Ieri sera abbiamo assistito ad un Tg2 delle 20:30 da dimenticare. Solo a Marco Cappato è stato consentito di commentare a fresco, l’uomo era scuro in volto, l’esito della decisione della Corte Costituzionale in base alla quale è stata respinta la richiesta di tenere un referendum sul suicidio assistito. La tesi di Cappato è che siamo di fronte ad una “brutta notizia per la democrazia”. Poi, aggiungerà che ci sarà la “disobbedienza civile”. Il che vuol dire praticare dei veri e propri omicidi.

Il Tg2 non ha rispettato la più elementare regola dell’informazione che dovrebbe essere assicurata dal servizio pubblico garantendo l’ascolto della più ampia pluralità di voci. Perché accanto a Cappato non c’era nessuno di coloro che si sono detti contrari all’autorizzazione allo svolgimento del referendum. Tra l’altro, sulla base di una posizione espressa in punto di diritto e che entrava nel merito anche della formulazione della richiesta avanzata dai referendari.

Purtroppo, è stato lo stesso Presidente della Corte, Giuliano Amato, a dare la stura ad un modo di affrontare la questione che preoccupa davvero. Perché teniamo alla democrazia e, dunque, agli strumenti previsti dalla Costituzione per assicurarne rispetto della forma e della sostanza. Così, una decisione della Corte, cui è demandata in ultima istanza la risposta su ciò che assicura e rafforza la democrazia e quel che la diminuisce o l’intacca, è fatta passare per un vulnus al processo di partecipazione popolare la quale, in una democrazia parlamentare, ha dei percorsi ben definiti e storicamente consolidati da rispettare.

Il Tg2 c’ha poi fatto conoscere il giudizio di Matteo Salvini. Anch’egli dispiaciuto per il no al referendum. Il popolo è sovrano, aveva già dichiarato in precedenza e, quindi, a suo avviso, i referendum dovrebbero essere accolti per principio: “Sono dispiaciuto, la bocciatura di un referendum non è mai una buona notizia”. Ovviamente, lui è esclusivamente interessato ai suoi referendum sulla Giustizia e così ha sorvolato sul comunicato stampa con cui la Corte, in attesa del dispositivo più completo, precisa che “a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”.

Il Capo della Lega ha espresso la stessa tesi di Nicola Fratoianni, anch’egli ascoltato dal Tg2,  che si trova agli antipodi della Lega in Parlamento. Questo perché, a ben guardare, non si accettano le regole della nostra democrazia che affidano alla Corte Costituzionale delle responsabilità ben definite ed insindacabili. Altro che “disobbedienza civile”!

In più d’uno, insomma, hanno ancora tanta strada da fare per farsi riconoscere pienamente in linea con quelli che sono i presupposti di partecipazione al nostro processo democratico e spiace che il Tg2 dia voce solamente a loro.

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