Pubblichiamo la quarta parte del documento approvato dalla Segreteria di INSIEME in vista del prossimo appuntamento di giugno per il rinnovo del Parlamento europeo e dei vertici dell’Unione. Dopo la parte dedicata ad un’Europa più eco-sociale e solidale (CLICCA QUI),  quella su di un’Europa più capace di essere attore internazionale responsabile e di pace (CLICCA QUI), quella su un’Europa federale, coesa e in grado di prendere decisioni (CLICCA QUI) è la volta di un’idea di 

“Un’Europa più democratica e rappresentativa”

Nella misura in cui si chiede all’Unione Europea di farsi maggiormente carico di responsabilità importanti ma che i singoli stati membri non sono più in grado di assolvere, diventa sempre più cruciale rafforzare la legittimità democratica delle sue istituzioni, affinché le scelte che esse devono compiere corrispondano alle attese dei cittadini e
siano da questi meglio accettate. Contemporaneamente deve svilupparsi un senso di comune appartenenza europea (oltre a quella nazionale) che sostenga il riconoscimento di un bene comune europeo.

Sotto il profilo formale le istituzioni dell’Unione hanno già incorporato elementi fondamentali di democraticità. Il parlamento europeo, che possiamo a buon diritto considerare una delle due camere di un parlamento bicamerale (l’altra è il Consiglio dell’Unione Europea, già consiglio dei ministri), è eletto a suffragio universale dai cittadini europei in proporzione della popolazione; inoltre, ha un ruolo decisivo nella nomina del presidente della Commissione e nella fiducia a questo organismo.

D’altro canto Consiglio Europeo e Consiglio dell’Unione Europea traggono tutti legittimità democratica, seppur non in maniera aggregata ma paese per paese, dalle elezioni nazionali (un po’ come avviene per il Bundesrat tedesco). A complicare le cose è però il fatto che il “governo” della UE è una realtà complessa essendo in sostanza formato dal Consiglio Europeo, dal Consiglio dell’Unione Europea e dalla Commissione che svolge anche questa funzione). Questo rende la “accountability” del governo europeo multipla e sfuggente.

Che cosa manca allora per potenziare la democraticità della UE? Non tanto le procedure formali della democrazia (che potrebbero comunque essere semplificate) ma la linfa politica di questa, cioè la costruzione di domanda e offerta politiche europee, cioè di programmi tarati sui problemi europei che vengano sottoposti al vaglio dell’elettorato europeo e diventino la base politica del governo europeo.

L’Unione gode in realtà di un largo e generico consenso, ma spesso questo si riduce rispetto alle specifiche politiche che anche piccoli gruppi di pressione riescono a mettere in mora in assenza di un più ampio consenso specifico. Un largo consenso a sostegno di politiche importanti e nuove stenta a incanalarsi nei processi istituzionali che sono percepiti come lontani e poco comprensibili dal grande pubblico. Una variabile cruciale che contribuisce a questa situazione è la debolezza deipartiti europei che tendono ancora ad essere assemblaggi assai incoerenti di partiti nazionali.

Che fare:

1. Rafforzare il ruolo della Commissione come componente principale del governo europeo e quindi della sua responsabilità nei confronti soprattutto della prima camera del sistema (cioè il Parlamento europeo) e indirettamente degli elettori;

2. Riportare il Consiglio Europeo ad un ruolo di indirizzo generale da condividere con il Parlamento Europeo;

3. Europeizzare nei fatti le elezioni del Parlamento europeo attraverso il rafforzamento dei partiti europei sia sotto il
profilo della proposta programmatica che della formazione di una classe politica più integrata e di una leadership capace di proporsi in tutti i territori dell’Unione;

4. Attivare procedure di democrazia deliberativa a livello europeo.

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