizzarsi «nell’arco di due piani industriali» con
l’impegno di «manager coraggiosi» e «lungimiranza dei board che devono
guardare a un’ottica di medio termine e non alle convenienze
immediate». Non sarà un’impresa facile.
I Ricavi Da Commissioni

Rapporto tra le commissioni nette e il margine di intermediazione a fine
2018. Dati in %. (Fonte: Ecb Statistical Data Warehouse)

Vediamo allora i suggerimenti. La prima presa d’atto riguarda la
revisione degli attuali modelli di servizio delle banche, ancora troppo
imperniati sulle filiali. «Bisogna colmare il gap di produttività verso le
altre banche europee che già operano con un rapporto tra costi e totale
della raccolta e impieghi dell’1% rispetto all’1,4% delle nostre banche».
Secondo le stime di Oliver Wyman, ipotizzando che lo scenario macro
non peggiori, per neutralizzare la compressione dei ricavi e mantenere
la redditività del capitale sui livelli attuali, «le banche italiane dovranno
ridurre le base dei costi di circa 5 miliardi di euro che corrispondono a
circa 70.000 risorse e a 7.000 filiali nel corso dei prossimi 5 anni».
Se poi il sistema volesse posizionarsi sui livelli medi di redditività
allineati al costo del capitale (8-9%), il taglio costi necessario
raddoppierebbe a 10 miliardi. Non solo. Dei dipendenti che resteranno
in banca, «oltre il 45% della forza lavoro dovrà acquisire nuove
competenze». Con quattro aree di intervento “digitali”: revisione dei
processi di interazione con la clientela sfruttando gli advanced
analytics per segmentare i clienti e prevedere una customer experience
in linea con quella offerta dalle Big Tech; l’adozione dell’intelligenza
artificiale nel sistema dei controlli; l’evoluzione delle piattaforme
proprietarie It di core banking; le competenze digitali necessarie a
ridurre i ruoli di filiale e back office a favore di nuove professionalità
come data scientist, change manager e gestione nuove tecnologie.
Margini Sempre Più Ridotti
Margini commerciali del sistema bancario italiano. Tassi medi applicati
dai principali istituti. Dati in punti base. (Fonte: Oliver Wyman)
Il ripensamento del business dovrà essere più profondo ed estendersi a
tutte le voci dell’attivo e del passivo dei bilanci bancari. Con tre focus
principali: esistono investitori terzi, a partire dalle assicurazioni come
accade in Francia, che possono detenere i mutui erogati dalle banche
riducendo l’impegno di capitale su un attivo che non produce valore?
Quante relazioni con grandi imprese clienti remunerano il capitale di
rischio impegnato? Quale è l’elasticità al prezzo dei depositi? «Il capitale
andrà allocato sugli attivi che generano valore, aumentando la velocità
di rotazione degli attivi stessi anche con modelli di partnership con
investitori istituzionali come le assicurazioni, minimizzando il costo
della raccolta e del capitale».
Più che una trasformazione, quella delineata da Oliver
Wyman, sembra una rivoluzione. Che non sarà indolore. «Bisogna che
tutti siano consapevoli che la tempesta industriale c’è e va affrontata –
spiega Torcellan – la trasformazione richiederà il pieno supporto di tutti
gli stakeholder, in primis Governo e dipendenti. Le banche dovranno
ingaggiare entrambe le parti su un dialogo orientato al futuro. Ed è
evidente, come più volte evidenziato, che l’aggregazione tra banche di
piccola e media dimensione è una condizione indispensabile ma non
sufficiente per il rilancio di un settore che può e deve restare decisivo
per l’economia italiana».

Alessandro Graziani

Pubblicato da Il Sole 24 Ore il 29 novembre 2019

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