Il costante aumento dei fabbisogni professionali delle imprese che non trovano lavoratori disponibili nel mercato del lavoro (mismatch) rallenta la crescita dell’occupazione e dell’economia con implicazioni negative sulla sostenibilità del modello redistributivo.

In un recente articolo (CLICCA QUI), con l’ausilio di alcune statistiche dell’Eurostat, abbiamo cercato di evidenziare come le mancate riforme del welfare e del mercato del lavoro abbiano penalizzato in particolare la domanda e l’offerta di lavoratori qualificati. Nei prossimi 15 anni queste criticità tenderanno ad aumentare per effetto delle dinamiche demografiche: l’aumento del numero dei pensionati e la riduzione delle persone in età di lavoro.

L’impatto delle tecnologie digitali, oltre ad accrescere il tasso di obsolescenza dei profili professionali in essere, aumenta la domanda di lavoratori competenti per trasferire il potenziale delle innovazioni nelle organizzazioni o per utilizzarle in modo proficuo per migliorare la qualità dei prodotti e dei processi produttivi. Allo stato attuale il saldo tra la distruzione e la generazione di posti di lavoro rimane positivo in tutti i Paesi sviluppati. La capacità di soddisfare i nuovi fabbisogni professionali diventa un requisito imprescindibile per far crescere la competitività, la produttività e i redditi da lavoro.

Le caratteristiche dei mismatch che abbiamo schematicamente riassunto ci consentono di evidenziare le potenzialità e le criticità che devono essere considerate per orientare le politiche attive del lavoro. La domanda di lavoro tende ad aumentare con ritmi superiori all’offerta disponibile in termini quantitativi e qualitativi. Vi è la condizione ideale per offrire risposte a tre criticità che ereditiamo dal passato (il mancato ricambio di genere e generazionale; gli squilibri territoriali; la stagnazione dei salari reali). Allo stato attuale un miglioramento si registra nell’incremento dei rapporti a tempo indeterminato, superiore alla crescita dell’occupazione totale, ma non per la crescita dei salari reali e della quota dei lavoratori altamente qualificati.

La carenza di risorse umane professionalmente adeguate è destinata a rimanere un connotato del nostro mercato del lavoro per molti anni e può essere ridimensionata aumentando l’attrattività della domanda di lavoro con investimenti rivolti ad aumentare la produttività, le competenze e le retribuzioni dei lavoratori. Questo obiettivo deve essere colto per evitare che una quota significativa dei giovani formati emigri per soddisfare le aspettative personali e i fabbisogni di lavoratori qualificati di altri Paesi.

La sostenibilità delle transizioni lavorative (i tempi di inserimento dei giovani nel mercato in uscita dai percorsi formativi, l’adeguamento delle competenze nell’ambito lavorativo e durante i periodi di disoccupazione involontaria) deve essere assunto come un obiettivo primario. Contemplato come diritto dei lavoratori di accedere alle informazioni, ai servizi di orientamento e alla formazione, e dovere dei percettori dei sostegni al reddito per la perdita involontaria del lavoro di accettare tutte le offerte lavorative ragionevolmente compatibili con il profilo professionale.

Il complesso delle misure da mettere in campo richiede una programmazione sul medio lungo periodo (gli investimenti sulle competenze delle risorse umane, la crescita della produttività e delle retribuzioni) e sul breve periodo (i servizi per facilitare l’incontro domanda e offerta di lavoro e la valorizzazione della formazione nell’ambito lavorativo). L’attuale offerta di politiche attive risulta inadeguata su due fronti: la quantità e la qualità dei servizi di orientamento e dell’offerta formativa; il numero degli attori pubblici e privati che devono essere coinvolti dalle istituzioni nella programmazione e nella progettazione degli interventi.

È una direzione di marcia che richiede una “governance” complessa, capace di mobilitare l’insieme degli attori pubblici e privati che hanno competenze e ruoli per mobilitare le risorse disponibili nella giusta direzione.

Natale Forlani

Pubblicato su www.ilsussidiario.net

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