“Abbiamo un disperato bisogno di una risposta nazionale unificata alla crisi climatica, perché c’è una crisi climatica”, ha detto  Joe Biden. Il neo presidente Usa si è impegnato a mettere la “giustizia ambientale” al centro “di tutto ciò che facciamo” per aiutare a mitigare gli effetti sproporzionati del cambiamento climatico, con l’adozione di nuovi interventi politici e finanziari.

L’inviato speciale per il clima degli Stati Uniti, John Kerry, ha affermato che il paese prevede di annunciare il percorso da intraprendere per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra entro il 2030, come previsto dall’accordo di Parigi sul clima, prima del vertice internazionale sul clima che Biden ospiterà il prossimo 22 aprile.

Kerry ha detto che i lavoratori hanno ricevuto una “falsa narrativa” sulla crisi climatica: “Sono stati alimentati dall’idea che, in qualche modo, affrontare il clima vada a loro spese.  Kerry ha sottolineato, invece, la necessità di aumentare i posti di lavoro nelle settore delle energie rinnovabili.  (Liberamente tratto e tradotto da The Guardian ( CLICCA QUI  )

Nel frattempo sono state rese note le conclusioni emerse dal più grande sondaggio di opinione mai realizzato dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP)sul cambiamento climatico ha rilevato che due terzi delle persone pensano che si tratti di una “emergenza globale”. Il sondaggio mostra che, diffusa in tutto il mondo, l’opinione pubblica sostiene l’azione a difesa del clima e dà ai politici un chiaro mandato per intraprendere le principali azioni necessarie, secondo l’organizzazione delle Nazioni Unite che ha effettuato il sondaggio.

L’UNDP ha organizzato il “Peoples’ Climate Vote “in 50 paesi ad alto, medio e basso reddito, che rappresentano più della metà della popolazione mondiale. Intervistate 1,2 milioni di persone molte delle quali giovani. Mentre i più giovani hanno espresso la maggiore preoccupazione sull’emergenza climatica, con il 69% di quelli di età compresa tra 14 e 18 anni, il 58% di quanti hanno più di 60 anni è d’accordo, facendo emergere che non c’è un enorme divario generazionale in materia.

Il generale, un 5% in più di uomini e ragazzi hanno sottolineato l’esistenza di un’emergenza climatica rispetto alle donne e alle ragazze intervistate in 16 paesi. Tuttavia, in quattro nazioni – Stati Uniti, Australia, Canada e Regno Unito – molte più donne e ragazze  si sono dette preoccupate per il riscaldamento globale.

Nelle nazioni in cui i combustibili fossili sono una delle principali fonti di emissioni, i partecipanti all’indagine hanno fortemente sostenuto l’energia rinnovabile, inclusi gli Stati Uniti (65% a favore), l’Australia (76%) e la Russia (51%).

Dove la distruzione delle foreste è una delle principali cause di emissioni, gli intervistati hanno sostenuto la conservazione degli alberi, con il 60% di sostegno in Brasile e il 57% in Indonesia.

Nel complesso, le azioni più indicate per affrontare la crisi climatica sono la protezione e il ripristino delle foreste, seguite dagli interventi relativi alle energie rinnovabili e un’agricoltura rispettosa del clima. La promozione di diete a base vegetale è stata una delle opzioni meno indicata tra le 18 prospettate nel corso del sondaggio, con solo il 30% di sostegno.

Liberamente tratto e tradotto da The Guardian ( CLICCA QUI )

 

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