L’attuale ondata di dazi trumpiani è stata dovuta alla duplice frustrazione del Presidente Usa di non vedersi ubbidito dalla Fed e di constatare che il cambio della guardia in Bce non avrebbe significato ritorno a un euro forte. Per Trump, infatti, è vitale indebolire il dollaro per mantenere la più vincente delle sue promesse elettorali: l’aumento dell’occupazione e dei salari interni grazie a più esportazioni e meno importazioni. Neanche la Cina gli dà retta e lo Yuan rimane sottovalutato.
Ci sono anche altre problematiche legate ai rapporti valutari e all’uso dell’oro che adesso sarebbe troppo lungo sviscerare, ma il sovranismo c’entra ben poco. Dazi e sovranismo non sono parenti delle guerre, ma, al contrario, forme di resistenza ad esse. Le cause delle guerre stanno nel binomio imperialismo (che ha la radice nel sovranismo malinteso, aggressivo, razzista) e frustrata crescita di potenzialità che non possono realizzarsi.
I dazi sono uno strumento obsoleto e impacciante, d’accordo, ma non certo causa di guerre; queste ultime avvengono quando un potenziale di frustrazione o, anche, di capacità non viene gestito in modo adeguato anche da accordi internazionali e dal buon senso.
Il sovranismo, di per sé è solo un richiamo al reciproco rispetto; senza rispetto dell’altro diviene imperialismo che è cosa ben diversa dal nazionalismo: se non fosse così i padri fondatori della nostra Costituzione non avrebbero utilizzato ripetutamente la parola Nazione.
Oggi necessitiamo di un modello economico e politico nuovo nelle relazioni tra i popoli, quello sintetizzato nella formula “win win” che vuol dire vinci tu che vinco anch’io; il contrario del vecchio schema liberista basato sulla massimizzazione delle esportazioni: cosa realizzabile solo dai più forti, appunto.
Il nuovo modello richiede, invece, di ridurre le importazioni non necessarie e le esportazioni a basso valore aggiunto che impoveriscono chi le fa. Puntare quindi all’equilibrio delle bilance commerciali importando quanto non è logico produrre all’interno in cambio di esportazioni ad elevato valore aggiunto.
Questo è lo schema della pace che non richiede né i dazi né la loro demonizzazione.
Nino Galloni

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