Davanti al ripetersi diffuso di ipotesi su un possibile scioglimento anticipato delle camere, DemocraziaComunitaria sottolinea innanzitutto che la classe politica in generale, ed i partiti in particolare, hanno il dovere di assumersi correttamente le proprie responsabilità istituzionali impegnandosi a concludere, per quanto possibile, la legislatura alla sua scadenza naturale, e non anticipatamente, per rispetto del popolo italiano che ha determinato con il suo voto l’attuale equilibrio parlamentare e non un altro, e ha diritto, in questo quadro, alla maggiore stabilità di governo possibile.

DemocraziaComunitaria esprime inoltre la convinzione che i partiti politici ed i singoli eletti debbano comunque proporsi l’unanime obiettivo di tornare a rispettare la effettività del principio elementare per il quale, come sottolineava sinteticamente il grande Olivetti, la democrazia consiste nella libertà con cui “persone scelgono persone”. Non scelgono partiti o liste, ma persone. Debbono in questo senso, i partiti e la classe politica in generale, adeguare, in via stabile e senza opportunismi di parte, la legge elettorale.

La partitocrazia vigente ha infatti obnubilato, ormai da molti anni, il diritto dei cittadini di scegliere i loro rappresentanti, in particolare i loro parlamentari, e si è sostituita abusivamente ad essi sia attraverso la complessità defatigante e disonesta della normativa elettorale che rende inavvicinabile di fatto la relativa procedura ai cittadini, sia attraverso il meccanismo del voto su liste senza possibilità di preferenze nominative, sia, infine, attraverso l’esasperato numero di firme da raccogliere per poter presentare candidature: numero che deve venir drasticamente ridotto a una consistenza poco più che simbolica, quale per sua natura deve essere in rispetto sia dello spirito costituzionale sia del diritto naturale, al fine di facilitare e non ostacolare la libertà di partecipazione elettorale e di candidatura per tutti i cittadini che godano dei diritti civili e politici, e per le relative eventuali liste.

Ben specifica e consapevole nella sua transitorietà fu, per i padri costituenti, la natura e la portata rilevante del meccanismo delle firme da raccogliere nella specifica temperie storica della prima fase repubblicana: DemocraziaComunitaria lo sottolinea a scanso di ben note giustificazioni interessate in senso contrario, addotte dall’attuale partitocrazia per consentire il meccanismo elitario ed oligarchico con il quale si è venuta deteriorando di fatto la nostra democrazia costituzionale.

DemocraziaComunitaria propone, in terzo luogo, che il sistema elettorale venga articolato su piccoli collegi uninominali o su non vasti collegi plurinominali con voto di preferenza su candidati, in modo che ogni singola comunità territoriale possa scegliere direttamente e liberamente il suo rappresentante o i suoi rappresentanti in quanto persone e non, appunto, in quanto liste.

Ricorda infine che i partiti politici, a termini della Costituzione italiana e del suo spirito, non sono la democrazia ma solo lo strumento attraverso il quale la democrazia aiuta i cittadini a orientarsi nella scelta dei rappresentanti da eleggere.

Giuseppe Ecca

 

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