Franco Massi ha aperto il congresso dell’Uneba, che riunisce il più ampio insieme italiano di strutture che operano nel campo socio – sanitario assistenziale, ricordando la scarsità di risposte alle proposte e istanze che vengono da quel mondo da parte delle istituzioni, forze politiche e gruppi parlamentari. La stagione della pandemia ha così aumentato le incertezze nonostante siano state portate all’attenzione dei soggetti istituzionali preposti “soluzioni concrete e realistiche necessarie per poter continuare a svolgere da parte dei nostri enti un pubblico servizio sanitario e sociosanitario”.
Incertezze anche ai livelli regionali, ha aggiunto Massi perché anche ” le regioni, purtroppo, considerano il socio-sanitario-assistenziale un mondo di serie B”.
Il Presidente dell’Uneba, cui sono associate oltre 1000 strutture presenti in tutta l’Italia, ha quindi proposto, tra le altre cose “l’estensione del bonus del 110% agli enti religiosi, oggi consentito, dietro nostra richiesta solo alle ONLUS agli Odv , e la proroga dei termini dal 2022 al 2023 ( come per gli ex Iacp), la proroga per gli infermieri extra comunitari, per l’adeguamento alle norme antisismiche; e proposte in tutte le regioni per poter impiegare, dopo adeguata formazione, gli OSS specializzati con la terza S”.
Secondo Massi “il terremoto della pandemia che ha investito la nostra società, i nostri modi di vivere e le nostre abitudini, ha lasciato il segno in modo particolare nella sanità. E dobbiamo quindi adeguare e cambiare nel futuro i nostri comportamenti. Il SSN universale e la sua sostenibilità e il Servizio sociosanitario nelle varie articolazioni dovrà essere affidato nei diversi servizi, con pari dignità e opportunità, al pubblico, al privato e al terzo settore no-profit. Il no-profit non è come gli altri attori, ma ha qualcosa in più, necessita di qualcosa in più, anche se, giustamente deve sottostare alle regole e alla sempre più invadente burocrazia”.
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