Dai nostri governanti siamo ben abituati a tutto, a qualsiasi sorpresa e pertanto non ci meravigliamo più di nulla; così avviene all’indomani del provvedimento della Presidenza del Consiglio che sostituisce il capo dipartimento della protezione civile, Angelo Borrelli, con l’ex capo dipartimento, già subentrato all’allora capo, prefetto Gabrielli, ora sottosegretario alla Presidenza del consiglio, che l’ha evidentemente “sponsorizzato” istituzionalmente.

In un contesto socio-sanitario talmente difficile e critico mi chiedo, appunto: che fretta c’era? Rimuovere un dirigente apicale senza una palese motivazione, senza che abbia affatto demeritato, che senso ha? Tanto più se pensiamo ai ritardi, alle inefficienze, alle indagini giudiziarie e interminabili, pesanti polemiche da cui è stata investita l’attività del Commissario straordinario per l’emergenza anti-Covid ’19. Ma mi rendo conto che è più facile che venga divorato un pesce piccolo, piuttosto che un personaggio che in una dozzina d’anni ha attraversato ogni tipo di governo ed ha imparato a farsi rispettare (o amare) dal potere politico.

Ora scenderà in campo la Protezione civile nazionale, ma perché non lo si è deciso prima? Che fretta c’era di mettere mano sull’organizzazione del dipartimento della protezione civile, che non è attaccabile, mentre lo è stato il Comitato tecnico-scientifico, anche per la sua composizione, quasi del tutto priva di epidemiologi o virologi? Oppure perché affetto da un certo protagonismo nella sua comunicazione.

E perché non utilizzare dei volti noti dello sport e dello spettacolo per aprire un dialogo con i giovani, al fine di contribuire a evitare comportamenti scorretti e pericolosi, nonché manifestazioni di protesta, abbastanza violente?

Ancora, che fretta c’era di costituire la Commissione per la riforma della P.A., in cui l’elemento più qualificato appare Carlo Cottarelli, economista, già candidato a palazzo Chigi o ministro economico, ma certamente inadeguato a dare un apporto notevole per una riforma che, almeno in teoria, si prospetta essenziale per il rilancio del Paese nell’ambito del “Recovery fund”.

Sarebbe il caso, semmai, di guardare con maggior attenzione alle responsabilità, politiche e gestionali, delle Regioni come quelle della Puglia che non è in grado di allestire efficacemente il padiglione anti-coronavirus presso la Fiera del levante.

Mister Draghi, please, se il buongiorno si vede dal mattino … ci aiuti a vedere una prospettiva meno cupa, mettendosi al comando della “scialuppa Italia” con la competenza che le vengono riconosciute e con la consapevolezza della gravità del momento, in modo che non resti soltanto un fantastico sogno quello di trasformarla in un super yacht altamente tecnologico e sicuro!

Michele Marino

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