Draghi si è presentato alle Camere per avere la fiducia ed iniziare la missione, che gli è stata affidata dal Presidente Mattarella. È difficile centrare l’essenza ed il significato, vero e profondo, di questo Governo in questo momento di pandemia, in questo momento di riscatto, in questa nostra Nazione.

Ad uno sguardo superficiale, e direi conformista, si potrebbe chiamare questa compagine di governo espressione di una operazione di salvataggio o un governo dei Migliori, una “Grosse Koalition”. Ma questo Governo di Mario Draghi, tanto evocato dalla fine del suo mandato dalla BCE, non è nessuna delle tre cose, o meglio, è il risvolto negativo delle tre cose.

Non è una grossa coalizione alla tedesca, piuttosto una grossa ammucchiata, in cui tanti partiti si affollano in essa, sgomitano tra loro, prima ancora di iniziare, tantoché Draghi ha dovuto subito cercare di zittire i ministri nelle loro esternazioni, ma non si illuda: i suoi ministri, i più rispettosi della forma, faranno parlare i colleghi di partito fuori dal Governo. Questo è un governo “ermafrodita” che racchiude già nel suo seno l’opposizione. Salvini lo ha detto chiaramente: c’erano tanti soldi da gestire, non poteva non essere che non ci fosse il suo partito, che è il partito che ha la maggioranza dei voti (sarà poi vero?). Certo sono parole sconnesse e di una gravità disarmante.

Non è un governo tecnico dei “Migliori”, che sono una minoranza, un po’ di più di qualche tecnico, che in genere sono sempre presenti nei governi (Manfredi all’Università ne è un esempio recente).  Draghi ha fatto tesoro dell’esperienza di Monti ed ha accolto, con lungimiranza nel suo Governo, i partiti, che potranno essere, questa sì, la maggioranza, che lo potrà eleggere a Presidente della Repubblica. Il fatto che qualcuno dica che ci sono 2 governi ne è la prova, ma anche un segno di contraddizione e di difficile cammino.

Questo difficile cammino confligge con il necessario, immediato salvataggio dell’Italia dalla tragedia di un fallimento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che deve intercettare l’erogazione dei fondi europei della New Generation European Union e che è alla base di tutta questa operazione governativa di Mattarella.

Il Governo uscente, infatti, aveva approntato, nell’ottobre scorso, un primo Piano Nazionale, che adottava semplicemente le linee guida europee della NGEU, poi un secondo, più ampio ed un terzo, ancora, approvato questo, come definitivo, il 12 gennaio scorso dal Consiglio dei Ministri, che dopo l’approvazione in Parlamento, sarebbe stato quello da presentare alla EU per ottenere i fondi.

Tra i vari PNRR ci sono incongruenze sui fondi messi a disposizione dall’EU, ma ciò che è ancora più grave nessun vero progetto. Un progetto, oltre l’indicazione del campo, in cui si muove e dell’obiettivo finale, deve riportare, dettagliatamente, le operazioni attuative, i tempi di attuazione, la quantificazione dei costi e dei benefici preventivati: questi elementi non ci sono affatto, nemmeno nel Piano “definitivo”. Questo Piano del Governo Conte è, di fatto, un elenco di missioni, che non prevede una gerarchia di priorità. Inoltre sono stati inseriti frettolosamente dei “progetti già in essere” che portano solo uteriore ambiguità.

L’Italia, al momento, non ha un progetto credibile per intercettare i fondi della NGEU ed i tempi sono strettissimi!

Questa è la vera sfida del Governo Draghi: super-Mario ci riuscirà? perché deve rielaborare il Piano, renderlo funzionale alle modalità di presentazione e capovolgere la metodologia adottata dal Governo Conte.

L’anima del NGEU è l’umanità di chi abita o abiterà l’Europa, pertanto il solo approccio top-down presente nel PNRR, va integrato necessariamente con un approccio dal basso, per promuovere un processo circolare ed integrare il paradigma ecologico e tecnologico con quello umanistico.

Noi ce lo dobbiamo augurare, mentre porgiamo l’orecchio alla televisione per sentire il discorso programmatico del nuovo Presidente. Come cristiani responsabili, come Partito di ispirazione cristiana ci corre l’obbligo di dare il nostro contributo, evangelicamente sincero e chiaro, in tutte le forme e modi, che potranno essere presenti nel campo politico e tecnico.

Alfonso Barbarisi

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