Un vero e proprio plebiscito 80% dei sì contro il  20 dei no. La plastica ed efficace conferma di come i 5 Stelle hanno consumato la distanza con il precedente alleato, Matteo Salvini.

Dopo che in 80 mila circa hanno deciso per 60 milioni di italiani dicendo la loro sulla piattaforma Rousseau, cade l’ultimo ostacolo al varo del nuovo governo Conte. Il Presidente del Consiglio resta al proprio dopo i duri interventi contro Salvini.

Conte al dunque ha intuito, e in maniera determinata ha seguito quella rotta, la necessità di prendere in mano la guida del nuovo processo politico e di portarsi dietro la maggioranza del Movimento 5 Stelle. Al tempo stesso, si è liberato dalla loro più stretta tutela o, almeno, di quella di Luigi Di Maio. La permanenza a Palazzo Chigi se l’è guadagnata, a dispetto di tutti i commenti e l’ironia pressoché generale nei suoi confronti.

E’ stato proprio Luigi Di Maio a voler dare l’annuncio del risultato espresso sulla piattaforma Rousseau. Segno del suo “ cedimento” definitivo alla nuova onda che pervade i cosiddetti grillini e della perdita d’interesse per il “ forno” con l’insegna Lega. Ha dovuto accettare l’idea di rinunciare a una buona parte delle posizioni di rilievo assunte nel primo governo Conte.

Sbrigata questa pratica e dopo l’abbozzo delle proposte programmatiche, sarà la volta delle facce. Questione oggetto di una serrata e riservata trattativa con quelli del Pd.

Con una interessante scelta di tempo, prima del voto sulla piattaforma Rousseau, era stata diffusa quella che è stata definita ( CLICCA QUI ) una bozza di programma del nuovo governo fatta di 26 punti.

Nel corso della scorsa settimana abbiamo assistito ad una specie di “ moltiplicazione dei pani e dei pesci” di natura programmatica”. Prima i cinque punti del Pd, poi i dieci di Di Maio, saliti immediatamente a 20. Adesso, se ne contano 26. Non si è trattato di una vicenda miracolosa, ma della necessità di conciliare il possibile tra i due partiti. Questa volta si è almeno pensato di non affaticarsi a stendere un contratto vero e proprio e sono state risparmiate almeno le spese notarili.

Scorrendo i 26 punti non ci si trova di fronte a un libro, ma a un canovaccio destinato, poi, alla precisazione e alle tante modifiche inevitabilmente dettate dall’improvvisazione della politica sotto l’incalzare degli eventi. Qualcuno lo definirà “ libro dei sogni”, altri un affastellamento di serie intenzioni, altri ancora aspetteranno la traduzione in provvedimenti concreti e noi siamo tra questi.

L’importante era chiudere la pagina politica scritta dalla prima all’ultima parola da Matteo Salvini, Così, evitare le elezioni politiche anticipate, probabilmente destinate a portare l’Italia fuori dall’Europa e in rotta di collisione con i tradizionali alleati del mondo occidentale.

Nella bozza elaborata dai negoziatori 5 Stelle Pd brilla un elemento: manca completamente un’idea delle cifre in ballo. La conferma che alla stesura non dovrebbe aver contribuito quello che è ancora il Ministro dell’economia, ma che non si sa se resterà al suo posto in Via XX Settembre, Giovanni Tria. Ombrello e parafulmine per tutto il primo governo Conte, dentro e fuori i confini nazionali.

Al di là di quello che hanno preannunciato i due partiti della nuova maggioranza, si dovrà attendere la presentazione ufficiale del programma governativo ufficiale da parte di Giuseppe Conte per capire di quanti soldi si tratta e come saranno trovati.

Avremo, forse, la possibilità di intravedere le vere priorità del nuovo esecutivo sulla base della scaletta fornita dal Presidente del consiglio che, caso unico nella storia d’Italia, sostituisce se stesso con il superamento della precedente maggioranza parlamentare. Probabilmente, però, anche in quella occasione non saranno pienamente chiarite le disponibilità finanziarie per ottemperare all’intero programma 5 Stelle Pd.

Siamo di fronte, in ogni caso, ad un completo rovesciamento delle prospettive politico programmatiche rispetto al primo esecutivo Conte. Forti gli accenni ad una “ politica economica espansiva”, si promette il sostegno alle famiglie e ai disabili, politiche per l’emergenza abitativa, maggiori risorse per scuola, università, ricerca e welfare”.

Annunciata la riduzione delle tasse sul lavoro e l’introduzione di un “salario minimo”, sulla scia del programma della nuova Commissione Ue, e l’introduzione di una serie di norme per assicurare il giusto compenso a chi lavora.

Anche questo programma non disdegna l’uso dell’inglese. Per semplificare? perché si pensa che gli italiani siano diventati improvvisamente bilingue? Così, si annuncia un nuovo “ Green New Deal” per un “ radicale cambio di paradigma culturale” e  l’inserimento della “ protezione dell’ambiente tra i principi fondamentali del nostro sistema costituzionale”.

Importante è il cambio di atteggiamento verso l’Europa e la Commissione di Bruxelles: i due partiti del nuovo Governo, del resto, hanno contribuito a creare la nuova maggioranza in sede Ue. Basta con il ” sovranismo”, si alla ricerca di un’Unione europea “ più solidale, più inclusiva, soprattutto più vicina ai cittadini”.

Poi, una serie di interventi mirati, tra i quali: riduzione del numero dei parlamentari, legge sul conflitto di interessi, riforma del sistema radiotelevisivo, riduzione dei tempi della giustizia e riforma del metodo di elezione dei membri del Consiglio superiore della Magistratura.

Anche sulla gestione dei flussi migratori si pensa ad un cambio di passo con la definizione di una normativa che “ persegua la lotta al traffico illegale di persone e all’immigrazione clandestina, ma che – nello stesso tempo – affronti i temi dell’integrazione”.

Per quanto riguarda il Mezzogiorno si ripensa alla creazione di una banca pubblica per gli investimenti. C’è l’intenzione di perseguire l’autonomia regionale differenziata, ma salvaguardando il principio di coesione nazionale e di solidarietà, oltre che quello della “ tutela dell’unità giuridica e economica”.

Questo sommario elenco, che sorvola su altre numerose altre indicazioni contenute nella bozza, giunge al punto 26 facendo contenta la sindaca della Capitale, Virginia Raggi. C’è l’intenzione di rendere “ Roma una capitale sempre più attraente per i visitatori e sempre più vivibile e sostenibile per i residenti”. Ovviamente i romani, ne hanno viste tante e, quindi, sospendono il giudizio, in ogni caso ringraziano.

Oggi sapremo da quali facce sarà fatto il nuovo Governo. Vedremo come i due partiti si saranno sistemati le cose loro e quali potrebbero essere stati gli effetti della mano di Giuseppe Conte e del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sicuramente intervenuta in modo che tra qualche mese non ci si ritrovi di nuovo punto e a capo.

Alessandro Di Severo

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