Dopo il Decreto Legge, salvo intese, sullo Stretto di Messsina cosa si potrebbe fare alla stregua della normativa, cosa si vorrà fare, cosa si farà?

“Che il Ponte potrebbe essere lo strumento per cambiare la storia dell’Isola non ho alcun dubbio. Il Ponte è indispensabile se vogliamo che l’Alta Velocità (ancorché solo a 200 Kilometri\H per decisioni che non si riesce a capire a quale Tavolo, e con quale legittimità, siano mai state assunte, alcuni decenni fa)[1]”, arrivi in Sicilia, consentendo di abbandonare il condizionamento del trasporto aereo per collegare decentemente la Sicilia con il resto dell’Europa, tanto per le persone quanto per le merci. “Ovviamente, il Ponte va fatto. L’idea per la quale le cose in Italia non si possano fare è inaccettabile. Con la stessa sicurezza, possiamo agevolmente prevedere che il Ponte, anche stavolta, non si farà”.[3]

Una domanda pregiudiziale: c’è qualcuno in grado di spiegare quali difficoltà poste dai monti siciliani siano superiori a quelle che non hanno impedito di realizzare l’Alta Velocità a 300 KM\H negli Appennini dell’Emilia e della Toscana?

Chi scrive ha ritenuto chiedere un contributo\intervista al senatore Enrico La Loggia,  Ministro pro tempore agli Affari  Regionali dei Governi  Berlusconi, il quale ha accettato di rispondere a sei domande.

Ecco i contributi evidenziati dal senatore Enrico La Loggia:

Il territorio della Regione siciliana rappresenta un’area fortemente penalizzata dall’insularità sia per lo sviluppo complessivo, sia per la mobilità delle persone e delle merci; la crescita economica e sociale di questo territorio risultava allora come anche oggi, penalizzata dall’insufficiente dotazione infrastrutturale, sia nei grandi Corridoi di mobilità nazionale ed europea, sia nei collegamenti interni mirati a mettere in rete tutte le diverse zone locali ed a connetterle  con tutto il Paese e con l’Europa

Il Governo Berlusconi, rappresentato anche dal Ministro La Loggia, il 14 Ottobre del 2003 firmò con la Regione Siciliana un’ “Intesa Generale Quadro”, immediatamente vincolante, per la realizzazione delle seguenti Opere:

  • Corridoio plurimodale Tirrenico Nord Europa, completamento lavori entro l’anno 2010;
  • Asse Autostradale Messina-Siracusa-Gela: completamento lavori entro l’anno 2010;
  • Tratta siciliana dell’Asse Ferroviario Salerno-Reggio Calabria-Messina-Catania-Palermo: completamento lavori entro l’anno 2010;
  • Ponte sullo Stretto di Messina, parte del Corridoio Strategico trans europeo 1; affidamento dei Lavori entro l’anno 2004; completamento dei lavori entro l’anno 2011, apertura al traffico nell’anno 2012.

Oltre che le seguenti infrastrutture di preminente interesse regionale per le quali concorre l’interesse regionale siciliano:

  • Stazione Ferroviaria di Palermo Centrale;
  • Interporto di Catania;
  • Acquedotto Favara di Burgio
  • Acquedotto Gela Aragona.

L’Intesa Generale Quadro con Delibera Cipe del 21\12\2003 stanziava 9.957 milioni di Euro, stabilendo, allora per il futuro, d’integrarle con tutte le ulteriori risorse necessarie, somme stanziate così ripartiti:

Per le opere Ferroviarie: 2.500 milioni di Euro; per le Opere di Viabilità: 2.500.milioni di Euro; per il Ponte sullo Stretto di Messina: 4.957 milioni di Euro. In tempi recenti l’Unione Europea, alla quale la realizzazione dei Corridoi Autostradali e Ferroviari interessa davvero moltissimo, ha mostrato la disponibilità ad integrare i Fondi stanziati nell’anno 2003. Approvato il Bando di gara, bandita la gara, aggiudicata la Gara alla Società Interlink, Impregilo, oggi Webuild.

