Così, di fronte all’aumento vertiginoso del numero dei contagiati e di quello dei morti, il Governo prende una decisione che, in realtà, avrebbe dovuto essere stata presa già da giorni. Limitare gli spostamenti non necessari per ridurre il rischio della diffusione del Coronavirus.
Troppi italiani hanno dimostrato di sottovalutare la situazione. Troppe le occasioni in cui sono state violate le restrizioni imposte con l’istituzione delle prime zone rosse. Abbiamo avuto gente passata da una regione all’altra, come se niente fosse , altri addirittura in vacanza al caldo, le stazioni sciistiche hanno continuato a richiamare frotte di villeggianti come se il virus fosse uno scherzo. Troppi studenti hanno preso la chiusura delle scuole per una vacanza.
Mi è capitato, proprio il primo giorno di sospensione delle lezioni, di entrare in un bar di Roma e trovare là riunita una intera scolaresca. Ragazzi e ragazzi stavano sostituendoi libri di scuola con il cappuccino e il cornetto e, ovviamente, l’immancabile telefonino.
Per giorni e giorni si è saputo del solito confluire di frotte di giovani e meno giovanoi in occasione del solito appuntamento dell’aperitivo serotino, il famoso “happy hour”.
Siamo arrivati al punto che una neo eletta parlamentare, spedita al Senato dopo un’elezione suppletiva cui ha partecipato appena il 14,51 % degli aventi diritto, ha pensato bene di organizzare i festeggiamenti cui hanno partecipato decine e decine di persone, nonostante tutti gli appelli a limitare gli assembramenti.
Il mondo del calcio, salvo disporre partite senza spettatori, ha sorvolato sul fatto che, comunque, gli appuntamenti di campionato richiamano le solite ammucchiate di tifosi.
Si pensava così di combattere un nemico tanto insidioso in procinto di far esplodere il Sistema sanitario nazionale, di distruggere la nostra economia oltre che l’immagine del Paese, oramai raffigurato su tutti i giornali del mondo come quello degli “untori”?
Sia pure in ritardo sembra che Governo, Governatori regionali e leader di partito siano una volta tanto tutti d’accordo. Tardi, ma è bene che una parola chiara e ferma sia stata pronunciata per costringerci tutti ad adeguarci alla gravità della situazione.
Giancarlo Infante