“Un capitalismo sostenibile che riduca le diseguaglianze”. Così titolava lo scorso 2 gennaio un
editoriale di Giammario Verona, Rettore dell’Università Bocconi, sul Corriere della Sera.
Verona evidenzia che la pandemia ci ha fatto scoprire “più fragili ma anche più resilienti”.
La consapevolezza della nostra fragilità, osserva l’editorialista, “ha fatto riemergere l’animale
sociale che è in noi”, “ci ha spinto a rivolgerci al prossimo, a chiedere aiuto e cercare conforto: ai
nostri famigliari, ai nostri amici, ai nostri colleghi, ai nostri concittadini. E in questa ricerca di aiuto,
ci scopriamo più umani in quanto la naturale reciprocità ci porta anche a restituire oltre che a chiedere.
E questo ci fa diventare migliori, come ben dimostrato dalle innumerevoli iniziative di carità messe in
campo in questi mesi”. La fragilità ha ridato vigore a uno spirito di collaborazione che, dal famigliare
al sociale e al politico, si era affievolita a causa dell’individualismo e dei nazionalismi.
D’altra parte, la pandemia ha anche “il merito di aver confermato la resilienza e la capacità di
adattamento dell’essere umano”. L’uso diffuso delle tecnologie per superare l’isolamento e i tempi
record di sviluppo del vaccino sono la conferma che la necessità è la madre delle grandi invenzioni.
“La consapevolezza della fragilità ci ha insegnato a collaborare come non sapevamo più fare, la
conferma della nostra resilienza a usare gli strumenti che scienza e tecnologia ci mettono a disposizione
per innovare e migliorare la società”. Questi, per Verona, gli insegnamenti che abbiamo tratto dalla
tragedia del Covid 19 e di cui dobbiamo far tesoro anche superata la pandemia.
Tra le sfide prioritarie da vincere “nel nuovo normale”, Verona pone “la trasformazione del recente
capitalismo finanziario in un capitalismo sostenibile che riduca le disuguaglianze economiche e
preservi l’ecosistema ambientale” ed evidenzia che, “proprio questo senso di fragilità e questo
rinnovato spirito di innovazione potranno aiutarci, permettendoci di trovare la chiave di volta per la
crescita sostenibile in un mondo sempre più globale e sempre più complesso”.
Allo stesso tempo, arriva il messaggio di Papa Francesco che denota la dimensione etica, oltre che
di necessità per la nostra sopravvivenza, delle scelte che abbiamo di fronte, esortandoci a “lavorare
insieme per il bene comune”, a “impegnarci un po’ di più a prenderci cura gli uni degli altri (soprattutto
dei più deboli e svantaggiati) e del creato, la nostra casa comune”, sfuggendo “la tentazione di
prendersi cura soltanto dei propri interessi, continuare a fare la guerra, per esempio, concentrarsi solo
sul profilo economico, vivere edonisticamente”. D’altronde, i temi della cooperazione e della cura del creato non sono nuovi nell’insegnamento di Papa Francesco che approfonditamente li ha trattati nelle sue due mirabili encicliche: “Laudato Si’”, sulla cura della casa comune, e “Fratelli Tutti”, sulla fraternità e l’amicizia sociale.
Dunque, nel momento di maggiore incertezza e disorientamento sul nostro futuro, non solo per la
riscoperta di una fragilità che forse avevamo dimenticato ma anche per il fallimento di dottrine politiche
ed economiche le cui ricette e promesse si sono dimostrate fallaci, sembrano emergere, dalla ragione da
un lato e dalla fede dall’altro, indicazioni assonanti per salvare noi stessi e il mondo. Non è mai troppo
tardi!
Quando, alcuni decenni fa, il capitalismo era visto come la ricetta infallibile per la libertà e il
benessere dell’umanità, la Dottrina sociale della Chiesa era considerata un di più non necessario, forse
utile per iniziative di carità e sussidiarietà estranee però al campo dell’economia e della politica. Oggi
si riscopre la necessità di valori etici fondamentali che sono anche la condizione per garantire una
crescita sostenibile e un futuro per il nostro modo malato. Ragione e fede possono ritrovarsi nella ricerca
della verità, per costruire un nuovo modello di economia liberale che riduca le diseguaglianze e preservi
l’ecosistema ambientale.
Michele Gatta
Pubblicato su Servire l’Italia ( CLICCA QUI )