Un vero e proprio schianto per il prezzo del barile. Così, il tracollo delle quotazioni del greggio rischia davvero di mandare gambe all’aria i bilanci di tre colossi nel settore Usa, Russia e Arabia Saudita e, con essi, l’intera economia mondiale.
Pesa enormemente il Coronavirus con le conseguenze che sta provocando sul forte rallentamento dell’intera economia. A niente è servito il recente accordo raggiunto faticosamente tra i paesi dell’Opec sulla riduzione della produzione. Ieri il prezzo del barile di petrolio Wti (che fa da riferimento al mercato Usa) è precipitato ai minimi toccati nel 1986, sotto gli 11 dollari.
Il valore del greggio con quotazione per la consegna prevista a maggio ha perso il 74,22% finendo a 4,85 dollari al barile. Dati che spaventano tutti per l’impatto che avranno a loro volta sull’intera economia mondiale e che cominciano a preoccupare non poco le grandi compagnie statunitensi. Con loro, Donald Trump che da queste ha ricevuto un sostegno non indifferente e lo attende nuovamente in occasione delle prossime elezioni presidenziali
I primi diretti guai riguardano i tre grandi paesi citati poco sopra, ma è evidente che, a cascata, l’intero mondo ne resterà fortemente colpito e questo spiega perché dappertutto c’è la spinta ad allentare le norme di prevenzione assunte in quasi tutti i continenti e a rimettere in moto fabbriche e scambi commerciali.
C’è chi prova a dare una spiegazione sostenendo che si tratti di un fenomeno preminentemente finanziario favorito anche dal calendario giacché a breve scadrà il derivato sul petrolio di cui è prevista la consegna per maggio.
Sicuramente avranno influito queste considerazioni, ma è altrettanto vero che il blocco delle produzioni a livello planetario, come mai accaduto in precedenza, non è stato tenuto in considerazione dai giganti petroliferi lanciatisi per mesi in una durissima lotta tutta giocata sulla concorrenza improntata all’abbassamento del prezzo.
Donald Trump a lungo ha goduto di questo, in chiave tutta elettorale, per cercare di favorire un basso costo del carburante alla pompa e ricevere il consenso di chi dovrebbe tornare alle urne il prossimo novembre . Russia e Arabia Saudita si sono affrontate in una lotta commerciale che ha davvero pochi precedenti la quale, adesso, sembra essere sfuggita di mano per il sopraggiungere del drammatico incomodo rappresentato dal Coronavirus.
Siamo arrivati al paradosso che chi ha il petrolio deve pagare per vederselo portare via dai depositi dove resta invenduto. Auguri a tutti noi!