Gli scenari internazionali presentano un mondo in subbuglio, lacerato da conflitti sanguinosi e punteggiato da focolai di guerra. La violenza sta prendendo il sopravvento su una democrazia sempre più fiacca, ostaggio di lobby e invadenze autocratiche. Il mondo sta cambiando, in peggio, inaridendo le relazioni umane e, saccheggiando senza ritegno, le risorse del Pianeta. L’inquinamento antropico, sta sensibilmente alterando il clima, rendendo le condizioni di vita di molte popolazioni, sempre più problematiche. I Grandi della Terra, non appaiono turbati, mostrandosi indifferenti anche ai richiami più autorevoli, come quelli di Papa Francesco, a un maggior rispetto dell’ambiente. I Paesi più economicamente avanzati, non sono propensi a rinunciare, pur parzialmente ai loro agi e, hanno abdicato a qualsiasi moto di indignazione.

A livello sociale, si percepisce però un diffuso vuoto di senso, che si manifesta con spirali di odio, atteggiamenti aggressivi e, condotte sempre più violente. Le istituzioni sono sotto attacco, prese di mira da movimenti antisistema che inneggiano a ideologie ultra nazionaliste. La politica arranca impotente e, continua a perdere credibilità: i cittadini elettori disertano le urne in percentuale massiccia: da noi, la più alta in Europa. Segnali preoccupanti che dovrebbero far riflettere sulla tenuta della democrazia ma che, non impensieriscono il Governo che, al contrario, preso da efficientismo decisionista, emana la legge sul Premierato, per attribuire maggiori poteri al Presidente del Consiglio. Con questo quadro sconfortante e allarmante della politica, ci tocca misurarci e, decidere se accettarlo sommessamente o fare qualcosa per cercare di riscattarne l’immagine. I cittadini non dovrebbero dimenticare, che hanno il dovere civico di interessarsi della cosa pubblica e tra questi, ancora di più, quelli che si professano cristiani.

Chi aderisce a INSIEME ha maturato convintamente questa scelta, decidendo di impegnarsi per il bene comune. I cristiani non hanno l’esclusiva del bene che, praticato infatti da altre professioni religiose, così come da atei dichiarati perché, come dice l’apostolo Pietro “Dio non fa preferenza di persone ma, chi lo teme e pratica la giustizia è a lui gradito”. D’altra parte molti sono i cattolici che, non riconoscendosi in nessuna formazione politica, hanno scelto di non andare a votare, preferendo impegnarsi nel sociale. Eppure, non si dovrebbe mai dimenticare quanto, il contributo politico dei cattolici, sia stato determinante per lo sviluppo civico, economico e sociale del Paese e, riprenderne oggi l’esperienza, pur sotto mutate spoglie, non può che costituire un fatto positivo. L’iniziativa avviata, lo scorso luglio, dalle Settimane Sociali della Chiesa, da cui è nata la Rete di Trieste, ha avuto il merito di scuotere il torpore dei cattolici e risvegliarne interesse e orgoglio politico.

Ripensare a una possibile unità è oggi un obiettivo più irrealistico che ambizioso ma, è bene che i fermenti attivi del pensiero cattolico, siano tornati a germinare. Come potranno o sapranno innervarsi in ambito politico, molto dipenderà da sintonie ritrovate o sperimentabili, avendo ben presente che “da una fede, possono scaturire diverse opzioni politiche” (Paolo VI). Oggi, rispetto ai tempi della DC, il sistema elettorale è cambiato, passando dal proporzionale al maggioritario cioè, al bipolarismo politico, che di fatto si è tradotto in manicheismo ideologico, con due schieramenti o aggregazioni, a contendersi la maggioranza.

Acclamato come la madre di tutte le riforme, il bipolarismo, non ha compiuto il miracolo: la partecipazione politica alla cosa pubblica, non ha fatto passi avanti e il Paese, si trova oggi lacerato dalla contrapposizione esasperata dei due poli. In questa continua, rissosa contesa, si inseriscono formazioni politiche che, si autodefiniscono moderate, presenti in entrambi gli  schieramenti, da cui vorrebbero distinguersi, rimanendovi comunque organici. I politici cattolici, dopo la diaspora, sono oggi dispersi, senza rilevante influenza, in un Centro, puramente virtuale e, in una parte e nell’altra dei poli ma la loro voce, stenta a farsi sentire. Basterà il richiamo della Rete a dare ai politici cattolici, quel supplemento di corpo e anima che finora è mancato? Com’è possibile che il pensiero cattolico possa essere declinato in modi diversi, finanche opposti? Eppure questo è quello che avviene regolarmente, uniformandosi il voto dei moderati di destra e di sinistra, ai reciproci schieramenti e, perciò spesso in antitesi.

Il bipolarismo, coi suoi due comparti stagni, ha reso asfittica la politica, negando il pluralismo e, la legittima rappresentatività delle forze minori, innescando quell’inarrestabile deriva dalle tornate elettorali. Quella che doveva essere una sana alternanza, ha di fatto prodotto immobilismo e allontanamento dei cittadini dalla politica, lasciando il voto a una compagine sempre più ridotta di supporter. Siamo convinti che solo il ritorno al sistema proporzionale, con la possibilità di scegliere liberamente i propri candidati possa servire al Paese, facendo tornare al voto i cittadini.

Come INSIEME, pensiamo che, per un’azione politica efficace, ci sia bisogno di una forma organizzata come un Partito. Per fare del bene a qualcuno basta un gesto spontaneo di aiuto o di amicizia ma, per fare del bene a tanti, serve la politica: quella forma esigente di altruismo e fratellanza solidale che Paolo VI, definiva carità. Il Partito è lo strumento della politica: senza partito, non c’è politica ma, buone azioni, a beneficio dei singoli o dei più, ma non di tutti, come esige il bene comune.

Essere operosi verso la comunità è il primo passo per aiutare il prossimo che, deve caratterizzare l’agire cristiano, ma poi, se ci si vuole impegnare per il bene di tutti, allora il Partito diventa fondamentale per “concorrere con metodo democratico a determinare la politica del Paese, come sancisce la Costituzione (art. 49).

INSIEME ha fatto la sua scelta, in coerenza con l’ispirazione cristiana e il rispetto della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica, assumendo un impegno formale nei confronti della comunità, cui sottoporsi per il giudizio di merito e il consenso politico.

Con questi intendimenti continueremo a occuparci di politica, senza risparmiarci, consapevoli delle difficoltà che incontreremo ma, convinti di fare la cosa giusta.

Adalberto Notarpietro

About Author