Una certa oscillazione terminologica a proposito del Governo Draghi (governo tecnico, governo politico, governo del paese, governo del presidente, governo di salute pubblica, governo di unità nazionale…) dipende certamente dai punti di vista dei partiti. Ognuno chiama il Governo come lo vede, o come lo vorrebbe.
Ovviamente la formula sintetica utilizzata dal presidente del Consiglio mette fuori gioco tutte le altre esercitazioni.
Tuttavia l’oscillazione terminologica corrisponde alla sostanza composita del Governo, che comprende a un piano la figura del presidente, non riducibile a una denominazione esclusiva, a un altro piano una squadra mista di tecnici e di politici, i secondi rispondenti a diverse specifiche, comunque punto di equilibrio tra le esigenze più alte del Paese e le esigenze non prescindibili per i partiti (alcuni per crescere, alcuni per cambiare vita, alcuni per sopravvivere). A un altro piano ancora, quello dei sottosegretari, sembra essere stata lasciata mano libera ai partiti (se non incondizionatamente almeno con condizioni più lasche, cioè con maggiore comprensione verso le loro esigenze e dinamiche).
I sottosegretari dunque sono il governo politico, anzi quello dei partiti, e infatti taluno parla come se fosse portabandiera e portavoce massimo del partito mandante (e ha cominciato già prima del giuramento!). Dunque un governo chimera, che non è solo leone, né solo capra, né solo drago, e non serve sapere esaustivamente a quale animale corrisponda quale componente. Possiamo limitarci a sperare, poiché – come ben dice Draghi – questo è il Governo del paese, che Bellerofonte sia trattenuto da altre imprese.
Ma quanto ho detto finora è solo la premessa. Dato che il Governo è ben assemblato con componenti diverse, forse occorre chiedersi se con sapienza e fatica il Governo perseguirà un’unica linea di azione, oppure se pezzi di Governo diversi si occuperanno di cose diverse.
A mio avviso il Governo del Paese si occuperà dei contenuti essenziali del programma Draghi: completare la campagna vaccinale e uscire dalla emergenza Covid, far partire bene ed efficacemente il NGEU, ottenere una accelerazione nella digitalizzazione, nella conversione Green e nella realizzazione di infrastrutture. Spero, vorrei aggiungere, nel capitale umano, e nel mettere istruzione e formazione al centro dello sviluppo.
Forse alcuni ministri “politici” di primo rango o su posizioni di prima linea si adopereranno sinceramente per conciliare la dedizione al Governo del paese con la lealtà ai partiti che li esprimono. Alcuni, non serve fare i nomi, potrebbero averne lo spessore e l’abilità. Ma il grosso dei sottosegretari da quali intenti sono animati? Intendono partecipare alla costruzione comune nello spazio politico del Governo del paese o dedicarsi a piccole edificazioni particolari, e speriamo non abusive? Non è una questione di qualità delle persone (ed è fatuo il gioco di ricordare qualche gaffe, qualche lapsus, qualche curriculum di studi non eccelso). E’ una questione politica.
Il Governo del Paese dovrà innanzitutto preoccuparsi di governare le donne e gli uomini che lo compongono, affinché la squadra intera proceda compattamente verso gli obiettivi comuni, oppure coesisteranno due governi, quello del Paese e quello dei partiti. Insomma le testa di leone emetterà fiamme e la coda farà da coda?
È un test imprevisto e interessante sulla qualità attuale e potenziale della nostra classe politica. Dobbiamo attenderne l’esito. Ma come possiamo contribuire a un buon esito?
Vincenzo Mannino