Questo il quadro normativo fino all’anno 2010. Con le dimissioni del Governo Berlusconi e la nascita del Governo Monti, connotato da un’impronta di forte contrazione delle spese, non fu possibile salvare dai tagli questa Opera importante, strategica, di respiro europeo, di forte impatto logistico, per la sua maggior parte finanziata da Fondi disponibili e da somme altrimenti reperite.

L’annullamento dell’aggiudicazione del Progetto fu l’occasione per una sarabanda di azioni giudiziarie, ancora oggi in stand by per circa 700 milione di €. Grave la responsabilità dei cosiddetti “Verdi” e del loro Ministro all’Ambiente che arrivò a dichiarare che “il Ponte avrebbe turbato le abitudini degli uccelli migratori che sarebbero andati a sbatterci contro”. Fin qui in fatto ed in diritto fino ad oggi.

Fatta questa premessa, ecco le domande e risposte con il senatore La Loggia.

D) Si vuole davvero fare sul serio? Se sì, quanti altri Fondi servirebbero oltre quelli allora individuati ed impegnati?

R) “Tutte le recenti affermazioni potrebbero far pensare all’esistenza di una volontà politica; bisognerebbe quantificare e reperire i fondi aggiuntivi a quanto allora ritenuto necessario e stanziato e quanto stimabile realisticamente che sia necessario oggi; anche la Banca Europea di Investimenti, in acronimo BEI, stante l’attestazione della compatibilità dell’Opera, sarebbe disponibile a valutare una propria partecipazione”.

D) Un Decreto Legge, approvato dal Consiglio dei Ministri, con la clausola sospensiva “Salvo Intese”, cosa permette di fare, fino al raggiungimento delle Intese stesse? “Permette di regolamentare il funzionamento della Società Stretto di Messina, la Società idonea a realizzare l’opera, dopo vent’anni di messa in Liquidazione? Permette di non bandire nuove gare; utilizzare l’aggiudicazione degli appalti cancellati dal Governo Monti con Interlink e Parsons? Permette di utilizzare l’Approvazione del Progetto  Esecutivo  entro il 31 Luglio 2024?

R) “Per arrivarci, permetterà di ripartire dal Progetto Definivo approvato il 29 Luglio dell’anno 2011; emettendo solo atti aggiuntivi; unica eccezione dovrebbe riguardare l’attività di monitoraggio ambientale in corso d’opera, per la quale il Decreto, dovrebbe chiamare Sogesid, società in house, del Ministero dell’Ambiente; nonché disegnare una corsia preferenziale con procedure speciali per la Conferenza dei Servizi e la valutazione di impatto ambientale e progettazione sismica. A decidere sul Progetto definitivo aggiornato è previsto che sia il Cipass, a maggioranza.  Il Progetto esecutivo sarà invece approvato dal Consiglio di Amministrazione della Società dello Stretto. Necessario adeguare ed aggiornare l’Opera in termini di Sicurezza, norme tecniche, evoluzione tecnologica; previsto un meccanismo di aggiornamento dei prezzi.

La maggioranza, con una partecipazione non inferiore al 51%, è previsto che vada al Ministero dell’Economia, che eserciterà i diritti dell’azionista, d’intesa con il Ministero delle Infrastrutture, al quale sono attribuite le funzioni di indirizzo di controllo, di vigilanza tanto tecnica che operativa. Al capitale partecipano anche le Regioni Calabria e Sicilia, oltre ad ANAS e Rete Ferroviaria Italiana;  in caso di contrasti, previsto il Commissariamento.

Sette articoli con un comma ancora imprecisato; quello che concerne il costo di cessione di di ANAS al Ministero dell’Economia di una quota della propria partecipazione. Qualche altra perplessità.

Quando sarebbe possibile proporre Atti concreti di recupero della precedente aggiudicazione alla attuale Webuild, la quale per poter accettare dovrebbe esplicitamente rinunciare a tutte le pretese nascenti dalla precedente aggiudicazione e dai giudizi in corso. È possibile ripartire senza esporsi al rischio di violare le regole del Mercato? Ci sono contrasti con la Direttiva Europea Bolkenstein?

