Proseguendo il ragionamento di ieri ( CLICCA QUI ) dobbiamo porci ulteriori quesiti e riflettere, anche per quanto riguarda INSIEME, sulle principali questioni che, a mio avviso, non possono essere più eluse.

Come si svilupperà l’evoluzione delle nostre Istituzioni? Fino a quando il ceto politico si rassegnerà a restare al traino della pubblica opinione? Quando le elitè politiche decideranno di porsi come obiettivo concreto, enunciato e verificabile, il Bene comune delle comunità amministrate?

Quando i Partiti impareranno a selezionare secondo criteri meritocratici i loro candidati ai ruoli, rispondendo in tal modo, con i fatti, al grave deficit di democrazia dimostrato da una partecipazione al voto che si aggira stabilmente intorno al solo 50% degli aventi diritto?

E poi ancora: come impatterà sulle Istituzioni il presente semestre bianco? Come fare ad ottenere al vertice delle nostre istituzioni, dopo una transizione serena, i personaggi più adeguati? Come impatterà su questo obiettivo nevralgico l’esito della recente consultazione elettorale di oltre 12 milioni di cittadini?

Per la Politica, operare a vantaggio del Bene comune dovrebbe voler dire “concorrere ad individuare, predisporre, fornire strumenti, coinvolgere, per agire, per semplificare, per accelerare, per controllare, per rendere stabile, per garantire”. “La Politica torni ad essere luogo metaforico ma anche spazio fisico, che si prenda cura delle persone, ma anche delle idee, del dibattito ma anche della deliberazione, che adotti azioni concrete capaci di integrare soluzioni per renderle tempestive, efficaci, stabili nel tempo”  (Da un ragionamento di Maurizio Carta su la Repubblica).
 E’ necessario dare nuova attualità al magistero di Giorgio La Pira che interpretava la politica come servizio che si fa corpo vivo nelle città. In spirito di continuità ideale, Savino Pezzotta, nel corso di un incontro in Agosto 2021, ha illustrato la “via municipale” per superare la attuale irrilevanza dei cattolici in politica. Con una paziente tessitura dal basso di liste civiche e di presenze significative nei territori, senza distintivi che escludano, ma con la passione inclusiva per il Bene comune, come infra definito.
La vera risposta agli accordi intercorsi tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, al momento della formazione dell’attuale Governo, ai quali i due protagonisti fanno continuo riferimento, potrebbe e dovrebbe essere l’approvazione di una nuova Legge elettorale, che non abbia come desiderio quello di alterare i probabili risultati raggiungibili sulla base della precedente Legge, o quello di garantire risultati preconizzati, ma quello di dare davvero modo al corpo elettorale di determinare la scelta di chi dovrà rappresentarlo per i successivi anni. Una piccola, parziale ma positiva buona notizia: la Commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati ha approvato il 10 Settembre 2020 il testo base della Legge di Riforma elettorale che introduce nella nostra legislazione il sistema proporzionale con lo sbarramento al 5%. Benvenuto! Ma la strada che condurrà all’approvazione definitiva, allorquando avverrà, si preannuncia lunga e probabilmente soprattutto la soglia di sbarramento verrà, ad avviso di chi scrive, rimessa in discussione.
 Necessario, importante ed opportuno richiamare, a questo punto, la sintesi della proposta di INSIEME alla classe dirigente nazionale.  Potrebbe essere questa la cornice all’interno della quale INSIEME possa trovare il modo di tentare di essere e riuscire a prospettarsi “centrale” nella Società e nello schieramento politico, mobilitando le energie di quanti tra giovani, donne, studiosi e studenti, operatori finora non si sono impegnati, di coloro che intendono contribuire a rafforzare le istituzioni, l’Europa federale, rimettere in moto l’ascensore sociale, contribuire a guidare la transizione ecologica ed anche quella digitale, rinnovare con gradualità l’establishment; contemperare sviluppo, giustizia sociale ed equità come risultati dei loro sforzi; fondamentale tentare di essere “centrali” rispetto ad un quadro frammentato, in ottica di riformismo “liberale\popolare\sociale” dietro il quale si collochi e ci segua il ceto medio, la borghesia; ceto dei produttori che oggi, insieme ai lavoratori, mandano avanti l’economia, che reggono il peso dei finti poveri e dei veri ricchi che eludono le imposte o da esse riescono a farsi esentare, che sanno riconoscere ed eventualmente premiare la buona Politica che consegua buoni risultati a vantaggio del Bene comune.
Identità, rispetto, cambiamento in meglio, volontà di rappresentare una comunità e non una fazione,  volontà di non demonizzare gli avversari, capacità di concentrarsi su se stessi per conoscersi e migliorarsi; sforzo di parlare con tutti cercando di farsi percepire credibili: questi gli attrezzi con i quali INSIEME dovrebbe riempire una metaforica cassetta da utilizzare nella fase di lavoro.
Massimo Maniscalco

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