La febbre Dengue ha già fatto registrare 12,4 milioni di casi nel 2024. Soprattutto in America Latina, Africa e Asia sud-orientale. Ma notizie preoccupanti al riguardo giungono anche da Europa e dagli Stati Uniti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che quattro miliardi di persone a rischio in tutto il mondo siano con la possibilità che, in realtà, si possa raggiungere i cinque miliardi entro il 2050.
Secondo taluni esperti la diffusione della dengue è dovuta ad una combinazione di fattori tra cui la crisi climatica, l’aumento delle migrazioni e l’urbanizzazione, fenomeni che favoriscono le zanzare che ne sono il principoale vettore di diffusione.
La specie di zanzara che tende a trasmettere la dengue è Aedes aegypti, in particolare nel sud-est asiatico. Ma anche un secondo tipo può diffondere il virus: Aedes albopictus, la zanzara tigre. Può sopravvivere in un intervallo di temperature più ampio e si è stabilita in nuove aree. È ben adattata agli ambienti urbani e può riprodursi in una piccola quantità di acqua stagnante.
I cambiamenti climatici non solo aiutano le zanzare a sopravvivere in nuove aree, ma possono causare eventi meteorologici estremi come inondazioni, creando nuovi luoghi di riproduzione. Le ondate di calore possono accelerare i cicli di riproduzione.
Dopo l’esperienza dell’epidemia da Covid 19 non ci si può che chiedere se ci sia un’adeguata preparazione a qualcosa che potrebbe assumere dimensioni ancor più preoccupanti.