A fronte di tanti interrogativi, molti dei quali difficili da superare, si otterrebbe l’importante risultato di non lasciare trascorrere nuovi lunghi anni nell’adempimento di nuove procedure nel corso delle quali potrebbe nuovamente variare l’orientamento, oggi, ufficialmente favorevole alla realizzazione dell’Opera.

D) I responsabili politici siciliani e calabresi hanno preso a cuore quest’Opera?

R) “Ritengo di sì; gli indubbi vantaggi infrastrutturali, gli incrementi occupazionali (circa 100.000 addetti per almeno 5 anni), le importanti innovazioni tecnologiche, pensanti e pesanti, la contaminazione dei saperi a vantaggio delle conoscenze locali, la notevole importanza economica dei subappalti, il mercato potenziale incrementale per le acciaierie e siderurgie del Sud Italia che volessero provare ad accaparrarselo, l’importante disponibilità di misure di contrasto a tutte le delinquenze organizzate che si volessero davvero combattere, sono tutti elementi che faranno pesare in positivo il giudizio delle Classi Dirigenti interessate al Bene Comune.

L’Auspicio: che la realizzazione del Ponte divenga, per ragioni di interesse, obiettivo unificante dell’intera Comunità europea, nazionale, regionale, imprenditoriale. Rebus sic stantibus, a tutti conviene che l’Opera Ponte si realizzi; ed infatti, possono cogliersi i primi segnali di mobilitazione, per convenienza, di varie anime della Società Civile, quantomeno siciliana. Nessuno dovrebbe dirsi contrario a che il sogno divenga realtà”.

D) I lavori avranno davvero inizio alla fine dell’anno 2024?

R) “E’ quantomeno possibile, se fosse vero che si potrebbe ripartire dall’esistente, aggiornandolo, producendo gli approfondimenti tecnici ed economico\finanziari sul progetto definitivo.

Ma se fosse il veloce ripristino della gara già aggiudicata ciò a cui si tende, perché individuare una data lontana 18 mesi? Forse per incrementare surrettiziamente i costi e caricare spese per nuovi protagonisti? Una delle strade possibili potrebbe essere sfidare il Governo a realizzare un credibile crono programma entro il 31 Marzo 2024, con l’indicazione delle possibili tappe da conseguire da qui ad allora e le relative date di verifica. Serve ora la data della posa della terza pietra”.

D) Come impattano le polemiche sul “Ben Altro”?

R) “I Fatti, negli ultimi vent’anni, si sono incaricati di dimostrare che nulla del Ben Altro ha fatto un minimo passo avanti anche perché la Dirigenza Politica siciliana ha non ha ritenuto opportuno interessarsene in mancanza dell’infrastruttura che a quelle realizzazioni attribuiva il senso.

Per evitare la sindrome “Capitale nel Deserto”, è indispensabile che contestualmente all’inizio dei Lavori per la realizzazione dell’Opera, vengano realizzate tutte le infrastrutture utili all’attività di impresa nelle due Regioni da collegare, la cui mancata realizzazione è, allo stato, del tutto incompatibile con le esigenze dell’economia e della Società moderne.

E soprattutto comprendere che il “Ben Altro” è stato solo il pretesto per non fare alcunché e dirottare Fondi verso le bulimiche aree del Nord del Paese”.

D) E’ davvero a questo che si punta, oppure a piantare dei paletti? A sistemare cinque fedelissimi, creando un poltronificio; ad individuare cinque nuove caselle da occupare?

R) “Auspicabile che possa esser questa la volta in cui alle parole seguano i fatti; non scontato, ma alle persone di Buona Volontà tocca tentare di fare tutto il possibile perché, tanto in automobile quanto in treno, sia possibile partire da Palermo ed arrivare ad Helsiky, attraversando, senza interruzioni, tutta l’Unione Europea.

Una Regola alla quale attribuire grande importanza: L’Unione Europea fissa un Paletto: “Per avviare i cantieri, con fondi europei, l’Opera deve essere finanziata nella sua interezza”.

Intervista di Massimo Maniscalco

 

[1]  Pasquale Hamel..

[3] Aldo Cazzullo, Il Ponte sullo Stretto, Metafora dell’Italia, Corriere della Sera, 23 Marzo 2023.

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